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Leonardo De Amicis racconta Sanremo: Sdoganare tutti i generi è stata la rivoluzione

Si chiude il Festival di Sanremo targato Amadeus, il maestro Leonardo De Amicis: "Oggi Sanremo è uno dei palcoscenici musicali più importanti al mondo e porta in scena tutti i linguaggi della musica"

Si sono spente le luci al Teatro Ariston, ma i riflettori continuano ad essere accesi per parlare del grandioso successo del Festival di Sanremo, l’ultimo firmato Amadeus. Suo compagno di avventura in questi anni il maestro Leonardo De Amicis, direttore musicale e d’orchestra: dietro la sua bacchetta sono passati i momenti più importanti del Festival, tornato oggi a rappresentare indiscutibilmente uno dei palcoscenici musicali più importanti (e desiderati) al mondo. “La vera rivoluzione? Aver sdoganato tutti i generi musicali: oggi non c’è più il brano sanremese, ogni cantante porta la sua canzone”.

14milioni e 301mila spettatori, con uno share del 74,1%: è la media degli ascolti della serata finale di Sanremo, quella che ha incoronato vincitrice Angelina Mango, con il brano “La noia”. Un festival che ha visto l’Abruzzo presente più che mai, soprattutto con il maestro Leonardo De Amicis, direttore musicale e d’orchestra per il quinto anno consecutivo.
“Il successo di gradimento è stato notevole ed è stato probabilmente il frutto della continuità dell’ambizioso progetto di Amadeus, il quale, fin dall’inizio, aveva scelto di portare tutti i generi musicali su uno stesso palcoscenico. Un’intuizione che ha pagato, coinvolgendo tutte le generazioni. A dimostrarlo anche i dati relativi agli ascolti, con un target di età particolarmente giovane che prima mancava”, dichiara De Amicis ascoltato dal Capoluogo.it.
Sanremo oggi è diventato una festa nazionale per tutto il Paese, portando in scena i vari linguaggi della musica. In questi anni ci siamo dedicati con particolare attenzione ai linguaggi contemporanei, attuali: perché non va dimenticato che la musica leggera racconta il presente. Il risultato finale è rappresentato da questo grande successo di pubblico”.

Eguagliare o addirittura superare i dati delle recenti edizioni – e dell’ultima appena archiviata in particolar modo – adesso sembra una vera e propria impresa. Un’impresa ancora ‘lontana’ a guardare il palinsesto, ma già vicina se si pensa ai tempi necessari per l’organizzazione del Festival. Il post Amadeus, infatti, è già iniziato e circola qualche nome su ipotetici nuovi direttori artistici della kermesse. A tal proposito, Leonardo De Amicis sottolinea: “Cinque anni di lavoro nell’organizzazione di Sanremo sono tantissimi, poiché dietro ciò che si vede a casa c’è un lavoro immenso. Un lavoro che parte dalla direzione artistica, appunto, e che comprende svariati settori: regia, musica, ospiti… Amadeus ha dichiarato ufficialmente che quello appena concluso è stato il suo ultimo Sanremo, quindi ora attenderemo nuovi sviluppi in tal senso. Per quanto mi riguarda, oggi, posso dire che quando sono stato chiamato 5 anni fa per me fu un piacere accettare l’incarico. Sono soddisfatto del lavoro svolto e contento di essere stato alla guida di una macchina musicale eccezionale. Ricordo sempre che Sanremo è una festa e deve dispensare serenità, divulgare canzoni. È anche una festa di costume, naturalmente. Un evento che ha sempre raccontato l’Italia in tutte le sue sfaccettature e che continua a raccontarla. Spero che Sanremo continui in questa direzione, coltivando la pluralità, abbracciando tutti i generi e mettendo sempre la musica al centro.

Ben 30 le canzoni in concorso quest’anno. La musica al centro, già, con momenti fuori gara spesso comunque a carattere musicale o riguardanti cinema, teatro, tv. “Un format che è piaciuto, nonostante le serate finissero ad ora tarda. Tuttavia, la lunghezza delle puntate sanremesi non pesava e da casa il Festival è stato seguito con interesse e affetto. Tutto ciò è stato possibile grazie all’insieme di belle canzoni, tanti stili diversi, duetti meravigliosi, crossover dei linguaggi e delle generazioni. Insomma, c’è stato tutto”.

Un Festival trasformato, quindi, rispetto a cinque anni fa, quando Sanremo non era sicuramente quello di oggi.
Amadeus e il maestro Leonardo De Amicis sono arrivati in un momento di decadimento generale della manifestazione, probabilmente anche fisiologico considerando la lunga storia dell’appuntamento, che si rinnova da 74 anni.
“Il festival aveva bisogno di essere rivitalizzato e questo è ciò che ha deciso di fare Amadeus. Così Sanremo ha iniziato a parlare a tutti e la vittoria dei Maneskin è stata il simbolo e il messaggio di un cambiamento profondo. Un gruppo che molti non conoscevano bene e che dopo il successo al Festival ha registrato innumerevoli e prestigiosi successi, su tutti la vittoria all’Eurovision, consacrandosi definitivamente come gruppo cult amato in tutto il mondo. Una vittoria che ha fatto capire in definitiva che Sanremo è uno dei palcoscenici musicali più importanti al mondo: una gara ormai ambita da tutti”. 

In queste ultime edizioni – conclude De Amicis – non c’è più il classico brano sanremese. Ogni artista porta la sua canzone, che sia melodica, uptempo, disco, folk. C’è l’artista con la sua canzone sul palcoscenico. Questa è stata la vera rivoluzione. Non ci sono stereotipi, i diversi generi musicali sono stati sdoganati e si è riusciti a dar spazio a tutti”.

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