Le nuove stanze della poesia

Le nuove stanze della poesia, Angelina Mango e La Cumbia della noia

La cumbia della noia: la canzone di Angelina Mango, vincitrice del 74' Festival di Sanremo. L'analisi del testo della canzone per l'appuntamento con la rubrica a cura di Valter Marcone.

La cumbia della noia: la canzone di Angelina Mango, vincitrice del 74′ Festival di Sanremo. L’analisi del testo della canzone per l’appuntamento con la rubrica a cura di Valter Marcone.

Anche per questa rubrica che si occupa di poesia è difficile sfuggire al richiamo del Festival di Sanremo, un evento annuale , che pur di natura prevalentemente “ canora” offre comunque all’attenzione testi musicati, dunque , da ascoltare e soprattutto “ capire”. Giunto ormai nelle sue edizioni ad una età matura per così dire, settantaquattro edizioni, anche se il suo aspetto giovanile fa bella mostra come del resto in molti fenomeni della nostra società, ci si aspetta o ci si aspetterebbe una “ qualità “ matura. E’ certamente fuori discussione l’impegno professionale di molte categorie di lavoratori , grazie alle quali è possibile vedere e ascoltare tale evento attraverso la tivvù, la radio o altre piattaforme compreso you tube e whatsapp , a partire proprio dai tecnici e maestranze della Rai , e non solo della Rai, per non parlare di quella degli strumentisti della vasta orchestra, oltre ai diversi personaggi dell’intrattenimento più seguito e ad un indotto che sfiora i duecento milioni di euro .( Si parla anche di compensi considerevoli rispetto al reddito di milioni di persone e famiglie , per presentatori, cantanti showman ). Uno spettacolo dunque come una pulsar che si accende e si spegne ad intermittenza e per questo offre momenti di luce e di ombra. Dove per luce c’è l’incondizionato gradimento di molti e per ombra le critiche positive di quanti intendono partecipare in ogni modo a questa kermesse sanremese e negative di quanti non la sopportano e spesso si esprimono anche senza vederla . Ma si sa e non è da oggi che comunque “ Sanremo è Sanremo! “

Questa premessa per dire che da tempo ci si esercita nell’esame di questo evento da diverse angolazioni compreso dunque l’analisi dei testi delle canzoni . Un esame che veniva fatto al tempo delle giurie , per esempio, da addetti ai lavori e che oggi si può trovare in qualche quotidiano, settimanale o rivista on line. Tanto che la domanda spontanea è sempre la stessa : quante di queste canzoni , ovvero di questi testi , sono destinati al futuro , ovvero torneranno dal futuro con tutta la l’importanza che sembrano avere oggi che sono sotto le fantasmagoriche luci della ribalta del teatro Ariston .

Sarebbe troppo lungo esaminare, nello spazio di questa rubrica, tutti i testi delle canzoni di questa 74 edizione 2024. Basta però considerare per il momento (e chissà magari nelle prossime puntate qualcun’altra) quella vincente “ Noia “ di Angelina Mango , una esordiente che sa tenere la scena anche perchè comunque figlia d ‘arte. Figlia di Pino Mango di cui ha anche cantato nella serata precedente a quella della finale una canzone “Le rondini” che probabilmente le ha fatto da traino .

Senza aver prima condiviso con i lettori una fulminea riflessione su quante canzoni delle varie edizioni del festival vengono ancora cantate seppure sotto la doccia o in particolare momenti della vita di ciascuno di noi come ricordo dei genitori,degli amici, di affetti o di accadimenti personali . Sono spesso un sottofondo di gesti quotidiani e ci accompagnano in tempi e luoghi diversi. Potrei parlare per me che scrivo ma ho voluto per così dire spersonalizzare con una breve ricerca. Ebbene le scelte sul web, anche in molti casi con la composizione di una “top”, sono varie e sempre interessanti . Si va dal ricordo di Lucio Dalla con “ 4 marzo 1943 del 1971 a “Piazza Grande” del 19972 a Almeno tu nell’universo di Mia Martini del 1989,Io che non vivo di Pino Donaggio del 1965 Ciao amore ciao di Luigi Tenco del 1967 a “Sono un Italiano “ di Toto Cotugno del 1983,Montagne Verdi di Marcella Bella del 1972 Con te partirò di Andrea Bocelli del 1965,Maledetta primavera di Loretta Goggi del 1981 per non dimenticare Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno del 1958 e Non ho l’età di Gigliola Cinquetti, e ancora Vita spericolata di Vasco Rossi del 1983. E forse l’elenco potrebbe continuare e comunque ognuno ha il suo elenco come dicevo .

Un brano quello della Mango definito quasi coralmente un pezzo “ dal retrogusto latino in cui le sonorità partenopee della cantante si intrecciano a quelle più elettroniche di Madame e Dardust che firmano il pezzo con lei”.

Quanti disegni ho fatto
Rimango qui e li guardo
Nessuno prende vita
Questa pagina è pigra
Vado di fretta
E mi hanno detto che la vita è preziosa
Io la indosso a testa alta sul collo
La mia collana non ha perle di saggezza
A me hanno dato le perline colorate
Per le bimbe incasinate con i traumi
Da snodare piano piano con l’età
Eppure sto una pasqua guarda zero drammi
Quasi quasi cambio di nuovo città
Che a stare ferma a me mi viene
A me mi viene
La noia
La noia
La noia
La noia
Muoio senza morire
In questi giorni usati
Vivo senza soffrire
Non c’è croce più grande
Non ci resta che ridere in queste notti bruciate
Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa
È la cumbia della noia
È la cumbia della noia
Total
Ah, è la cumbia della noia
La cumbia della noia
Total
Quanta gente nelle cose vede il male
Viene voglia di scappare come iniziano a parlare
E vorrei dirgli che sto bene ma poi mi guardano male
Allora dico che è difficile campare
Business parli di business
Intanto chiudo gli occhi per firmare i contratti
Princess ti chiama princess
Allora adesso smettila di lavare i piatti
Muoio senza morire
In questi giorni usati
Vivo senza soffrire
Non c’è croce più grande
Non ci resta che ridere in queste notti bruciate
Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa
È la cumbia della noia
È la cumbia della noia
Total
Ah, è la cumbia della noia
La cumbia della noia
Total
Allora scrivi canzoni?
Si, le canzoni d’amore
E non ti voglio annoiare
Ma qualcuno le deve cantare
Cumbia, ballo la cumbia
Se rischio di inciampare almeno fermo la noia
Quindi faccio una festa, faccio una festa
Perché è l’unico modo per fermare
Per fermare
Per fermare, ah
La noia
La noia
La noia
La noia
Muoio perché morire
Rende i giorni più umani
Vivo perché soffrire
Fa le gioie più grandi
Non ci resta che ridere in queste notti bruciate
Una corona di spine
Sarà il dress-code per la mia festa
È la cumbia della noia
È la cumbia della noia
Total
Ah, è la cumbia della noia
La cumbia della noia
Total
Total

La cumbia è una musica e danza popolare colombiana . A Radio DEEJAY la stessa Angelina Mango in una intervento ha spiegato: “La cumbia? Ne avevo sentito parlare. Poi ho approfondito un pochino il significato ed è una figata, perché è esattamente quello che cerco di fare nella vita. Sul palco voglio portare entusiasmo.”E continua Angelina Mango “Spesso i momenti tristi sono il seme, il preludio a una nuova felicità, il buio prima della luce. Non si deve aver paura della noia: va accolta, è importante, così come tutti i sentimenti che ci portano giù, in fondo. C’è una risalita, sempre. La noia non va combattuta: è tempo prezioso da dedicare a noi stessi. E nei momenti difficili, bisogna ballarci sopra”
Un inciso : ecco il testo de La rondine di Pino Mango il padre di Angelina morto all’età di 60 anni l’8 dicembre 2014, chiedendo scusa mentre cantava sul palco al Pala Ercole di Policoro, in provincia di Matera. Si trattava di una manifestazione di beneficenza chiamata World of Colours in favore dei bambini della Guinea Bissau.

Ti vorrei,ti vorrei
come sempre ti vorrei
notte farà,mi penserai
ma tu che ne sai dei sogni
quelli son miei, non li vendo
Che ne sai,che ne sai
chissà che mi scriverai
forse un addio,o forse no
ma tu che ne sai dei sogni…
Nonostante tu sia
la mia rondine andata via,
sei il mio volo a metà
sei il mio passo nel vuoto
Dove sei,dove sei
Dove sei,dove sei dove sei
Unico amore che…rivivrei
sai di vento del Nord
sai di buono ma non di noi
stessa luna a metà
sei nel cielo sbagliato…
Non lo so,non lo so
quanto tempo ammazzerò
mio libro mio,non ti leggerò
baciandoti sulla bocca…
lo scriverò un altra volta…
Nonostante tu sia…..

Nonostante tu sia
la mia rondine andata via
sei il mio volo a metà sei il mio passo nel vuoto…

Dove sei,dove sei
Dove sei,dove sei dove sei
Unico amore che…rivivrei
sai di vento del Nord
sai di buono ma non di noi
stessa luna a metà
sei nel cielo sbagliato…
Nonostante tu sia la mia rondine andata via
stessa luna a metà
sei nel cielo sbagliato…

La noia, dunque, un termine che si ritrova in diverse canzoni italiane .Da “ Tutto il resto è noia “ a “Datemi un martello “ di Rita Pavone questa “condizione “ che è definita dal vocabolario filosofico Treccani “Condizione, transitoria o duratura, di insoddisfazione frustrante, di indifferenza inquieta e disaffezione dolorosa verso una realtà esperita come priva di significato. Come stato di passività, di pigrizia e di inerzia morale (acedia), contrapposta all’amore creatore nel senso cristiano”, viene raccontata in molti testi di canzoni italiane.

La noia anche in opere letterarie come nel romanzo di Alberto Moravia con l’omonimo titolo ( Bompiani ,2017) il cui protagonista Dino,soggiace alla noia ovvero ad uno stato d’animo che gli impedisce di dipingere, cosa che attribuisce al lusso che lo circonda . Si trasferirà in uno studio da poveri ma non riuscirà mai a sentirsi povero . Anche la sua relazione sentimentale con la modella del pittore ora deceduto che aveva lo studio di fronte al suo in via Margutta è una relazione piena di noia. Per Dino dunque meglio la noia all’amore. Meglio il nulla asettico all’eventualità di soffrire.

La noia di Angelina Mango è invece proprio la condizione per costruire o ricostruire un mondo e ne sa qualcosa lei stessa quando dopo la morte del padre , aveva 13 anni, si è dovuta trasferire a Milano con la madre . Qui però ha trovato una sua dimensione umana e artistica, ha incontrato l’amore, il suo ragazzo lavora anche lui nello spettacolo. Una noia che Angelina Mango ha trasposto in un testo condiviso sul palco dell’Ariston con milioni di spettatori, come messaggio positivo rivolto soprattutto ai giovani. Una musica dei giovani che Gianfranco Ravasi ha definito positiva in uno dei suoi preziosi trafiletti sulla prima pagina de La Domenica, l’inserto culturale del Sole 24 Ore,proprio domenica 11 febbraio. Confessando di essere “ stato criticato perchè segue le canzoni del Festival di San Remo o perchè si interessa e si sforza di ascoltare alcuni testi musicali cari ai giovani di oggi e di incontrare qualche loro autore” , dichiarandosi apertamente comunque “fan” di Bach e di Mozar, Ravasi ci ricorda un testo di Marcel Proust “Elogio della cattiva musica “ (1896) concludendo proprio col dire , facendosi aiutare da Proust,” che non è necessariamente vero che le canzoni o le forme musicali care alle giovani generazioni siano brutte o cattive”.
Quindi una noia positiva quella di Angelina Mango perchè , è difficile campare e anche quando la gente vede il male nelle cose e viene voglia di scappare bisogna trovare quello che ci fa stare bene e non preoccuparsi se si viene “ guardati male “ .Stare bene significa trovare proprio il coraggio di” non scappare” dalla noia,di risalire piano piano dal fondo in cui questa condizione ti trascina ,e di usarla per vivere la propria vita, ballandoci sopra nella dignità di un impegno umano che ci fa riconsiderare proprio quella nostra “natura umana” che è il valore fondamentale di ogni nostro gesto, di ogni nostro atto o desiderio verso noi stessi e verso gli altri.

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