Dottoressa aggredita al San Salvatore: Troppe violenze contro i sanitari

Presa a calci da un paziente, parla la psichiatra aggredita all’ospedale San Salvatore. “Tornerò presto, non lascerò soli i colleghi”.
Si trova in un letto di ospedale, è stata operata, perchè il calcio ricevuto è stato talmente forte da provocare la rottura del femore: Francesca Pacitti è la dottoressa e docente di Psichiatria a UnivAq, aggredita l’11 febbraio da un paziente che ha agito sotto effetto di sostanze.
La dottoressa aggredita ha deciso di parlare nonostante sia ancora in un letto di ospedale, ha una prognosi di 90 giorni ed è reduce da un intervento, necessario dopo la rottura del femore. L’aggressore è un 35enne aquilano; era arrivato al Pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore dopo la segnalazione dei famigliari per il suo comportamento ingestibile. Erano quindi intervenuti gli operatori di Polizia e 118 che hanno portato il 35enne in ospedale. Qui, ha aggredito improvvisamente e senza alcun ragionevole motivo, la psichiatra. L’episodio, a quanto sembra, poteva essere evitato, dal momento che sembra essere la conseguenza non di un disturbo mentale in fase acuta, ma di un comportamento causato dall’abuso di sostanze psicoattive. Dai colleghi la dottoressa ha avuto la massima e piena solidarietà, la dottoressa Pacitti che tornerà prestissimo a lavorare, appena sarà in grado di camminare. “Ci tengo a ringraziare i vertici e i colleghi della Asl e di Univaq che mi hanno sostenuto in questo particolare momento e i colleghi ortopedici che mi hanno operata. Devo ritenermi fortunata a essere caduta sulle gambe, poteva andare molto peggio”, spiega la dottoressa nell’intervista rilasciata al Centro al giornalista Fabio Iuliano.
L’aspetto grave della vicenda è la continua esposizione del personale di Psichiatria a questo tipo di situazioni. “L’uomo – da quello che è risultato – aveva a che fare con un’intossicazione da sostanze stupefacenti che nulla ha a che vedere con disturbi psichici del tipo di quello che il reparto di Psichiatria deve farsi carico. Talvolta, invece, è prassi chiamare in causa il nostro reparto alla presenza di situazioni di questo tipo che meritano comunque di essere trattate, ma non certo in un reparto di Psichiatria per acuti. In nessun modo si può considerare una persona i cui comportamenti variano a seconda se ha assunto o meno sostanze alla stregua di una persona alle prese con patologie psichiatriche. Il discorso è complesso, anche in ragione dello stigma a cui i pazienti psichiatrici sono sottoposti per valutazioni errate o superficiali da parte della società in cui viviamo. Qui più che altro la questione è legata anche alla massiva diffusione di sostanze stupefacenti ed al crescente numero di condotte violente perpetrate contro i sanitari, in particolare gli psichiatri”.