Cronaca

Crollo cantiere Firenze, azienda abruzzese coinvolta

Crollo cantiere Firenze: aperta un'inchiesta. Difetto di fabbricazione, errore nella progettazione e nell’installazione di una trave. La trave incriminata arriva da una azienda abruzzese.

Difetto di fabbricazione, errore nella progettazione e nell’installazione di una trave: queste le ipotesi al vaglio degli inquirenti per stabilire la dinamica e le responsabilità del crollo avvenuto a Firenze venerdì 16 febbraio, il più grosso incidente sul lavoro avvenuto nel Capoluogo toscano. Il cedimento della trave ha provocato un crollo a catena dei solai: 8 le persone travolte tra gli operai impegnati nella costruzione di un supermercato al posto dell’ex panificio, tra cui l’abruzzese Luigi Coclite. La trave al centro delle indagini è stata costruita da un’azienda abruzzese, la Rdb Italprefabbricati.

La Rdb Italprefabbricati è un’impresa abruzzese con varie sedi in Italia oltre a quella di Atri, della famiglia D’Eugenio, leader nazionale nella prefabbricazione, non nuova a problemi giudiziari di questo tipo. Dopo l’incidente la Procura ha aperto un fascicolo, al momento senza indagati, per crollo colposo e omicidio colposo plurimo, e il cantiere è stato sequestrato. Ad occuparsi del più grosso incidente sul lavoro mai avvenuto a Firenze saranno i pm Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone. Gli inquirenti hanno già ascoltato, fino a tarda notte, i primi testimoni. Dalle prime indagini emerge che l’azienda committente e la ditta appaltatrice dei lavori sono le stesse di un incidente avvenuto nel cantiere di un altro supermercato a Genova il 10 febbraio 2023. In quell’occasione 3 operai erano rimasti feriti a causa del cedimento di una rampa del parcheggio.

Per quanto riguarda la dinamica del crollo avvenuto nel cantiere di Firenze, dalle prime testimonianze raccolte dal Corriere fiorentino, nell’inchiesta a cura di Simone Innocenti, sembrerebbe che gli operai fossero impegnati a sistemare la trave nella mensola, al quarto piano della struttura, quando all’improvviso la trave ha ceduto, provocando i crolli a cascata del pilone e dei solai degli altri piani. La trave al centro del crollo è un prodotto industriale che arriva già finito in cantiere e sarà quindi il primo a essere esaminato. Inoltre, sotto la lente degli inquirenti, anche la complessa filiera di appalti e subappalti. La società committente dei lavori è La Villata spa, immobiliare di investimento e sviluppo controllata da Esselunga, con sede a Milano, di cui da un anno è presidente l’ex ministro Angelino Alfano. L’impresa esecutrice dei lavori nel cantiere è l’Aep Attività Edilizie Pavesi srl, con sede a Pieve del Cairo (Pavia). La costruzione del nuovo supermercato, nell’area da 10 mila metri quadrati che un tempo veniva utilizzata per rifornire di generi di prima necessità le strutture militari, stava impegnando oltre 30 aziende in subappalto. Nella lista delle aziende notificate alla Asl dal coordinatore della sicurezza ci sono 61 nomi. Oltre la Rdb, la Vangi che fa movimento terra e tante piccole ditte individuali.

“Difficile pensare che possano aver montato male la trave — dice Marco Carletti, segretario generale di Fillea Cgil Firenze — Credo sia più presumibile che sia stata progettata male o realizzata con materiali scadenti. E se così fosse, l’incidente non sarebbe legato a una carenza di sicurezza nel cantiere”.

Bisognerà chiarire inoltre se gli operai coinvolti avessero un inquadramento professionale equiparato alla loro mansione nel cantiere. Nelle prossime ore verrà acquisita la documentazione per ricostruire le singole posizione dei lavoratori e per capire se quanto denunciato dai sindacati corrisponde a verità, cioè che molte ditte sono solite inquadrare gli operai con contratti metalmeccanici e non del settore edile. “Questo significa che non hanno avuto quella formazione specifica che serve per lavorare in un cantiere edile – dice Luca Vomero della Feneal Uil -. Se la cosa fosse confermata — ribadisce Daniele Calosi, segretario della Fiom Firenze, Prato e Pistoia — saremmo di fronte a un caso grave: aziende che utilizzano un contratto che ha un costo minore per garantire la possibilità a chi prende il subappalto di risparmiare”.

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