No alla chiusura nuclei cure primarie, medici tornano sotto la Asl

21 febbraio 2024 | 10:51
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No alla chiusura nuclei cure primarie, medici tornano sotto la Asl

Una nuova mobilitazione sotto la sede amministrativa della Asl in via Saragat all’Aquila è stata convocata giovedì 22 febbraio, a partire dalle 10, dai sindacati Fimmg, Smi, Snami e Cgil che tornano a difendere i Nuclei di cure primarie aquilani.

No alla chiusura dei Nuclei di Cure Primarie: la manifestazione, annunciata dai sindacati, si svolgerà giovedì 22 febbraio a partire dalle 10, nel piazzale antistante la direzione generale della Asl 1, in via Saragat all’Aquila.

Medici di nuovo in piazza contro la chiusura dei nuclei di cure primarie. Un problema, quello della mancanza dei medici, soprattutto nelle aree interne dell’Aquilano: pediatri e medici di base vanno in pensione e la Asl dell’Aquila fa fatica a trovare i sostituti.Questi presìdi sono ancora a rischio chiusura proprio a causa del mancato ricambio dei medici di medicina generale andati in pensione. “Con atti aziendali di programmazione pubblici – si legge in una nota – si sta determinando la sostanziale chiusura dei Nuclei di cure primarie e, di conseguenza, un abbassamento dello standard dei servizi essenziali per tutti i cittadini e le cittadine, con un unico scopo: fare cassa sui bisogni primari della collettività.

L’obiettivo della manifestazione quindi è “difendere il diritto costituzionale alla salute”, dicono il segretario Fimmg, Vito Albano, il segretario Smi, Guido Iapadre, il segretario Snami, Raffaele Giorgi, e il segretario Cgil, Francesco Marrelli, “che la nostra Asl sta rendendo evanescente. Con atti aziendali di programmazione pubblici, infatti, si sta determinando la sostanziale chiusura dei nuclei di cure primarie e, di conseguenza, un abbassamento dello standard dei servizi essenziali per tutti i cittadini e le cittadine, con un unico scopo: fare cassa sui bisogni primari della collettività. Noi non possiamo accettarlo”.

I sindacati sottolineano di “non poter accettare che venga compromesso un servizio attivo per ben dodici ore al giorno, con la costante presenza di personale medico, infermieristico e amministrativo qualificato, un servizio che fornisce assistenza diretta a circa cinquantamila cittadini e cittadine, un servizio che contribuisce al potenziamento di una sanità nazionale e territoriale di qualità, pubblica, universale, gratuita, equa e vicina alla vita reale e ai bisogni delle persone”.

Cure primarie

“Le aree interne sono considerate ‘scomode’ – aveva chiarito il dottor Iapadre in un’intervista rilasciata al Capoluogo– per logistica e viabilità: ma si rischia di negare un servizio a centinaia di famiglie dell’aquilano. Per questo si stanno cercando delle soluzioni per incentivare medici a pediatri a scegliere queste zone per lavorare”.

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Va ricordato che, a marzo scorso, con una nota, dopo un confronto, la Asl 1 dell’Aquila aveva ribadito ancora una volta l’impegno al mantenimento dell’esperienza positiva dei Nuclei di Cure Primarie. “Le notizie sulla paventata chiusura di tali Nuclei risultano prive di fondamento – era scritto nella nota – così come un presunto rischio di depotenziamento dell’assistenza nelle zone più interne del territorio, come peraltro le ultime deliberazioni dell’azienda sull’inserimento di personale nelle sedi di Montereale e San Demetrio stanno a dimostrare. Vi è senza dubbio la necessità di avere certezza sulla capienza del Fondo finalizzato alle forme di associazionismo dei MMG da parte degli uffici regionali competenti, che tuttavia non inficia la volontà di perseguire il potenziamento dell’assistenza di cui l’azienda si fa interprete e promotrice”.