Michele Lombardo a Grandangolo: Operai morti nei cantieri sono una sconfitta per tutti

Grandangolo: l’intervista al segretario regionale Uil Michele Lombardo. Dal crollo di Firenze il dato sulle imprese: il 76,5% lavora non a norma. “Favorire il dialogo e il lavoro di squadra”.
Poca attenzione nei cantieri, troppe imprese “avide” e irregolari e tanti, troppi morti ogni anno: l’intervista per la rubrica Grandangolo a Michele Lombardo, segretario generale della Uil Abruzzo per parlare di sicurezza sul lavoro, argomento sempre più caldo, soprattutto dopo il crollo di Firenze dove hanno perso la vita 5 operai, di cui uno abruzzese, Luigi Coclite.
I numeri degli incidenti nei cantieri raccontano un bollettino che assomiglia a uno scenario di guerra: 1444 le morti bianche nel 2023, mezzo milione i lavoratori infortunati, di cui 12 mila solo in Abruzzo dove le vittime lo scorso anno sono state 36. Luigi Coclite, l’operaio di Montorio al Vomano, morto insieme a 4 colleghi a Firenze stava lavorando nel cantiere della ex panetteria militare quando, all’improvviso, venerdì 16 febbraio, una trave ha ceduto provocando crolli a cascata del pilone e dei solai degli altri piani. Dopo Firenze altri incidenti, anche mortali che hanno generato da Nord a Sud del Paese proteste e indignazione, tanto che Cgil e Uil hanno organizzato una manifestazione proprio davanti al cantiere del supermercato in cui è avvenuto il crollo. “Aspettando ovviamente il lavoro della magistratura – spiega Michele Lombardo – ciò che emerge è la mancanza di dialogo. Questo continuo ricorso ai subappalti a cascata e la presenza nei cantieri di squadre di diversi ditte, ha generato una catena di comando molto labile. Credo che questo sia uno dei problemi che ha determinato una delle ultime tragedie; ovviamente sono in corso le indagini, la magistratura sta lavorando a ritmo serrato, aspettiamo in modo responsabile quello che sarà frutto dell’inchiesta”.
I dati del Ministero del lavoro presentano comunque un quadro a tinte fosche: il 76,5 % delle aziende ispezionate in tutto il Paese non sono in regola, soprattutto per ciò che le lega alla sicurezza. “Sono percentuali che dovrebbero farci riflettere. – continua Lombardo – Nessuno vuole strumentalizzare i morti sul lavoro, ma è ora che il Paese recuperi un gioco di squadra su una materia così importante come la sicurezza, ognuno per quella che è la propria mansione in un contesto nel quale bisogna ragionare per capire come migliorare la situazione, come garantire la sicurezza dei nostri lavoratori”.
Perché le imprese non sono a norma?“Nessuno di noi pensa di colpevolizzare le imprese, continuo a sostenere che il tema della sicurezza sia più ampio e profondo e che le soluzioni le troviamo se si lavora tutti insieme. La differenza fra quelli che sono stati regolari e quelli che non lo sono è determinata dal fatto che c’è chi alla sicurezza ha continuato a dare la giusta attenzione e chi l’ha relegata all’ultimo posto tra le cose che andavano affrontate e si è dedicato ad altro”.