Sanità, Consiglio comunale straordinario, Romano: A L’Aquila il 45% dei medici di famiglia nei Nuclei Cure primarie

Oltre quattro ore di discussione hanno acceso la seduta del Consiglio comunale straordinario sulla sanità, arrivato dopo i giorni di protesta e occupazione di una delle sale della sede Asl1 L’Aquila, sul futuro dei Nuclei di Cure Primarie. Approvato l’odg della maggioranza. Il manager Romano: “A L’Aquila la più alta percentuale di medici di famiglia inseriti nelle Cure primarie”.

Qualche momento di confusione, rientrato in pochi minuti, e numerose audizioni si sono alternate nella lunga seduta fiume del Consiglio comunale straordinario sulla sanità, tenutosi oggi a L’Aquila. In discussione l’ordine del giorno, a prima firma Stefano Albano, “Sanità bene comune – in difesa della sanità pubblica”. L’odg è stato bocciato dall’assise, mentre è stato approvato quello presentato dalla maggioranza – primo firmatario Leonardo Scimia – nel quale, disapprovando la protesta messa in atto negli ultimi giorni – con l’occupazione di una delle sale della sede Asl – si prende in esame la possibilità di coinvolgere Commissione di garanzia e Prefetto. Inoltre, sul tema della Casa di Comunità, si valuta l’eventualità di decentrare la sua collocazione in una zona più centrale.
Durante la seduta è stato audito anche il Manager della Asl1 Ferdinando Romano, il quale in merito ai Nuclei di Cure Primarie ha sottolineato: “Nei Nuclei di Cure Primarie di L’Aquila ci sono 94 medici. Un numero pari al 45% di tutti i medici di famiglia della Asl dell’Aquila. Si dice che la Asl di Pescara permetta gli inserimenti, ma lì – stando ai dati ufficiali dell’Azienda Sanitaria – si registra il 30% dei medici di famiglia inseriti nelle Cure primarie. Ancora – continua Romano – Teramo ha il 29% dei medici inseriti nelle cure primarie e Chieti il 17%. Quindi i dati dicono che a L’Aquila abbiamo la più alta percentuale dei medici di famiglia inseriti nei Nuclei di Cure primarie”. Un intervento che, quindi, ha visto il manager soffermarsi anche sul tema assunzioni e sui lavori nel pronto soccorso dell’Aquila.

L’opposizione

“Serve un’operazione verità rispetto alla sanità e alla programmazione della sanità nel territorio aquilano. Il direttore generale della Asl provinciale aveva garantito, ad esempio, che i nuclei di cure primarie sarebbero stati salvaguardati, salvo in questi giorni definire illegittimi i provvedimenti che si dovrebbero adottare per perseguire questo fine e che vengono richiesti a gran voce dai sindacati”. Così Stefano Albano, capogruppo del Partito democratico e primo firmatario della richiesta di seduta straordinaria e aperta del Consiglio comunale dell’Aquila di oggi sulla sanità.
“Il centrodestra dovrebbe spiegare ai cittadini quale idea di sanità territoriale ha in mente”, ha aggiunto, “anche perché nell’atto di programmazione 2023-2025 emerge una volontà di depotenziarla. Cosa ci ha insegnato la pandemia? Che bisogna invertire il rapporto ospedale/territorio, eppure nonostante l’Accordo collettivo nazionale per la Medicina generale dica che si debba andare verso le aggregazioni funzionali territoriali e le Unità complesse di cure primarie, in provincia dell’Aquila si fa l’esatto contrario. Una ratio – quella di decentrare alcune funzioni – completamente travisata se si considera che la Casa di comunità, contravvenendo al dettato normativo, all’Aquila sarà realizzata all’interno dell’ospedale, dove già da anni è complicato accedere e avere le cure adeguate”.