Nei cantieri del Superbonus 11 mila imprese ‘apri e chiudi’

Dalla nascita del Superbonus sono 11 mila le imprese edili nate e cessate, secondo dati elaborati da InfoCamere per Il Sole 24 Ore
Troppe imprese nate dal nulla, con il Superbonus hanno gestito lavori per milioni di euro per poi scomparire nel giro di un paio di anni.
Sono 11 mila le imprese che, in Italia, hanno aperto e chiuso nel periodo che va dal 2020 al 2023. La fotografia e l’analisi di InfoCamere elaborata per il Sole24Ore con i dati del registro delle imprese della Camera di Commercio si concentra su quello che è accaduto nei tumultuosi anni a seguito della nascita del Superbonus, a metà del 2020. Molti sono i soggetti che si sono iscritti al registro per esercitare un’attività nei codici Ateco dell’edilizia, dalle costruzioni, fino all’impiantistica, in tutte le sue forme.
Con il passare dei mesi, però, hanno chiuso i battenti, a ritmi sempre più alti, per arrivare esattamente a quota 10.924 cessazioni.“Purtroppo – commenta Federica Brancaccio, presidente Ance – è un numero che non ci sorprende e che ricorda quello che era già successo ai tempi del Bonus facciate. È un dato che corrisponde alla realtà del mercato, perché noi abbiamo visto troppi casi di imprese nate dal nulla, arrivati alla Camera di Commercio dalla sera alla mattina per gestire anche lavori da milioni di euro. Sin dall’inizio abbiamo chiesto che a eseguire i lavori per il mercato privato con accesso a Bonus edilizi fossero imprese qualificate, sarebbe ora interessante capire anche quante frodi sono attribuibili a queste imprese”.

Più nel dettaglio, l’elaborazione tiene in considerazione solo le imprese iscritte da settembre 2020 e non si tratta di una data casuale: il decreto rilancio che ha disegnato l’agevolazione, è in vigore da metà maggio del 2020, ma la piena attuazione del vecchio 110% è stata completata solo in estate. Da settembre si può presumere un effetto sulla dinamica di nascita di nuova aziende: sono soggetti che stanno provando a intercettare un mercato nuovo, anche basandosi sul fatto che, in quella prima fase, non ci sono stati limiti particolari all’utilizzo di questa agevolazione per le imprese. Un vincolo importante verrà introdotto dal decreto 21/2022 e avrà proprio il compito di limitare il fenomeno dell’impresa improvvisate: in base a quel provvedimento, solo i titolari di una qualificazione Soa possono realizzare lavori di importo superiore a 516 mila euro che accedono ai Bonus edilizi. La qualificazione Sia è un’attestazione tipica degli appalti pubblici che serve proprio a misurare la storicità delle imprese: un soggetto senza dipendenti, senza attrezzature e senza una storia di commesse nel suo curriculum non può tenerla. Questi obblighi, però, sono pienamente in vigore solo da luglio 2023 e hanno iniziato a svolgere i primi effetti a gennaio 2023.
Per la presidente Brancaccio, “sono stati tempi troppo lenti: si è trattato di una misura blanda e tardiva perché ha riguardato solo i lavori sopra 516 mila euro ed è arrivata solo quando i buoi erano già scappati dalla stalla”. In sostanza, quando i lavori erano stati già distribuiti sul mercato a soggetti poco qualificati, in un contesto sempre più complicato, con lo spettro del primo taglio del Superbonus al 90% a fine 2022 e della seconda riduzione al 70% a fine 2023.
Con il passare dei mesi sempre più imprese hanno abbandonato il settore e i numeri elaborati da InfoCamere raccontano quanti di quei soggetti iscritti dopo settembre 2020 hanno abbandonato il registro già nel corso del 2022 del 2023. Le cifre, ovviamente, non raccontano da sole il motivo della cancellazione che è, in generale, un fenomeno fisiologico e non può essere tutto attribuito all’andamento del mercato del Superbonus. È però molto chiaro che, con il passare dei trimestri, c’è una tendenza all’aumento di queste uscite in tutti i settori: dalle costruzioni, tinteggiatura, rivestimenti, intonacatura, posa di infissi, preparazione di cantieri, demolizioni agli impianti, passando per falegnameria e carpenteria in legno, fabbricazione di porte e finestre, metallo, attività di architettura ingegneria.
Frodi e agevolazioni, nuovi controlli da Enea e ministero
Nel frattempo, arriva una stretta ulteriore, in chiave antifrode, ai controlli effettuati nei cantieri che accedono al Superbonus in tutte le sue versioni. La bozza di decreto Pnrr, esaminata ieri in Consiglio dei ministri, tocca anche la materia dei lavori privati finanziati attraverso i fondi di ripresa e resilienza. Il monitoraggio continuo del Ministero è una delle misure previste dal decreto. Diventerà, così, un obbligo la pubblicazione dell’elenco delle asseverazioni rendicontate di Superbonus, comprensive del codice univoco identificativo (codice Acid) attribuito dal portale informatico dell’Enea e del codice unico di progetto.
Inoltre, nel panorama giuridico-finanziario, la questione del sequestro dei crediti Superbonus sta assumendo un ruolo di rilevanza crescente. La recente sentenza penale 7021/2024 della Corte di Cassazione ha fornito importanti indicazioni sui limiti e le motivazioni di tale procedura. A tal riguardo, è utile avere a disposizione uno strumento valido per la gestione delle pratiche Superbonus e di tutti i bonus edilizi, puoi valutare quindi il software pratiche Superbonus e bonus edilizi per non rischiare di perdere diritto alle agevolazioni fiscali, sempre aggiornato ai continui cambiamenti normativi, in prova gratuita per 30 giorni.