Cultura

Tutti i Santi giorni, 27 febbraio: si festeggia San Gabriele dell’Addolorata, patrono d’Abruzzo

San Gabriele dell'Addolorata, patrono d'Abruzzo e protettore della Gioventù cattolica italiana, per la rubrica "Tutti i Santi giorni" del 27 febbraio.

San Gabriele dell’Addolorata, patrono d’Abruzzo e protettore della Gioventù cattolica italiana, per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 27 febbraio.

Il 27 febbraio si ricorda San Gabriele dell’Addolorata. Francesco Possenti, nome secolare di San Gabriele, nacque ad Assisi, 1º marzo del 1838, undicesimo di tredici figli. Il padre Sante Possenti era un nobile ternano e governatore pontificio dapprima sotto Gregorio XVI e in seguito sotto Pio IX. Dopo la prematura scomparsa della madre, Francesco seguì il padre nei suoi spostamenti fino a che si stabilirono a Spoleto, dove il ragazzo studiò presso il collegio dei Gesuiti. Il giovane conduceva una vita assolutamente normale anzi era anche piuttosto legato ai piaceri effimeri, finché, durante la processione dell’icona del duomo di Spoleto, il 22 agosto 1856, sentì una voce interiore che lo invitava a lasciare la vita mondana per entrare nella comunità passionista. Vinte le resistenze paterna, riuscì a prendere i voti, assumendo il nome di Gabriele dell’Addolorata, in ricordo della devozione, ereditata dalla madre, per la Madonna Addolorata.
Dopo aver studiato nelle Marche, si recò in Abruzzo approfondire gli studi teologici, dapprima trovando ospitalità a Giulianova, nella chiesa di Santa Maria a Mare, ove è tutt’ora conservata la camera in cui alloggiò per poi giungere a Isola del Gran Sasso, presso il ritiro della Concezione. Durante la sua permanenza nel teramano, San Gabriele venne colpito dalla tubercolosi, ma si sforzò tuttavia di seguire la vita regolare conventuale, mantenendo sempre la serenità di animo che lo contraddistingueva. Prima di poter essere ordinato sacerdote, per motivi di salute e per i motivi politici – da poco l’Abruzzo era stato annesso al Regno d’Italia -, Gabriele morì, all’età di soli 23 anni, nel suo monastero passionista, stringendo al petto un’immagine della Madonna Addolorata.

(Foto, riportata in dettaglio anche in copertina, dell’opera dell’artista Luca Farina presso la chiesa di Santa Maria in Platea, a Campli)

Il suo corpo fu inumato nella cripta della chiesa annessa al convento, ma nel 1866, in seguito ai decreti di soppressione degli ordini religiosi emanati dal governo italiano, la comunità passionista fu costretta ad abbandonare il convento di Isola. Tuttavia, dopo circa un ventennio, anche la Chiesa manifestò la volontà di proporre un modello giovanile di virtù e di sacrificio, in un momento in cui le nuove generazioni sembravano staccarsi dai valori tradizionali. Nel 1891 fu avviata la causa di beatificazione, che prevedeva la riesumazione dei resti mortali di Gabriele per trasferirli a Spoleto, ma la devozione dei fedeli abruzzesi si oppose al trasferimento, e i resti mortali di restarono in Abruzzo, mentre attorno alla sua tomba venivano da allora registrati un numero crescente di fatti prodigiosi. La storia del “giovane santo” e dei miracoli suoi si diffuse ampiamente, grazie anche ai cantastorie e ai pastori che percorrevano le vie della transumanza sulle montagne. Nel 1894 i passionisti tornarono nel convento di Isola.
Per quanto riguarda il processo di canonizzazione, Papa Pio X lo ha proclamato beato nel 1908 e Benedetto XV santo il 13 maggio del 1920. Pochi anni dopo, nel 1926, Pio XI lo ha dichiarato patrono della Gioventù Cattolica Italiana e nel 1959, Giovanni XXIII patrono dell’Abruzzo.
Il culto di San Gabriele dell’Addolorata è diffuso soprattutto in Abruzzo, specialmente fra i giovani cattolici italiani, ma grazie agli emigranti abruzzesi se ne è diffusa la memoria anche negli Stati Uniti d’America, in America Centrale e Meridionale, in Canada e Australia.

Impossibile non riportare in questa sede un’usanza ormai consolidata: ogni anno, quando mancano cento giorni all’inizio dell’esame di Stato, migliaia di studenti delle scuole secondarie di secondo grado dell’Abruzzo e delle Regioni vicine si recano al Santuario di San Gabriele dell’Addolorata per partecipare alla messa e pregare per il buon esito dell’esame. Dopo la liturgia, all’esterno avviene la benedizione delle penne, con cui i diplomandi affronteranno l’esame scritto di maturità.
Una curiosità iconografica: i pochi ritratti di San Gabriele sono tutti postumi e realizzati da chi lo ricordava in vita. Viene presentato con gli abiti della Congregazione dei Padri Passionisti.

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