L’Aquila Capitale della Cultura 2026, associazioni ed enti uniti: “La prima vittoria è il gioco di squadra”

7 marzo 2024 | 07:21
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L’Aquila Capitale della Cultura 2026, associazioni ed enti uniti: “La prima vittoria è il gioco di squadra”

L’Aquila Capitale della Cultura: il tifo delle associazioni e degli enti culturali che hanno collaborato al progetto. “Un riconoscimento giusto ad un lavoro di squadra”. “Quello che si percepisce è la presenza di ‘humus ‘fertile ad accompagnare questa candidatura”. Le voci di tanti protagonisti.

Capitale Italiana della Cultura 2026: continua il viaggio del Capoluogo che, in questi giorni di fibrillazione, in attesa del responso del 29 marzo, sta raccogliendo le voci della comunità aquilana.

Dopo aver ascoltato la voce di alcuni commercianti storici del tessuto economico cittadino, adesso è la volta di una parte delle associazioni e enti culturali aquilani che, tra l’altro, hanno assistito alla commossa e partecipata audizione dello scorso 4 marzo per L’Aquila Capitale della Cultura. L’impressione praticamente unanime è che ci sia stato grande interesse per la candidatura da parte della Giuria, le domande poste sono state precise e circostanziate, i progetti hanno riscosso curiosità e partecipazione.

l'aquila capitale della cultura

“L’incontro a Roma ci ha lasciato vibrazioni positive”, spiega ai microfoni del Capoluogo Rinaldo Tordera, Presidente dell’Accademia di Belle Arti. Arrivato in città 25 anni fa come direttore generale della ex Carispaq, dice: “Questa è adesso la mia città, mi sento aquilano al 100 per cento. Come tale, non posso che essere contento di aver potuto partecipare e contribuire al progetto L’Aquila Capitale della Cultura. Il vero successo per adesso è il gioco di squadra: si è rivelato virtuoso e sinergico. Mi auguro che questa candidatura si perfezioni perchè sarà una grandissima opportunità per la città: abbiamo tra l’altro 2 anni pieni per prepararla, gli enti culturali Afam (Accademia, Univaq, Conservatorio e GSSI) hanno predisposto piani operativi molto intensi e in collaborazione tra loro. In ogni caso, a prescindere dal risultato, non sarà un lavoro sprecato. Gran parte delle attività programmate si potranno realizzare, dando ulteriore impulso all’importante crescita del tessuto culturale che già va avanti da qualche anno. Questa città mi ha accolto e mi ha rispettato in questi anni e io devo fare altrettanto: abbiamo vissuto una grande emergenza nel post sisma, che ci ha dato comunque delle opportunità. Dopo il terremoto, quando tutto sembrava perduto, con il Conservatorio lavorammo duramente per risorgere a nuova vita e ci siamo riusciti. In poco tempo riavemmo una struttura per la didattica e un auditorium donato dal governo giapponese. Insieme si può fare tanto e questa candidatura ce lo ha insegnato una volta di più”.

rinaldo tordera
l'aquila, l'aquila capitale della cultura

Un gioco di squadra che ha visto in campo tutte le associazioni e gli enti aquilani deputati alla divulgazione della cultura, in tutte le sue forme. A Roma a seguire l’audizione, c’era anche Loredana Errico, direttrice del Teatro dei 99. “Siamo sulla buona strada, è stato presentato un progetto interessante e articolato che guarda al futuro e affonda salde radici nel passato dell’Aquila. La presentazione del sindaco è stata precisa e interessante: sono assolutamente d’accordo con quanto detto in audizione. Noi aquilani non siamo abituati a crogiolarci in piaggerie, la città ha le carte in regola ed è pronta per un riconoscimento importante e dovuto. Siamo una comunità vincente, in questi anni abbiamo fatto un lavoro che ci porterà lontano, a prescindere dal risultato. Il progetto ‘L’Aquila città multiverso’ rispetta questa impostazione. Come teatro stiamo già lavorando a quelli che sono i progetti per il 2026, con eventi e momenti importanti che andranno avanti comunque. Il riconoscimento come Capitale della Cultura 2026 eventualmente suggellerà soltanto quanto già in essere: sarà un titolo che può soltanto amplificare i risultati“. 

teatro dei 999, l'aquila capitale della cultura

Dello stesso avviso anche Carlo Dante, vice presidente del Tsa. “Penso che sia un’opportunità unica che fino ad ora ha dato l’opportunità virtuosa di lavorare tutti insieme, in un clima di collaborazione positiva. Un lavoro che affonda le sue radici nel progetto che inizia dai “I Cantieri dell’immaginario’. Il risultato importante e che deve far riflettere è l’importanza del gioco di squadra, con ognuno che lavora secondo le proprie competenze per il bene collettivo. L’audizione è stata positiva, sincera, molto vera: la commissione ha fatto domande pertinenti e mirate. Per quanto riguarda i progetti sicuramente non sarà l’eventuale bocciatura a fermarci. Come Tsa abbiamo intenzione di creare a L’Aquila una scuola di teatro permanente per formare  giovani talenti; sicuramente sarà qualcosa che resterà a beneficio in forma autonoma“. 

“Un’audizione autentica”, è anche il commento di Sara Mantini, che ha partecipato al progetto e all’audizione con l’associazione E-motion, compagnia di ballo moderno e contemporaneo. “Non ci aspettavamo tanto interesse: il sindaco e i referenti sono stati solerti e puntuali. A prescindere dal risultato finale, L’Aquila ha fatto un figurone. Arrivare al traguardo sarebbe un bellissimo riconoscimento, il tessuto culturale cittadino si è impegnato sempre tantissimo, soprattutto negli ultimi anni, per portare  – in quella che da fuori, spesso, viene vista come una piccola città – eventi di rilievo e caratura internazionali. Essere la Capitale Italiana della Cultura significherebbe dare voce e riconoscere tutto il lavoro fatto in questi ultimi anni, il giusto suggello che ancora non abbiamo mai ricevuto, nonostante la grandissima solidarietà mondiale giunta nel post sisma. Ci siamo sempre distinti e continueremo a farlo: sarebbe un fantastico trampolino di lancio per il turismo in primis e poi per tutta la comunità, che sarebbe stimolata, ancora di più, a dare il suo meglio”. 

e-motion, l'aquila capitale della cultura

Emozionato in attesa del responso, anche un grande interprete del cuore grande degli aquilani: Mario Narducci, decano e storico giornalista, vaticanista, scrittore, saggista, poeta, innamorato da sempre “anche dei sassi di questa città”. Con la sua penna, da oltre mezzo secolo tratteggia da sempre i vizi e le virtù del capoluogo d’Abruzzo. Anche Mario è convinto che “L’Aquila meriterebbe questo ambito e importantissimo riconoscimento. A prescindere dall’imponente lavoro fatto nel post sisma e dopo l’emergenza sanitaria per riattivare e dare linfa nuova al tessuto culturale cittadino, non dobbiamo dimenticare che L’Aquila è stata uno scrigno prezioso per la formazione culturale fin dai suoi albori”.

mario narducci

“La nostra città, che dobbiamo amare, rispettare e non dileggiare e disprezzare, ha una storia bellissima, fatta da sempre di istituzioni culturali di prestigio nazionale. Abbiamo una storia importante ed emotiva legata al polo museale, al teatro da dove sono passati personaggi come Gigi Proietti e Carmelo Bene”, continua Narducci. “Potrebbe essere questa l’occasione per riconoscere in modo tangibile tutto quello che è stato fatto in tanti anni di lavoro incessante e operoso. Quello che si percepisce è la presenza di ‘humus ‘fertile ad accompagnare questa candidatura. Sarebbe bellissimo poi far coincidere il 2026 con la riapertura del nostro storico teatro e sono convinto in tal senso, per la mia esperienza, che L’Aquila Capitale della Cultura servirebbe anche per accelerare alcune cose che sono rimaste leggermente indietro a causa del sisma. Abbiamo vissuto una tragedia immensa che ha colpito e ferito il cuore di tutti e sarebbe davvero bello mettere un punto ripartendo da questa occasione”. 

L’Aquila Capitale della Cultura 2026, le voci dei commercianti: Noi siamo pronti

E per L’Aquila Capitale della Cultura, fa il tifo dalla costa anche un’altra aquilana “di adozione”, una che ha vissuto il cuore storico negli anni più belli, durante il pre sisma, da studentessa universitaria: è Donatella Di Pietrantonio, scrittrice e orgoglio tutto abruzzese, vincitrice del Campiello con “L’Arminuta” e che, a L’Aquila, ha dedicato il toccante romanzo “Bella mia”. “A questa città meravigliosa ho legati ricordi dolcissimi e belli. Sarei felicissima per questo riconoscimento perchè lo merita davvero. E non solo per la sua grande storia, per la ricchezza dentro e fuori le mura, ma anche per questa sua rinascita dopo il sisma del 2009 che la fa essere oggi una città meravigliosa, e i risultati della ricostruzione post sisma l’hanno resa ancora più bella”. 

Donatella di pietrantonio

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