Marco Marsilio chiude la campagna elettorale all’Aquila, alla presenza del Ministro Gennaro Sangiuliano e dei governatori di centrodestra.
“L’Abruzzo non è la Sardegna, spegneremo presto i bollori della Sinistra”. Afferma Marco Marsilio ai microfoni della stampa, in occasione dell’ultimo incontro che chiude la sua campagna elettorale all’Aquila. Presenti, tra gli altri, il Ministro Gennaro Sangiuliano e alcuni governatori del centrodestra, giunti per sostenere la candidatura del governatore uscente della Regione.
“Per la prima volta la Regione ha l’occasione di garantire la continuità del proprio governo regionale, un fattore positivo poiché la continua interruzione e i ricambi sono stati oggettivamente una debolezza. Abbiamo invece bisogno di andare avanti e di far sedimentare e fruttificare i semi che abbiamo gettato. Quindi andate a votare e contribuite a garantire un futuro di crescita alla nostra Regione. Tornare indietro ai tempi bui di cui nessuno ha nostalgia farebbe solo male all’Abruzzo: lo isolerebbe”.
“Questa – ha detto Marsilio – è la prima volta che la Regione Abruzzo ha l’occasione di garantire la continuità della proprio governo regionale e questo è già un valore positivo. La continua interruzione dei programmi, il continuo ricambio di gente è oggettivamente stato una debolezza della nostra Regione. Abbiamo bisogno di andare avanti, sedimentare e fortificare i semi che abbiamo gettato”. Marsilio ha rifiutato ancora una volta il paragone con le elezioni regionali in Sardegna.”L’Abruzzo è l’Abruzzo – ha sottolineato – e la Sardegna è la Sardegna, basta con questo paragone, spegneremo presto i bollori della sinistra”.
Queste le parole del Ministro Gennaro Sangiuliano: “La mia presenza qui testimonia l’impegno del Governo per la Regione Abruzzo: stiamo movimentando su questo territorio oltre 200 milioni di investimenti per la cultura, articolati in numerose iniziative e in molti capitoli di spesa. E non si tratta di annunci, ma di interventi concreti che contribuiranno a far sviluppare sempre più la cultura su questo territorio”.
“Sono qui –ha poi detto nel suo intervento – tra gente autentica. Come ministro della Cultura mi capita di essere invitato nelle note terrazze romane frequentate da quel tipo antropologico che sono i radical chic. Ma io puntualmente dico di no. Perché preferisco essere qui insieme a voi e non è la prima volta, perché lavoro a stretto gomito con Marco Marsilio, che ha grande sensibilità culturale. Lavoro per questa regione”.
“In queste ore – ha aggiunto – il Pd sta frignando perché sono attivi in questa regione 200 milioni di investimenti per la cultura. Questa regione non può tornare indietro, non può tornare nella palude del Pd, non può tornare nelle mani dei comunisti, li chiamo con nome e cognome perché sono ancora comunisti, anche se il muro di Berlino è crollato, loro sono nell’intimo radicati in una ideologia nefasta e antiliberale”.
