La proclamazione

L’Aquila è Capitale italiana della cultura 2026

Il sogno è diventato realtà: L'Aquila Capitale italiana della cultura 2026. Voto unanime dalla giuria a un progetto "eccellente"

Il sogno è diventato realtà: L’Aquila è Capitale italiana della cultura 2026.

L’Aquila è Capitale italiana della cultura 2026. Lo straordinario risultato raggiunto dal capoluogo abruzzese con il dossier “L’Aquila città Multiverso”, sostenuto da Rieti, è stato annunciato nell’ambito della cerimonia di proclamazione che si è svolta a Roma, presso la sede del Ministero della Cultura alla presenza del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano e della Giuria presieduta da Davide Maria Desario. Presenti il sindaco Pierluigi Biondi, il presidente della Regione Marco Marsilio e il sindaco di Rieti Daniele Sinibaldi.
La giuria all’unanimità ha premiato L’Aquila. Queste le motivazioni lette del Ministro che hanno portato alla scelta dell’Aquila.

“Il dossier propone un modello di valorizzazione del territorio, del patrimonio culturale, artistico e naturale, mira al recupero dell’identità puntando sulla cultura intesa come volano per la crescita e come elemento fondante di una comunità. Il progetto coinvolge un numero rilevante di realtà, creando un forte collante con i territori circostanti. Il budget previsto è coerente con gli obiettivi, la strategia di spesa indicata è destinata ad avere un importante effetto moltiplicatore. Il palinsesto degli eventi e delle iniziative si sviluppa per l’intero anno e copre tutto il panorama dell’espressione artistica e culturale. Apprezzata l’attenzione ai giovani, che non saranno solo fruitori, ma attori. Il progetto adempie agli indicatori del bando con una buona integrazione tra pubblico e privato. Molto apprezzata la centralità e il coinvolgimento del sistema museale, bibliotecario e universitario. Il giudizio è eccellente”

Le parole del sindaco Pierluigi Biondi, visibilmente commosso, “Grazie per questo onore che rendete non solo alla Città dell’Aquila, perché L’Aquila è il punto in cui si concentrano gli sforzi di un territorio molto più grande, dal Cratere 2009 all’intero Abruzzo, fino ad allargarsi alle regioni del Centro Italia, alle Aree interne e alle zone appenniniche che, nei secoli, hanno subito una grande spoliazione e perdita della centralità. E la questione delle Aree interne rappresenta la vera sfida dell’Italia, insieme alla Questione meridionale e all’inverno demografico. . 
L’Aquila – continua Biondi – si avvia a commemorare i 15 anni dal terremoto. Un evento che ci ha colpito non solo come istituzioni, a me come sindaco, come cittadino e come rappresentante di una comunità locale che ha sofferto tantissimo. Questo riconoscimento non può essere un risarcimento, perché non esiste risarcimento di fronte al dolore sofferto, ma è un elemento intorno a cui ricostruire il tessuto sociale delle nostre comunità. La cultura non è un elemento accessorio, ma è la strada per il recupero dell’identità e per la proiezione nel futuro”. 

Ad aprire la cerimonia l’introduzione del presidente di giuria Desario: “La qualità complessiva dei progetti è stata ottima: ci sarà una sola Capitale italiana della Cultura, ma le altre nove devono essere orgogliose di aver raggiunto la finale, consapevoli che il loro progetto è egualmente valido e merita di andare avanti. La cultura, così com’è stata presentata nei progetti, deve essere il volano di ogni iniziativa del Paese. Vorremmo proporre al Ministro, per il futuro, di integrare il bando introducendo un riconoscimento anche per le altre finaliste”.
A seguire l’intervento del Ministro Gennaro Sangiuliano: “L’Italia ha tanti luoghi meravigliosi, ciascuno dei quali vale un viaggio. Nel caso della sfida di quest’anno,  so che ognuna delle città candidate ha una storia importante e credo che la Commissione abbia valutato il progetto in sé e che non abbia fatto un giudizio sulla singola città. Tuttavia, oggi voglio assumere l’impegno di trovare una forma che ci permetta di assegnare un riconoscimento anche alle altre città finaliste. Non è un caso se, dal prossimo anno, partirà l’iniziativa della Capitale italiana dell’arte contemporanea. Un nuovo progetto che vedrà tante città candidate: ciò perché oggi dobbiamo pensare a quelle forme di espressione e di cultura che racconteranno questa nostra epoca a chi ci sarà in futuro. Vi garantiamo che saremo all’altezza del compito che oggi ci assegnate: viva l’Italia!”. 

Dieci erano le città finaliste che si contendevano il titolo per il 2026: oltre a L’Aquila che ha vinto, erano in corsa Agnone (Isernia), “Agnone 2026: Fuoco dentro. Margine al centro”; Alba (Cuneo), “Vivere è cominciare. Langhe e Roero, un’altra storia”; Gaeta (Latina), “Blu, il Clima della cultura”; Latina, “Latina bonum facere”; Lucera (Foggia), “Lucera 2026: Crocevia di Popoli e Culture”; Maratea (Potenza), “Maratea 2026. Il futuro parte da un viaggio millenario”; Rimini, “Vieni oltre. Il futuro qui e ora”; Treviso, “I sensi della Cultura”; Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena), “Valdichiana 2026, seme d’Italia”.

La cerimonia in diretta

 

L’Aquila città multiverso.

Il tema attorno cui gira il dossier che ha fatto vincere a L’Aquila il titolo di  Capitale italiana della cultura 2026 è quello della città multiverso. Generalmente quando si pensa a un luogo, a un territorio, si tende a categorizzarlo, attribuendogli una qualifica specifica che spesso risulta limitante e riduttiva. In realtà, una città è molte città contemporaneamente e L’Aquila, da questo punto di vista, come poche altre rappresenta questa complessità. Quando si parla di Multiverso, si intende proprio questo concetto: si tratta di pensare a una città fatta di tante realtà parallele, che allo stesso tempo sono la stessa città e città diverse.
I cinque ambiti dell’Aquila multiverso sono cinque modi non solo di guardare alla città, ma anche alle possibilità evolutive della stessa.
Il primo ambito, quello della Multiculturalità mette l’accento sul fatto che L’Aquila sia già oggi una città multiculturale, con tantissimi studenti provenienti da paesi diversi; inoltre, non bisogna dimenticare che storicamente la città è stata luogo di passaggi e contaminazioni culturali, proprio per la sua centralità lungo la cosiddetta Via degli Abruzzi – la strada che collegava Firenze alla capitale del Regno di Napoli – strada di transito non solo di merci, ma di uomini e di idee.
Il concetto della Multidisciplinarità è sintetizzabile nell’idea in cui tutto lo spettro della produzione artistica e culturale viene rappresentato: ancora una volta, non è rigidamente categorizzato, ma si va a intrecciare con la scienza e la tecnologia, ambiti in cui la città dell’Aquila è senz’altro fortemente rappresentativa a livello internazionale.
Pensando alla Multitemporalità, chiaro è il rimando al fluire del tempo. L’evoluzione storica della città ha disegnato un ambiente assolutamente unico, ma che non è soltanto frutto della storia di ciò che è stato e da cui veniamo, ma è la traccia viva su cui costruire il futuro.
Altro tema è quello della Multiriproducibiltà, ambito sintetizzabile nel fatto che la città non viene creata da singole persone o piccoli gruppi di loro rappresentanti, ma è l’effetto di un processo di creazione collettiva e partecipata. È un approccio che promuove l’innovazione e la collaborazione, per rispondere in modo più efficace alle esigenze dei cittadini, soprattutto delle generazioni più giovani.
L’ambito della Multinaturalità è legato al fatto che L’Aquila è non soltanto una città profondamente immersa nella natura, ma dove la vita stessa degli aquilani è sempre all’interno di un dialogo fisico, di movimento, tra lo spazio naturale e lo spazio urbano. In pochi posti oltre L’Aquila i luoghi naturali e le risorse ambientali del territorio dialogano creativamente con le arti, rendendo la città un museo a cielo aperto.

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