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L’Aquila Capitale italiana della cultura 2026, aree interne come laboratorio di innovazione sociale

L’Aquila Capitale italiana della cultura 2026 e il multiverso che trasforma le aree interne nel laboratorio di innovazione sociale del Paese. L’approfondimento con il professo Pier Luigi Sacco.

L’Aquila Capitale italiana della cultura 2026 e il multiverso che trasforma le aree interne nel laboratorio di innovazione sociale del Paese. L’approfondimento con il professo Pier Luigi Sacco.

“Diverse capitali della cultura del passato sono state delle belle vetrine di eventi, che però alla fine hanno lasciato molto poco; noi vogliamo creare un vero e proprio metodo per trasformare le aree interne nel laboratorio di innovazione sociale del nostro Paese”. Così il professor Pier Luigi Sacco, coordinatore scientifico della candidatura di L’Aquila capitale italiana della cultura 2026, risultata vincitrice nella emozionante giornata di ieri al MIC. “Siamo una regione – ha detto nella conferenza stampa di ieri – che soffre moltissimo di una forte stereotipizzazione; quando si parla di noi si tende sempre ad associarci ad alcune categorie e io credo che proprio l’idea stessa dell’Aquila città Multiverso, cioè di una città che al suo interno ne contiene tante, sia soprattutto un modo di invitare l’opinione pubblica del nostro Paese a capire che in questo momento L’Aquila e le aree interne sono uno dei laboratori di innovazione sociale più importanti d’Europa. Spesso mi chiedono della ricostruzione post sisma, ma noi siamo città della conoscenza, dell’innovazione, e naturalmente anche dalla resilienza, ma dalla tragedia del terremoto ha imparato soprattutto un metodo, di come rinascere attraverso la cultura. Nella notte tra il 5 e 6 aprile 2010 ho curato un progetto che serviva a segnare un primo momento simbolico dell’elaborazione del lutto del terremoto, con tante luci che da San Bernardino si vedevano in tutta la zona rossa. In quel momento immaginare cosa sta succedendo oggi sembrava impossibile. Vorrei dedicare questo risultato alle persone che abbiamo ricordato quel giorno”.

“Quello per le candidature – ha poi sottolineato al microfono del Capoluogo – è sempre un lavoro molto difficile, si tratta di pianificare un intero anno di progetti che cambino il territorio, non semplici eventi. Progetti che ragionino sulla cultura come forma non solo di sviluppo, ma anche di benessere e coesione sociale. Questo è solo l’inizio, adesso dobbiamo realizzare questo progetto, dobbiamo far diventare L’Aquila una delle più memorabili capitali della cultura di tutti i tempi”.
E sul concetto di multiverso: “Mentre pensiamo che le città, soprattutto nelle aree interne, siano sostanzialmente un monoblocco, in realtà sono tante città in una, sono luoghi che hanno a che fare con la natura, con la cultura, con l’innovazione, con la storia e l’idea che non solo L’Aquila, ma che tutte le aree interne italiane siano delle città multiverso può aiutarci a cambiare la mentalità di questo Paese”.

l'aquila capitale italiana della cultura 2026 pier luigi sacco

I cinque ambiti dell’Aquila multiverso sono cinque modi non solo di guardare alla città, ma anche alle possibilità evolutive della stessa.
Il primo ambito, quello della Multiculturalità mette l’accento sul fatto che L’Aquila sia già oggi una città multiculturale, con tantissimi studenti provenienti da paesi diversi; inoltre, non bisogna dimenticare che storicamente la città è stata luogo di passaggi e contaminazioni culturali, proprio per la sua centralità lungo la cosiddetta Via degli Abruzzi – la strada che collegava Firenze alla capitale del Regno di Napoli – strada di transito non solo di merci, ma di uomini e di idee.
Il concetto della Multidisciplinarità è sintetizzabile nell’idea in cui tutto lo spettro della produzione artistica e culturale viene rappresentato: ancora una volta, non è rigidamente categorizzato, ma si va a intrecciare con la scienza e la tecnologia, ambiti in cui la città dell’Aquila è senz’altro fortemente rappresentativa a livello internazionale.
Pensando alla Multitemporalità, chiaro è il rimando al fluire del tempo. L’evoluzione storica della città ha disegnato un ambiente assolutamente unico, ma che non è soltanto frutto della storia di ciò che è stato e da cui veniamo, ma è la traccia viva su cui costruire il futuro.
Altro tema è quello della Multiriproducibiltà, ambito sintetizzabile nel fatto che la città non viene creata da singole persone o piccoli gruppi di loro rappresentanti, ma è l’effetto di un processo di creazione collettiva e partecipata. È un approccio che promuove l’innovazione e la collaborazione, per rispondere in modo più efficace alle esigenze dei cittadini, soprattutto delle generazioni più giovani.
L’ambito della Multinaturalità è legato al fatto che L’Aquila è non soltanto una città profondamente immersa nella natura, ma dove la vita stessa degli aquilani è sempre all’interno di un dialogo fisico, di movimento, tra lo spazio naturale e lo spazio urbano. In pochi posti oltre L’Aquila i luoghi naturali e le risorse ambientali del territorio dialogano creativamente con le arti, rendendo la città un museo a cielo aperto.

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