Grandandolo

Pierluigi Biondi a tutto tondo, Ci metto la faccia ogni giorno

Il sindaco Pierluigi Biondi ospite di #Grandangolo. "L'Aquila Capitale della Cultura è il riconoscimento a una città che già da tempo investe nel settore". Sulla vittoria di Marsilio alle regionali "Tanti abruzzesi hanno preso in simpatia il presidente, attaccato dall'opposizione senza nessuna colpa".

“L’Aquila Capitale della Cultura è un riconoscimento a una città che già da tempo investe nel settore della cultura. C’è grande attesa, aspettative, questo suggello adesso ci riempie di ancor maggiori responsabilità e siamo pronti a prendercele”. All’indomani dell’incoronazione dell’Aquila a Capjtale Italiana della Cultura, il sindaco Pierluigi Biondi a Grandangolo, la trasmissione che ha l’ambizione di parlare di politica e non solo, a cura del direttore David Filieri.

Un’intervista a caldo in un momento magico per la città e il territorio: L’Aquila ha ricevuto il 14 marzo a Roma il tanto atteso riconoscimento e per il sindaco Pierluigi Biondi, “Quella dell’Aquila è stata, fin dal principio, una sfida condivisa. Si percepisce in questi giorni una straordinaria eco mediatica. Ho ricevuto centinaia di messaggi di complimenti da tantissime persone”. E Biondi che da sempre ha voluto essere il sindaco della gente ha già fatto un giro tra i commercianti per raccogliere commenti ed emozioni. “Ha avuto un impatto incredibile sulla cittadinanza che ha vissuto questa vittoria non solo come un riconoscimento, ma come un bollino di qualità. Si percepisce molta felicità tra la gente. C’è grande attesa e ci sono tante aspettative. Questo ci riempie ancora di più di responsabilità. L’Aquila Capitale della cultura non porta solo il milione di euro del Mic, che va a sommarsi al grande investimento che la città ha ogni anno per la cultura. L’Aquila da anni ha fame di obiettivi ambiziosi e quando li raggiunge è in grado di esserne all’altezza”. Una narrazione nuova per il primo cittadino che si discosta, “da chi vuole raccontare una città plumbea e immobilizzata. Quando ci siamo candidati e siamo stati scartati, abbiamo incassato e abbiamo lavorato per riprovarci. È stato virtuoso e ci ha ripagato, tanto che alcuni sindaci delle altre città arrivate in finale mi hanno già scritto con l’intenzione di voler collaborare. Ogni tipo di critica, che cerca di mettere in ombra o demolire il risultato raggiunto, è irriguardosa per la storia recente dell’Aquila e non solo per il terremoto: abbiamo messo a punto un dossier curato da professionisti dell’economia del settore cultura (i professori Pierluigi Sacco e Alessandro Crociata ndr) che hanno applicato il canone della scientificità a un tema poliedrico e vasto”.

Per il primo cittadino la nomina di L’Aquila a Capitale della Cultura è arrivata pochi giorni dopo un altro grande successo, questo volta politico: il centrodestra ha vinto le elezioni, rieleggendo Marco Marsilio alla guida dell’Abruzzo. Un risultato storico e senza precedenti per la regione che non aveva mai riconfermato un governatore uscente. “L’Abruzzo ha scelto Marsilio nonostante una costante e grottesca campagna di denigrazione nei confronti del presidente avviata dalle opposizioni che spaziava su vari temi. Il nostro presidente ha una cultura e una accuratezza nei dettagli quasi ‘maniacale’, invece l’opposizione ha presentato Marsilio come un paracadutato e il candidato Luciano D’Amico come il vicino di casa. Invece di portare avanti un confronto sui temi, c’è stata un’isteria collettiva che da un lato ha attaccato a testa bassa l’uomo Marsilio e dall’altro ha caratterizzato una battage che ha portato a una reazione avversa. Tanti abruzzesi hanno preso in simpatia Marsilio, perché è stato attaccato senza nessuna colpa: sempre disponibile, con entusiasmo è venuto a Roma per la premiazione a Capitale della Cultura e come un bambino ha gioito. Marsilio è un uomo autorevole e stimato anche negli ambienti e nei tavoli di governo, con amicizie positive coltivate anche nel centrosinistra, ed è l’uomo che è stato capace di riportare l’Abruzzo a un livello che mancava da anni”.

Nonostante la vittoria per il centrodestra abruzzese e nonostante il supporto trainante dell’Aquila alla vittoria di Marsilio, la città non è riuscita ad eleggere il suo candidato Fdi Alessandro Piccinini, a cui non sono bastate 5443 preferenze per essere eletto. “Su L’Aquila città – chiarisce il sindaco – la competizione è sempre stata molto alta. Quello che è successo è una dinamica naturale: chi corre da consigliere regionale sa che pur avendo un vantaggio, perchè gestisce e da risposte ai cittadini, corre con il rischio di non essere eletto. Forse come città siamo partiti troppo tardi, i candidati sono stati annunciati solo a dicembre, abbiamo avuto meno di 3 mesi di tempo per fare campagna elettorale. Dispiace ovviamente che non ci sia un aquilano del partito di maggioranza relativa, ma sono altrettanto convinto che non sia più necessario essere aquilano per fare il bene dell’Aquila. La democrazia insegna questo: chi prende un voto in più governa. Fratelli d’Italia è un partito serio, strutturato che ha una sua dinamica e logiche interne, quindi tutti quelli che hanno contribuito avranno voce in capitolo”.

Tutti i partiti politici devono avere una consapevolezza al di fuori delle dinamiche degli addetti ai lavori: c’è un mondo che guarda, giudica e vota e che premia e punisce. Come sindaco sono quasi a metà strada del secondo mandato e la storia recente di questa città racconta che il centrodestra quando si è messo a fare battaglie al proprio interno, ha lasciato che il centrosinistra governasse per 10 anni. Se le coalizioni si sclerotizzano e pensano che il mondo inizi e finisca all’interno della cerchia degli addetti ai lavori poi arrivano quelle strane sorprese come accaduto nel 2017 per il centrosinistra”, continua.

E sull’eventuale rimpasto di giunta dopo le elezioni: “Rimando ai segretari del partito, ma devono esserci persone di qualità. I partiti decideranno nella fase istruttoria, io sono chiamato tutti i giorni a ragionare con gli assessori che prendono le deleghe a cui rinuncia il sindaco: non sono abituato a sopravvivere e galleggiare“. 

Alessandro Piccinini con 5443 preferenze è fuori dal Consiglio Regionale

 

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