Cronaca

Dossieraggio, il finanziere Pasquale Striano trasferito a L’Aquila

È arrivato presso il Comando regionale della Finanza dell'Aquila Pasquale Striano, finanziere al centro dell'inchiesta sul Dossieraggio portata avanti dalla Procura di Perugia

Trasferito a L’Aquila il tenente Pasquale Striano, al centro del caso Dossieraggio, sui presunti accessi abusivi alle banche dati della Procura nazionale antimafia.

È arrivato presso il Comando regionale della Finanza dell’Aquila Pasquale Striano, il finanziere al centro dell’inchiesta sul Dossieraggio portata avanti dalla Procura di Perugia. Una notizia tenuta riservata dai vertici del Corpo, per questo non è possibile risalire al momento esatto del trasferimento dell’ufficiale in città. Striano è stato trasferito nel settore Tecnico logistico amministrativo dell’Aquila, dopo essere stato responsabile del Gruppo segnalazioni operazioni sospette della Finanza presso la Dna, riporta Il Messaggero.
Il Procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, ha definito il tenente come autore di ricerche dai numeri “mostruosi e inquietanti”. Veri e propri dossieraggi, sembra, che avrebbero coinvolto anche l’ex dirigente del Miur Giovanna Boda, arrivata a L’Aquila nel luglio 2011 come responsabile dell’Ufficio scolastico regionale, incarico che aveva lasciato dopo 9 mesi per un ruolo al Ministero.

Ricordiamo che, secondo l’accusa, Pasquale Striano avrebbe utilizzato il suo ruolo di capo del gruppo sulle Segnalazioni di Operazioni Sospette (Sos) per compilare dossier che avrebbe poi girato ai giornalisti. Indagato con lui anche l’ex magistrato Antonio Laudati, responsabile delle segnalazioni nella Direzione Nazionale Antimafia. Con loro due, sono indagati anche otto giornalisti.
L’inchiesta in totale ne conta 15. Ma proprio Striano ha rilasciato queste dichiarazioni al quotidiano La Verità, confessando di aver effettuato 40 mila accessi, ma precisando: Agivo su ordine dei pubblici ministeri. Alla Dna si pensa poco alla mafia e molto al potere”.
Sugli accessi ha quindi aggiunto: “Non hanno capito nulla dei numeri che hanno dato, non sanno quali fossero le procedure, non sanno nulla. Io di segnalazioni di operazioni sospette non ne ho visionate 4.000, come dicono loro, ne ho visionate 40.000. Era il mio lavoro. Io ero una persona super professionale che acquisiva notizie a destra e a sinistra. Lo ammetto, anche con metodi non sempre ortodossi. Ma non mi devono far passare per quello che non sono. Io adesso andrò a farmi le mie ragioni, perché loro (gli inquirenti, ndr) stanno inventando una marea di cose per amplificare una vicenda che invece è abbastanza ridicola».

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