Michele Fina e il campo largo: La sinistra unisca le forze e lavori ad un programma nazionale

Il post elezioni regionali visto da Michele Fina: risultati, futuro del Pd e campo largo. L’intervista al senatore, ospite di Grandangolo.
Il post elezioni regionali visto da Michele Fina: risultati, futuro del Pd e campo largo. L’intervista al senatore, ospite di Grandangolo.
Un’analisi netta quella del senatore e tesoriere nazionale del Partito DemocraticoMichele Fina sulle elezioni regionali 2024 in Abruzzo.
“Noi abbiamo perso le elezioni nettamente. Dispiace per il lavoro fatto, soprattutto negli ultimi anni che ci ha portato a costruire una grande alleanza, mettendo in campo una candidatura forte come quella di Luciano D’Amico. Credo che l’Abruzzo meritasse di più, perché ritengo che questo governo abbia fatto male. Il Pd ha comunque avuto un ottimo risultato, con una compagine di consigliere che hanno raccolto decine di migliaia di voti”, afferma il senatore ai microfoni del Capoluogo.
Se il governo ha governato male come si può spiegare la differenza dei voti ottenuti rispetto al centrodestra?
“Partiamo dall’assunto che l’elettore ha sempre ragione. Penso, inoltre, che la destra abbia avuto una precisa capacità: cioè quella di costruire un’attività di governo particolarmente incentrata sul consenso, soprattutto rivolto alle figure dei consiglieri regionali. Le ripetute leggi mancia, con distribuzioni di piccoli contributi a pioggia, hanno permesso alla maggioranza e, in quota parte, anche all’opposizione, di raccogliere migliaia di preferenze e di consensi, soprattutto rivolti a coloro che si sono poi ricandidati. La nostra – specifica Fina – non credo sia un’alleanza non omogenea, soprattutto se pensiamo al confronto con le distanze che si stanno acuendo tra le forze della maggioranza al governo nazionale, in particolare mi riferisco alle posizioni di Fratelli d’Italia e Lega. Tuttavia, la destra è riuscita negli anni a costruire una colazione che, seppur distante su determinati temi, è sempre la stessa dovunque. Noi in Abruzzo, invece, abbiamo fatto un’eccezione: mettendo insieme tutte lue forze alternative alla destra. E abbiamo pagato questa scelta con un elevato astensionismo”.

Capitolo Movimento 5 Stelle. “C’è bisogno di un chiaro progetto politico nazionale, non solo locale. Gli elettori del M5S hanno evidentemente digerito male un’alleanza che a livello nazionale, infatti, ancora non c’è. Lo stanno dimostrando anche gli stessi leader ora, in questo periodo di avvicinamento alle Elezioni Europee. Credo che quanto successo in Sardegna sia la dimostrazione di come un progetto omogeneo, ma che con il nostro sistema elettorale non avrebbe comunque portato a quei risultati”.
E il Terzo Polo? “Allo stato attuale ha scelto una politica non molto definita, tuttavia aspetterei le Elezioni Europee. In generale penso che nel campo progressista ci sia la possibilità di mettere insieme forze socialdemocratiche, forze ecologiste e forze liberal-democratiche. Credo che ci sia la possibilità di creare un programma comune, abbandonando i personalismi. E scegliere la strada da seguire sui grandi temi che interessano il nostro Paese. Se sul salario minimo e sulla Sanità pubblica abbiamo trovato punti d’incontro, perché non si può lavorare ad un intero programma di governo?”.