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DL Superbonus, PD contro il Governo: “Danno irreparabile sui crateri”

DL Superbonus, Fina: "Il governo si fermi. Sui crateri danno irreparabile". Pietrucci: "Mobilitazione generale per reagire".

DL Superbonus, Fina: “Il governo si fermi. Sui crateri danno irreparabile”. Pietrucci: “Mobilitazione generale per reagire”.

“Con un agguato notturno il Governo Meloni ha inferto l’ultimo definitivo colpo al Superbonus, senza curarsi di famiglie e imprese che saranno danneggiate”. Così in una nota Michele Fina, senatore e Tesoriere del Pd, che aggiunge: “Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato un decreto legge che cancella la possibilità di usufruire dello sconto in fattura e della successiva cessione del credito. In attesa della pubblicazione del testo del decreto, la stampa riporta che il superamento di sconto in fattura e cessione del credito toccherebbe anche gli immobili ricadenti nei crateri sismici 2009 e 2016. Se la notizia venisse confermata sarebbe di una gravità imponderabile nei suoi effetti sulla ricostruzione e su tanti cantieri in corso. Una beffa da parte del Governo che, dopo aver riempito di promesse il territorio in campagna elettorale, con un colpo di mano sottrae ai proprietari il diritto di veder ricostruiti i propri immobili in tempi ragionevoli. Imbarazzato il silenzio dei parlamentari di maggioranza che si erano prodigati ad assicurare che il Superbonus rafforzato sarebbe restato invariato fino al 2025. Il Governo si fermi e faccia immediatamente un passo indietro”.

Sulla questione interviene anche Pierpaolo Pietrucci: “Si scopre oggi – con la vigliaccheria tipica di chi sa solo prendere in giro – che le agevolazioni del Superbonus 110% annunciate a dicembre non saranno più valide. Il Governo ieri ha approvato “a sorpresa” un Decreto Legge che taglia le gambe a tutte le opere in corso che, fino a ieri, contavano di arrivare al 15 ottobre prossimo per utilizzare la cessione del credito e proseguire i lavori. Invece, illudendo tutti, il provvedimento approvato a dicembre (il DL 212/2023) viene adesso rivisto e drasticamente azzerato, gettando nel panico tutti coloro che ne sono coinvolti. Guarda un po’, tutto questo avviene subito dopo le elezioni: tanto per confermare la miseria politica di governanti a cui interessa solo prendere i voti, e poi lasciare l’economia locale nello sfascio più totale. Sfidando il senso del ridicolo, Liris e Sigismondi sbandierano come un successo (!) quello che è un colpo ferale per l’economia delle aree dei crateri sismici abruzzesi. Bloccando lo sconto in fattura e la cessione del credito, le aziende non potranno più cedere i crediti alle banche e non potranno monetizzare i lavori eseguiti. Centinaia, forse migliaia di abitazioni demolite attraverso il cosiddetto Superbonus Rafforzato (mediante rinuncia al contributo ricostruzione) non potranno essere ricostruite, con la conseguenza di generare migliaia di nuovi sfollati, persone che non vedranno ricostruita la loro casa! La ricostruzione delle Aree dei Crateri sismici si fermerà nuovamente perché tutte le pratiche sono finanziate in parte con il contributo per la ricostruzione e in parte col Superbonus. Condomini in tutta Italia che non potranno essere completati, imprese costrette a fallire per mancanza di liquidità, professionisti che non potranno veder riconosciute le progettazioni e, dulcis in fundo, una stagione di contenziosi tra proprietari e aziende per una delle più classiche guerre tra poveri. Anche gli Enti del Terzo settore (per i lavori sulle barriere architettoniche), le cooperative di abitazione e gli Istituti delle Case Popolari verranno falcidiati. Questa è una mannaia per le aree del cratere, per la realtà aquilana e abruzzese. Si bloccherà tutto perché finora per ogni pratica edilizia del sisma occorreva calcolare l’addendum del 110% perché i soldi per la ricostruzione non sono sufficienti. Serve una mobilitazione generale: i sindaci, le imprese, i professionisti, i cittadini, le organizzazioni sindacali e di categoria lancino una gigantesca protesta. Si portino in piazza le ruspe e i camion – come hanno fatto gli agricoltori con i loro trattori – per impedire questo danno drammatico. Prima che il testo di questo provvedimento venga scritto, bisogna reagire per impedire il tragico esito che si annuncia”.

“Fino al 10 marzo – scrive il PD L’Aquila – , la destra al Governo – attraverso i parlamentari del territorio, ed in particolare Guido Liris e Etel Sigismondi – assicurava che il superbonus 110% sarebbe rimasto invariato nei crateri 2009 e 2016 fino al 2025; “una misura essenziale” la definivano gli esponenti di Fratelli d’Italia, rivolgendo un plauso al governo che, garantivano, “ha ascoltato le argomentazioni di cui ci siamo fatti portavoce a Roma”. Se non fosse che il provvedimento, voluto dai governi di centrosinistra fino al 2026, era stato prima bloccato e poi reinserito, col taglio di un anno, in campagna elettorale. Passato il 10 marzo però, e incassata la conferma di Marco Marsilio alla guida della Regione, il governo Meloni, con un decreto-legge approvato alla chetichella, avrebbe fatto un nuovo passo indietro cancellando la misura, escludendo dalla possibilità di usufruire dello sconto in fattura e della successiva cessione del credito anche gli immobili ricadenti nei crateri sismici. Uno schiaffo in faccia all’Abruzzo, alle famiglie che attendono la ricostruzione delle loro abitazioni e alle imprese che, di provvedimento in provvedimento, fanno fatica a programmare il lavoro sia operativo che finanziario, con ripercussioni pesantissime sui processi di ricostruzione ancora in corso. Un atto scellerato, e vergognoso. Attendiamo di leggere con attenzione il decreto-legge: intanto, ci preme ricordare al Governo Meloni che cancellare il ‘contributo rafforzato’ significherebbe pregiudicare la rinascita dei territori terremotati, considerato che il ricorso all’agevolazione è attualmente previsto per la quota in accollo ai proprietari di unità immobiliari inagibili, un supporto fondamentale per le famiglie data l’evidenza che i parametri del buono ricostruzione non sono adeguati a coprire i costi reali dei lavori. A qualche giorno dal quindicesimo anniversario del terremoto del 6 aprile 2009, chiediamo alla Presidente del Consiglio, eletta proprio nel collegio L’Aquila-Teramo, di fare immediatamente un passo indietro; altrimenti, non ci sarà altra via che una fortissima mobilitazione”.

Sulla questione interviene anche il Presidente di ANCE L’Aquila Gianni Frattale: “Non può sfuggire agli imprenditori abruzzesi e a molti cittadini ancora alle prese con i lavori della ricostruzione post sismica, compensabili oggi solo grazie al super bonus 110%, come fino a 17 giorni prima le elezioni regionali il futuro fosse tutto un fiorire di buoni presagi, secondo i rappresentanti del Governo, e come invece 17 giorni dopo da quel 10 marzo tutti gli incubi tornano miseramente nel nostro quotidiano. Nessuno conosce ancora i particolari del nuovissimo Decreto del Governo, ma se si confermassero le più che esplicite anticipazioni del Ministro Giorgetti, il quale annuncia a sorpresa la fine del Super Bonus 110% anche per le aree terremotate, saremmo di fronte al più sfacciato cinismo elettorale. Infatti colpisce in primo luogo la tempistica che rivela uno spregiudicato e strumentale inganno ai danni delle imprese e di chi è alle prese con la ricostruzione della propria casa e della propria vita, a 15 anni dal sisma. In secondo luogo il provvedimento non può che originare dalla mancanza di sensibilità verso il completamento della ricostruzione che senza lo sconto in fattura e la cessione del credito, i meccanismi che il Governo ha annunciato di eliminare, entrerà ufficialmente nell’abulia, non essendo ad oggi i parametri del buono ricostruzione adeguati a coprire i costi reali dei lavori. Una cosa chiediamo da tempo, non privilegi, ma programmazione e trasparenza, con provvedimenti definitivi, anche se severi e impopolari. Si stanno invece fiaccando le imprese con provvedimenti contraddittori emessi ogni due mesi, l’ultimo sul tema a fine dicembre, senza un minimo di ragionamento condiviso. Le imprese vengono continuamente illuse e poi tradite in totale leggerezza, con grave danno per la programmazione del lavoro sia operativa che finanziaria. Gli imprenditori edili, da cui dipendono le famiglie delle loro numerose maestranze,  non possono vivere nell’angoscia costante dell’incertezza e della contraddizione di provvedimenti adottati all’ultimo minuto e sempre fuori tempo massimo. Ci chiediamo ora cosa ne farà il Commissario Castelli del miliardo ottenuto dalle banche per la cessione dei crediti della ricostruzione 2016. Un modo di agire schizofrenico che rivela una mancanza di coordinamento e l’incapacità di visione a lungo termine oltre che un totale scollamento dalla tutela del sistema produttivo di questo Paese che scoraggia dal fare impresa e soprattutto scoraggia dal lavorare nel cratere sismico che rischia di diventare un inglorioso buco nero nell’azione di questo Governo”.

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