Cronaca

Sparatoria Pescara, Luca Cavallito è il testimone chiave

Sparatoria Pescara: parte il processo davanti ai giudici della Corte d'Assise di Chieti per l'omicidio di Walter Albi. Imputati Nobile, Ursino e Longo

Iniziato il processo presso la Corte d’Assise di Chieti che dovrà far luce sulla sparatoria avvenuta a Pescara l’1 agosto 2022 in cui venne ucciso il noto architetto Walter Albi. Super testimone del processo è proprio Luca Cavallito che nell’agguato rimase gravemente ferito e lottò per settimane tra la vita e la morte.

Gli imputati per la sparatoria di Pescara e l’omicidio dell’architetto sono il presunto killer Mimmo Nobile, il presunto mandante, il calabrese Natale Ursino, e Maurizio Longo, ritenuto fiancheggiatore e uomo di fiducia del calabrese collegato alla ‘ndrangheta. Udienza riservata all’acquisizione delle prove: ai 93 testimoni presenti nella lista dell’accusa (molti sono investigatori che si sono anche interessati della rapina al Centro agroalimentare di Cepagatti dell’11 luglio 2022, dove Nobile e Longo presero la pistola alla guardia giurata, arma che gli esperti hanno indicato come quella usata per il delitto Albi), rispondono in maniera molto contenuta le difese. 14 testi per Nobile (difeso dagli avvocati Massimo Galasso e Luigi Peluso), 6 per Ursino (assistito da Cesare Placanica e Giovanni Scarfò), con in testa proprio Luca Cavallito, che potrebbe fornire utili elementi alla difesa di Ursino; nessuno per Longo (difeso da Giancarlo De Marco e Antonio Di Blasio). Cavallito è imputato per un reato connesso: come riporta Il Centro dovrà rispondere per il traffico di cocaina con l’Ecuador di cui aveva parlato nei suoi lunghi interrogatori.

Albi e Cavallito nel tardo pomeriggio dell’1 agosto 2022 erano seduti al tavolo di un bar, quando l’aggressore, casco integrale sul volto, giacca nera, pantaloni più chiari, zaino sul petto, pistola in pugno, esplose i colpi di pistola. Prima i colpi dall’esterno del bar, attraverso la siepe, con cui ferì i due, seduti entrambi allo stesso lato del tavolo. Poi entrò nel dehors, passando tra i vasi, e sparò ancora, a distanza ravvicinata, mirando alla testa. L’architetto morì sul colpo, mentre il 49enne, in condizioni disperate, fu trasportato in ospedale.

Si tratta di un processo impegnativo dove, per ora, tutte le attenzioni del collegio difensivo saranno rivolte verso Cavallito, principale teste d’accusa, che nei suoi interrogatori ha detto tanto ai magistrati titolari dell’inchiesta condotta dal procuratore Giuseppe Bellelli, dall’aggiunto Anna Rita Mantini e dal sostituto Andrea Di Giovanni, fornendo una pista credibile, secondo la procura. Nobile si è sempre proclamato innocente e ha sempre sostenuto di non essere stato lui e dalla lista testi dei suoi difensori, si intuisce quale potrebbe essere l’obiettivo della difesa: dimostrare che quel giorno si trovasse in un’altra parte della città.

Alla base dell’omicidio ci sarebbe una missione finanziata e non portata a termine. Un episodio che svelerebbe l’infiltrazione in Abruzzo della ‘Ndrina Ursino di Locri. Sarebbe stato, infatti, Natale Ursino, residente nel Teramano l’uomo che avrebbe ordinato l’omicidio di Walter Albi. A eseguire materialmente il delitto sarebbe stato Mimmo Nobile, pluripregiudicato di Pescara, con un’arma rubata a una guardia giurata nel corso di una rapina all’Agroalimentare di Cepagatti l’11 luglio 2022, rapina in relazione alla quale lo stesso Nobile è indagato.

Omicidio Pescara, svolta nelle indagini: 3 indagati

 

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