Cronaca

Infarto sul Gran Sasso, dimesso 53enne soccorso con il defibrillatore donato alla stazione di Campo Imperatore

Dimesso il paziente colto da infarto sul Gran Sasso. Era stato soccorso in quota grazie al defibrillatore donato dalla famiglia Ioannucci. 

Fondamentali l’intervento tempestivo con il defibrillatore e le successive cure all’ospedale Mazzini di Teramo, dove è giunto in eliambulanza. Dimesso il paziente di Viterbo colto da infarto sul Gran Sasso. Era stato soccorso in quota da due dottoresse, grazie al defibrillatore donato 4 anni fa dalla famiglia Ioannucci.

È stato dimesso in ottime condizioni dall’ospedale ‘Mazzini’ di Teramo l’uomo di 53 anni di Viterbo salvato sul Gran Sasso lo scorso 8 marzo dopo un malore in montagna: determinanti il primo soccorso e tutta la fase che si è svolta dall’arrivo in eliambulanza all’ospedale di Teramo.  L’uomo, senza alcuna storia cardiologica di rilievo, nella mattinata dell’8 marzo ha avuto un infarto miocardico fulminante all’arrivo della funivia di Campo Imperatore, esordito con arresto cardiaco. Soccorso prontamente dai presenti ed in particolare da due dottoresse anche loro lì per sciare, che hanno iniziato il massaggio cardiaco e utilizzato il defibrillatore semiautomatico presente in stazione per gestire i ripetuti arresti cardiaci, è stato poi trasportato in elicottero al Mazzini. Il defibrillatore presente nella stazione di Campo Imperatore fu installato proprio nel 2019, per onorare la memoria di Giuseppe Ioannucci, l’imprenditore aquilano scomparso il 25 aprile di quattro anni fa colpito da un malore sul Monte Aquila.

A bordo dell’elisoccorso, poi, è proseguita la rianimazione con il dispositivo di massaggio cardiaco esterno automatico Lucas. che esercita con elevata efficienza 100 compressioni toraciche al minuto. Al Pronto soccorso di Teramo è stato intubato ed è stata fatta la diagnosi di infarto anterolaterale esteso. In ospedale ha avuto un altro arresto cardiaco, ma il circolo del sangue è stato mantenuto grazie al massaggiatore Lucas in attività durante il trasporto nell’Emodinamica al secondo lotto. Nella Uoc, diretta da Franco De Remigis, il dottor Francesco Paparoni con l’équipe dell’Emodinamica e l’assistenza della Rianimazione cardiochirurgica ha eseguito con successo l’angioplastica primaria con disostruzione dell’arteria discendente anteriore, tromboaspirazione e impianto di uno stent medicato. È stato inoltre posizionato un contropulsatore aortico per facilitare il recupero dallo shock cardiogeno. In questa fase è avvenuto il risveglio spontaneo del paziente dopo oltre un’ora e mezza di manovre rianimatorie. Il paziente è stato quindi assistito per alcuni giorni nella Rianimazione cardiochirurgica diretta da Marco Cargoni e poi nell’Utic. Martedì scorso il ritorno a casa con recupero pressoché completo.

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