Roio 15 anni dopo, la vita tra i cantieri della ricostruzione

A 15 anni dal 2009 e a ricostruzione ormai avviata da qualche anno, qual è la situazione a Roio? La vita tra i cantieri
Roio a 15 anni dal terremoto, la vita scorre tra i grovigli della ricostruzione. Il contributo di Fulgenzio Ciccozzi.
A 15 anni dal 2009 e a ricostruzione ormai avviata da qualche anno, la speranza che nutre la comunità di rivedere i paesi ricostruiti spesso si infrange contro un muro di incertezze che lasciano un certo amaro in bocca. Le evidenti difficoltà connesse ai lavori di rifacimento degli immobili colpiti dal sisma sono figlie non solo di una pesante burocrazia, ormai nota a tutti, ma anche degli effetti collaterali ad essa direttamente o indirettamente riconducibili, dovuti ad una non sempre corretta gestione dell’intero iter della ricostruzione, che coinvolge quasi tutte le parti in causa e che porta notevoli ritardi all’apertura e alla chiusura dei cantieri. Il coordinamento delle varie fasi esecutive è uno dei punti deboli che, in alcuni casi, intacca il processo della ricostruzione e che coinvolge spesso i proprietari ai quali vengono, tacitamente, attribuite delle competenze non richieste e disponibilità di tempo che gli stessi non sono dovuti ad avere, se non per gli obblighi strettamente necessari.Ultima tegola che sembrava abbattersi sulla ricostruzione postsisma è stata la cancellazione dei benefici del “contributo rafforzato” previsto con il Superbonus; provvedimento legislativo che è stato poi prontamente ritirato (almeno per le Aree sisma del Centro Italia). Tale contributo incide anche quale supporto economico per sopperire all’aumento delle spese dovute soprattutto all’incremento dei costi subito dalle materie prime, per il ripristino dei fabbricati i cui fondi non sono ormai più sufficienti a coprire.

È ovvio che più si va avanti e più la situazione si complica e per i ritardatari non resta altro che affrontare con piglio gli ostacoli che si sovrappongono, senza fermarsi a leccarsi le ferite consapevolmente e inconsapevolmente inferte.
Eccoci, dunque, giunti all’anno 2024. Nelle frazioni roiane sono aperti diversi cantieri che iniziano ad aggredire pian piano i centri storici. Al Poggio, lungo l’asse del Corso di principe Umberto, a partire dai dintorni dell’aia di Sant’Antonio, fino a salire nella zona denominata lo Largu, sono avviati lavori che fanno ben sperare per il recupero del paese. Situazione analoga si presenta a Roio Piano che, comunque, resta con zone ampiamente inerti, con aggregati che portano notevoli ritardi e che ne fanno, oggettivamente, il fanalino di coda nell’altopiano. Senza dimenticare che, nel medesimo paese, la zona di Aia del Ceraso, dove le case sono state ricostruite, e via Lucoli sono prive di illuminazione pubblica. Inoltre, in quest’ultimo punto di transito che porta all’Aia emergono pozze d’acqua dovute alla rottura delle tubature. Insomma, tornare a vivere nel “cuore” del centro storico, oggi, tra vie dissestate, zone buie, circondati da macerie, in aree prive di parcheggi e immersi nel pieno della movimentazione di personale e mezzi impiegati nella ricostruzione non è impresa da poco e comporta notevoli difficoltà di adattamento. Le lunghe file delle macchine in sosta, sistemate alla meglio, che restringono la carreggiata sono la diretta conseguenza della mancanza di parcheggi e ciò denota la poca lungimiranza nel provvedere ad apportare quei piccoli ritocchi necessari nell’impianto urbanistico medievale delle frazioni, che avrebbero reso un congruo servizio alla comunità. Chi pensava di riavere in tempi accettabili i paesi di una volta rimarrà dunque deluso e, fatte le dovute considerazioni, qualche famiglia tornata con tanto entusiasmo nel paese natale probabilmente sarà costretta nuovamente a fare le valigie.
A Santa Rufina la situazione sembra essere migliore, anche se ci sono delle problematiche che emergono in alcuni cantieri. A Colle, tra i progetti in gran parte istruiti, ci sono consorzi con scheda parametrica 2 presentati e altri in istruttoria. Insomma, tempo ancora qualche anno, e salvo imprevisti, la ricostruzione dovrebbe entrare nella fase finale. Dopotutto, un po’ di ottimismo non deve mai mancare. Un ottimismo che fa ben sperare per il recupero della casa dello studente a Roio Piano, i cui lavori di consolidamento e rifunzionalizzazione sono iniziati a marzo grazie ai fondi resi disponibili dal PNRR e dopo numerosi solleciti che si sono rincorsi negli anni (sin dal 2009), i quali sembrano aver contribuito a sortire i loro effetti, richiamando l’attenzione dell’odierna amministrazione comunale, la quale ha fatto seguire i fatti alle parole. Chiudiamo con un pensiero rivolto ai numerosi affetti che in questi anni hanno lasciato il passo e alle vittime del terremoto che il prossimo 6 aprile – dopo un’interruzione durata circa 4 anni (causa COVID) – verranno ricordate a Roio, nel luogo dell’epicentro, con la celebrazione della santa messa.