Il 6 aprile visto dal palaangeli

Fare memoria per un futuro migliore: il passaggio di consegne alle giovani generazioni di aquilani

Fare memoria, insieme alle giovani generazioni, per costruire un futuro migliore per L'Aquila: al PalaAngeli per condividere vita e speranze

Si chiudono con gli incontri fra i familiari delle vittime del terremoto dell’Aquila e i bambini e i ragazzi, sportivi, aquilani, le giornate dedicate al ricordo del 15′ anniversario del sisma.

In un PalaAngeli strapieno di atleti e famiglie – 250 i cestisti che si sono alternati questa mattina sul parquet del palazzetto localizzato al centro del Progetto Case di Sant’Elia – si è respirata voglia di giocare, mettersi alla prova, di ridere. Di vivere.

“Per la prima volta, forse, quest’anno siamo riusciti, nelle manifestazioni, ad abbracciare le nuove generazioni” dice ai nostri microfoni Federico Vittorini, dopo aver parlato con i ragazzi del PalaAngeli. Con lui, Vincenzo Vittorini e Ilaria Carosi.

“Parlare di terremoto con loro è fondamentale perché la rimozione è il nemico principale del fare memoria, e fare memoria serve a costruire un futuro migliore, tutti insieme. Il 6 aprile è dolore, lutto intimo e sempre lo sarà. Ma può essere anche una opportunità per migliorarci come comunità e territorio. Credo che la nostra comunità meriti un futuro migliore“.

Il PalaAngeli è un luogo di testimonianza, dove “Fare memoria” significa guardare al futuro, attraverso i bambini del Nuovo Basket Aquilano. E l’iniziativa di oggi arriva a pochissime ore da una vittoria, fondamentale: quella sul Pescara Basket, che ha sancito la permanenza in B dei ragazzi del Presidente Roberto Nardecchia.

“Siamo riusciti a mantenere all’Aquila la serie B nella giornata del 6 aprile. Ma nulla nasce per caso”, sottolinea il presidente. “Abbiamo giocato il 6 aprile, in condizioni emotive molto forti, dopo un minuto di raccoglimento che ha coinvolto in modo particolare i ragazzi. È stata una occasione speciale. Ma ero convinto, anche quando Pescara era avanti di 10 punti, nel terzo periodo, che noi ce l’avremmo fatta e sarebbe emersa la nostra voglia. Aver chiuso poi l’incontro con  un ragazzo aquilano, del 2002, che ha fatto la tripla decisiva a 40 secondi dalla fine è stato il momento più emozionante di tutti.”

Il Nuovo Basket Aquilano c’è sempre stato in questi 15 anni. “Sì, ma per noi è una cosa naturale”, si schernisce Nardecchia. “I ragazzi sono la parte fondamentale del nostro popolo. Quando ci sono eventi importanti, di così elevata portata, la testimonianza e la memoria sono fondamentali. Per noi adulti deve essere naturale e testimoniare a loro la memoria e, allo stesso tempo, la voglia, la passione: perchè è la passione che muove il mondo e, naturalmente, anche lo sport”.

Ancora emozionato e con l’adrenalina a mille il capitano, Massimiliano Nardecchia, della squadra che ha centrato la permanenza in B. “È stata una grande giornata. Già una volta ci era capitato di giocare il 6 aprile: quella volta ci giocavamo la promozione, in un play off a Recanati. Da aquilani è una emozione molto forte: sai che rappresenti la tua città nel momento di massima sofferenza e anche questo ci ha dato una ragione in più. Ma in fondo credo che, a volte, non servano motivazioni per scendere in campo. Al di là del risultato sportivo, non serviva una motivazione per mettere tutto quello che avevamo in campo. Abbiamo portato con orgoglio in alto il nome dell’Aquila anche in questo giorno”.

Le interviste

 

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