Tangenti post sisma, assolti funzionari e un imprenditore dopo 10 anni

12 aprile 2024 | 09:32
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Tangenti post sisma, assolti funzionari e un imprenditore dopo 10 anni

Tangenti post sisma per la ricostruzione delle chiese delle Anime Sante e Santa Maria Paganica: “il fatto non sussite”. Assolti tecnici e un imprenditore.

Un processo durato quasi 10 anni, concluso con una serie di assoluzioni. Nel mirino appalti e tangenti legati alla ricostruzione post sisma per il recupero del patrimonio culturale ed ecclesiastico aquilano, in particolare delle chiese delle Anime Sante e Santa Maria Paganica. Per il giudice “il fatto non sussiste”.

Sul processo si era già espresso con delle assoluzioni il Tribunale dell’Aquila e adesso quello di Avezzano che doveva pronunciarsi sull’aspetto più delicato dell’inchiesta denominata “Betrayl” portata avanti dagli agenti della Squadra mobile e della Guardia di Finanza dell’Aquila e che aveva portato all’arresto e al rinvio a giudizio di alcuni funzionari e imprenditori per presunte tangenti legate alla ricostruzione post sisma delle chiese delle Anime Sante in Piazza Duomo e di Santa Maria Paganica.

Al centro del processo l’ex vicecommissario dei beni culturali, Luciano Marchetti, e la funzionaria del Mibac, Alessandra Mancinelli. Nella vicenda era coinvolto anche l’imprenditore Patrizio Cricchi, assistito dagli avvocati Stefano Marrocco e Carlo Sardini. Sia Marchetti (nominato vicecommissario insieme a Guido Bertolaso, poi confermato dopo l’uscita del capo della Protezione civile e la nomina dell’allora presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, come commissario per la ricostruzione), che la funzionaria erano stati ripresi in un video che secondo gli investigatori rappresentava la prova della consegna di una mazzetta da 10mila euro, anticipo di una tangente da 190mila euro, esattamente l’1% dei 19 milioni di euro dell’appalto per il recupero e il consolidamento della chiesa di Santa Maria Paganica. L’indagine aveva portato all’arresto di 5 persone in regime di domiciliari), tra cui Marchetti. Consegna che sarebbe avvenuta in un ristorante di Carsoli. Marchetti, assistito dall’avvocato Francesco Compagna e la Mancinelli, assistita dagli avvocati Mario Flammini e Franco Colucci, sono stati assolti con formula piena “perché il fatto non sussiste” dal reato di corruzione. Prescrizione invece per un presunto caso di falso per l’impreditore Cricchi.

Per i motivi dell’assoluzione da parte del Tribunale collegiale di Avezzano (composto da Marianna Minotti,Francesca D’Orazio e Anna Cuomo) ci vorrà anche qualche giorno, ma la difesa, nel corso del processo, ha insistito sul fatto che sia Marchetti che la Mancinelli all’epoca non rivestivano il ruolo di pubblico ufficiale – condizione cui si appoggia il reato di corruzione – inoltre, come riporta Il Messaggero, nel corso del dibattimento non sono stati dimostrati gli atti contrari ai doveri del proprio ufficio visto che per porre un affidamento diretto occorreva una modifica legislativa a livello centrale.