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Davide Ciocca, l’autore dei cartelli in centro: L’Aquila si ama, noi giovani possiamo fare la nostra parte

Ha appeso in alcuni angoli dell'Aquila dei cartelli con alcune frasi note, sull'esempio di altre città italiane. I cartelli, però, sono stati vandalizzati. Il 16enne Davide Ciocca non si arrende: "Ognuno di noi può fare qualcosa per la città"

“Sono nato un anno e mezzo prima del terremoto del 6 aprile. Ho visto le macerie e i primi cantieri partire, forse per questo amo intensamente la mia città”. Parole di Davide Ciocca, 16 anni e una grande voglia di fare, soprattutto di fare per L’Aquila. È stato lui ad appendere in diverse strade del centro i cartelli con le frasi che raccontano la città. E anche se quei cartelli sono stati danneggiati, lui li sta già ristampando, perché “Non ho intenzione di fermarmi“.

Sono durati pochi giorni i cartelli che il giovane Davide Ciocca ha appeso in varie strade della città, con la voglia di sorprendere cittadini aquilani e quanti, in queste settimane, arrivano a L’Aquila per visitare il capoluogo. Purtroppo qualcuno ha pensato di danneggiarli, gettandoli a terra, calpestandoli. Quando chiamiamo Davide per farci raccontare come sia nata l’idea dei cartelli lo troviamo davanti al computer, impegnato a stampare nuovamente le frasi per sistemare una seconda volta quei cartoncini negli angoli della città. E non si tratta di angoli a caso. Via Patini, Piazza dei Gesuiti e Piazza San Pietro: questi i luoghi scelti, perché “sono zone che si conoscono poco… una semplice iniziativa come quella dei cartelli potrebbe renderle più conosciute, soprattutto ai giovani”, sottolinea.

Ma come nasce l’idea dei cartelli? Sicuramente i cuori che hanno decorato via Patini nella settimana di San Valentino sono stati d’ispirazione, ma Davide ha avuto l’idea anche navigando sui social. Gestisce da febbraio 2022 il profilo Instagram “L’Aquila Città d’arte” e tra i profili e le community seguite, un giorno, è stato incuriosito dall’iniziativa di un giovane che aveva affisso dei cartelli a Torino, con su scritte diverse frasi.
“Così ho pensato: perché non provare a farlo anche a L’Aquila?”. Un’idea concretizzata già la scorsa settimana, ma i cartelli non sono sopravvissuti al weekend aquilano, con grande amarezza di Davide. Vorrei che noi giovani ci sentissimo parte di una città che si sta rimettendo in piedi, pezzo dopo pezzo. Per questo riappenderò i cartelli, sperando questa volta in una sorte migliore. Non solo, perché sto già pensando ad altro per creare curiosità e stupire. La nostra città merita attenzione e tutti noi, nel nostro piccolo, possiamo essere parte del cammino che sta seguendo L’Aquila, anche solo facendo piccole cose”. 

La voglia di fare che caratterizza Davide è testimoniata anche dal suo impegno nel mondo dell’associazionismo locale. “Faccio parte del Quarto di San Pietro, con cui ho sfilato alla mia prima Perdonanza quest’estate, e dell’associazione Ju Pacchetto con noi. Inoltre, Davide ha alle sue giovani spalle anche un’esperienza nel mondo del teatro, avendo recitato in uno spettacolo in dialetto aquilano.
Dietro al tuo attaccamento al territorio e alla tua partecipazione alla vita e alle tradizioni della città, c’è lo zampino di qualche familiare? Chiediamo. “Sicuramente di mia nonna. – risponde Davide – I miei nonni, in generale, sono molto attaccati alla loro terra e mi hanno trasmesso questo sentimento. Comunque, sento di essere legato alla mia città perché è casa mia: sono nato e cresciuto qui e davanti ad ogni posto rinato mi sono ritrovato a passeggiare, da bambino o pochi anni fa, chiedendomi: come diventerà? Come sarà questo angolo, o questo palazzo? Me lo chiedo ancora oggi, quando passo accanto ad un luogo in cui insiste un cantiere”. 

La passione per L’Aquila ha incontrato, poi, un altro grande hobby di Davide: la fotografia. Un interesse che Davide sta nutrendo attraverso la scrittura di un libro che racconta la città attraverso 32 scatti. “Ho scattato queste foto ad alcuni dei luoghi caratteristici dell’Aquila o in quei posti che mi hanno suscitato emozioni profonde. È come se la fotografia riuscisse ad esprimere ciò che a parole io non riesco a raccontare. Credo che alcune immagini parlino, senza il bisogno di usare la voce. Per questo ho voluto offrire uno spazio speciale a queste foto, per me speciali. Quando avrò terminato il libro mi rivolgerò a tutte le librerie cittadine, sperando che riscuota interesse”, anticipa Davide alla nostra redazione.

Progetti Made in L’Aquila a parte, cosa c’è nel futuro di Davide?
Ad oggi frequento il terzo anno all’Istituto Tecnico per Geometri Da Vinci – Colecchi. Credo che, una volta terminate le scuole superiori, mi iscriverò all’Università, perché mi piacerebbe diventare architetto. Un’ambizione che, naturalmente, ho coltivato nel tempo, vivendo in una città come L’Aquila e potendo ammirare da vicino la bellezza e l’eleganza dei palazzi ricostruiti. Ora per me c’è la scuola, ci sono le associazioni e soprattutto c’è L’Aquila. Spero di riuscire a fare qualcosa, di avere idee innovative e originali per portare entusiasmo in città. Di certo non starò fermo”.

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