Politica

Elezioni Pescara, Carlo Costantini punta su mobilità e ambiente

A Pescara il candidato a sindaco del centrosinistra è Carlo Costantini che al Capoluogo racconta le sue tre reti: mobilità, natura e servizi

Carlo Costantini ha avviato il 13 aprile la campagna elettorale da sindaco di Pescara.

Nella città adriatica (si voterà l’8 e il 9 giugno) è stato trovato l’accordo tra le forze politiche del centrosinistra, il cosiddetto campo largo, anche se a quanto risulta Azione, e nemmeno Italia Viva, faranno liste. Costantini ad Azione aderì nel settembre del 2021, per uscirne circa un mese fa. “Sono entrato da civico in Consiglio comunale e ho ripreso quella veste, con cui sono stato eletto”, dice al capoluogo.it riferendosi alle elezioni del 2019, quando a capo di tre liste concorse per la carica di primo cittadino.

Ruoli istituzionali e politici di rilievo il 62enne Carlo Costantini, avvocato, li ha ricoperti e svolti da componente dell’Italia dei Valori. Eletto due volte deputato, nel 2006 e poi nel 2008, sfidò qualche mese dopo Gianni Chiodi per la Presidenza della Giunta regionale. All’evento di sabato scorso a Pescara c’erano, tra gli altri, anche Giovanni Legnini e Luciano D’Amico, che hanno condiviso con lui negli ultimi anni il compito di contendere alla destra la Presidenza dell’Abruzzo, partendo, senza riuscire a ribaltarlo, da un quadro politico sfavorevole. “Dell’esperienza nell’Idv porto molto con me. Valori e principi come la competenza, il merito, l’onestà e il rigore, rimangono anche se il mondo è cambiato, e sono cambiati i bisogni di Pescara”, dice.
Si può dire che la nuova fase della carriera  politica di Costantini, quella che di fatto sfocia nella possibilità di affermarsi come sindaco della città più popolosa d’Abruzzo, è iniziata quando nel 2011 iniziò a lavorare per promuovere il referendum che nel maggio del 2014 sancì la fusione di Pescara con Montesilvano e Spoltore. Quel sentiero si è rivelato molto accidentato, ma è stato tracciato e porterà alla nuova città nel giro di tre anni, tanto che il prossimo sindaco avrà vita più breve del normale. Ma lui sottolinea: “Mi candido per otto anni, per costruire le condizioni perché la fusione si realizzi e poi per governarla nel miglior modo possibile. Sono stati del resto commessi errori in questo percorso: Pescara ha pensato di poterlo governare da sola ma Montesilvano e Spoltore hanno molto da dire, in quelle città alcuni servizi funzionano molto bene. Un sindaco deve sapere prendere le buone pratiche

Con lui, senza escludere l’ambizione di aumentarle, almeno cinque liste: Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle, due civiche (una classica del sindaco e un’altra che sarà rappresentativa della candidatura del 2019) e l’Alleanza Verdi Sinistra che ingloberà anche “Radici in comune”, l’associazione politica di Simona Barba che raccoglie i comitati di protesta. Alcuni di questi hanno duramente contestato alcune iniziative del sindaco in carica Carlo Masci, come ad esempio gli interventi su viale Marconi, o la scelta di realizzare un asilo in via della Fornace Bizzarri nonostante alcuni chiedessero di salvaguardare il parco.

Sintetizza il suo programma con l’espressione delle “tre reti”: quella della mobilità, della natura “che affiancherà i percorsi del fiume e del mare” e dei servizi, “che dovrà trasferirli nelle periferie”.

In caso di elezione, la presenza di voci per definizione critiche sarà gestita attraverso una rivoluzione del metodo, ed è questo il primo cardine del programma di Costantini: “Le decisioni devono essere condivise e partecipate, renderemo la partecipazione istituzionalizzata rispetto a procedimenti amministrativi su atti importanti per il futuro della città. La partecipazione è lo strumento migliore per assicurarsi che decisione presa è quella corretta ed è indispensabile, perché in molti casi quando si sceglie lo si fa in modo irreversibile”.
Tutto il contrario, dice lui, rispetto a come ha agito l’amministrazione in carica: “Su Viale Marconi ad esempio hanno fatto, sfasciato e rifatto più volte alla ricerca della soluzione migliore. Si agisce così quando non c’è una visione chiara della mobilità: hanno preferito prima fare e poi pensare”.
Lui una visione della mobilità ce l’ha, a partire della realizzazione della metropolitana di superficie sfruttando la particolarità di una città che è attraversata dai binari sia da Nord a Sud che da Est a Ovest, che comprenderà la riqualificazione e la valorizzazione delle stazioni per renderle hub di mobilità privata e pubblica e luoghi di offerta di mezzi in modalità condivisa: “Il servizio regionale deve diventare metropolitano e i bisogni di mobilità vanno studiati attorno alle stazioni”. Poi migliore raggiungibilità della città. Il candidato sindaco Carlo Costantini vuole un aeroporto potenziato, non importa che le competenze devono fare i conti con quelle della Regione: “Voglio introdurre la rivendicazione di un ruolo, quello del sindaco”.
Le scelte sulle mobilità si incroceranno in caso di vittoria con quelle che riguarderanno l’ambiente, altro cavallo di battaglia. Molto si è parlato in questi mesi del progetto avviato di fare dell’area di risulta, adiacente alla stazione, il luogo che ospiterà la nuova sede della Regione Abruzzo. Ma Costantini dice che “oltre l’ottanta per cento dei pescaresi è contrario, la si sta localizzando all’interno dell’unico spazio urbano che può diventare parco. Questa città non ha bisogno di cemento, bensì di liberarlo. Per non parlare dei problemi che comporterà per il traffico. Pescara ha una densità abitativa di 3600 abitanti per chilometro quadrato, è tra le più alte d’Italia. E’ inoltre una città di 120mila abitanti che durante il giorno diventano a causa del pendolarismo 400mila”.
Per Costantini occorre puntare “a investire sull’ambiente e sulla qualità della vita. Loro hanno tagliato una quantità innumerevole di alberi, sostenendo di averli compensati piantandone il doppio. Ma l’albero maturo sprigiona una capacità in termini ambientali che ha bisogno per essere pareggiata di cinquanta nuovi alberi”.

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