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Salvare scuole aree interne, Santangelo incontra Nardocci

Scuole, Roberto Santangelo incontra il direttore dell'USR Nardocci per affrontare il tema dell’accorpamento delle classi

Salvare le scuole delle aree interne dell’Abruzzo Aquilano: si terrà domani, mercoledì 17 aprile, presso la sede dell’USR dell’Aquila, l’incontro tra l’assessore regionale all’Istruzione e all’Edilizia Scolastica, Roberto Santangelo, e il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, Massimiliano Nardocci, per affrontare la questione relativa alle classi delle scuole secondarie di primo ciclo nei comuni di Caramanico Terme e Castelvecchio Subequo per le quali sembrerebbe previsto un accorpamento.

Un tema delicato, quello dell’accorpamento delle classi nelle scuole dei comuni di montagna che si lega strettamente a quello dello spopolamento delle aree interne e desta non poca preoccupazione nelle famiglie residenti. Un problema, annoso, portato alla ribalta anche al cinema con l’ultimo film di Riccardo Milani “Un mondo a parte”, ambientato a Opi.  Da alcuni giorni è partita la mobilitazione in Valle Subequana a difesa della scuola. Genitori e alunni, affiancati da sindaci e amministratori, si sono radunati davanti all’ingresso dellescuole cittadine di Castelvecchio Subequo in un presidio pacifico per dire no allo smantellamento della scuola media nel territorio subequano. Tutto parte dalla comunicazione pubblicata in data 5 aprile 2024 sul portale Argo in merito all’organico di diritto assegnato per la formazione delle classi nella Scuola Secondaria di Primo Grado del plesso di Castelvecchio Subequo. Nella nota informativa si legge che per l’anno scolastico 2024/2025 si autorizza la pluriclasse prima/terza media con un numero pari a 18 alunni.
Una doccia gelata per la comunità scolastica subequana, con amministratori e rappresentanti scolastici che, in un lungo incontro svoltosi in mattinata con la dirigente scolastica del Comprensivo di Raiano, hanno manifestato tutto il loro dissenso e i loro timori per il futuro non solo prossimo, ma anche a lungo termine, dell’intero territorio, cuore dell’entroterra aquilano.

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Il deputato D’Alfonso presenta un’interrogazione parlamentare

La nota di Luciano D’Alfonso.
Questa mattina ho presentato un’interrogazione ai Ministri dell’Istruzione e per il Sud per sapere:
1) se siano a conoscenza di quello che si sta verificando nei piccoli Comuni, dove per mantenere il presidio scolastico sempre più spesso si è costretti a ricorrere alle pluriclassi;
2) quali provvedimenti intendano adottare per poter tenere aperte le scuole nelle aree interne che si spopolano e garantire così il diritto allo studio e la qualità della didattica;
3) se intendono intervenire nell’immediato, per quanto di competenza, nel coadiuvare l’ufficio scolastico regionale per trovare una soluzione per il prossimo anno scolastico 2024-2025 per evitare la formazione delle pluriclassi e nel prevedere risorse sufficienti per mantenere l’organico di diritto nell’anno 2024-2025, al fine di non stravolgere il percorso formativo dei giovani del Comune di Castelvecchio Subequo e del plesso scolastico di Caramanico Terme”.
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Come noto, a partire dal prossimo anno scolastico nelle scuole medie di Caramanico Terme e Castelvecchio Subequo dovrebbero partire delle pluriclassi, comprendenti la prima e la terza media. La drastica riduzione del numero degli iscritti dovuta allo spopolamento e la normativa vigente hanno costretto la dirigenza scolastica ad autorizzare le pluriclassi con un numero pari, rispettivamente, a 19 (7 alunni della prima media e 12 della terza) e 18 (6 alunni iscritti in prima e 12 in terza). Riunire in un’unica classe ragazzi che sono appena entrati nella scuola secondaria di primo grado e altri che ne stanno uscendo equivale a stravolgere i programmi scolastici a danno della didattica e imporre una coabitazione forzata tra fasce di età che hanno esigenze molto diverse. Attualmente il DPR 81/09 prevede per le classi di scuola primaria un numero di alunni non inferiore a 15 e non superiore a 26 e nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche abitate da minoranze linguistiche possono essere costituite classi con un numero di alunni inferiore al numero minimo, ma comunque non inferiore a 10 alunni. Le pluriclassi, invece, sono costituite da non meno di 8 e non più di 18 alunni. Se è presente un/a alunno/a con disabilità, il numero massimo scende a 12, come stabilito dal DM 141 del 3.6.1999.
Secondo i dati dell’Ufficio Scolastico per l’Abruzzo, per il prossimo anno scolastico, in Abruzzo, complessivamente, gli alunni saranno 160.417 rispetto agli attuali 163.266 – con saldo negativo di 2.849 – e questo significherà inevitabilmente una forte dispersione scolastica, la chiusura delle piccole scuole soprattutto nell’entroterra – dove lo spopolamento si fa sentire in maniera drammatica – con conseguente, altrettanto inevitabile, riduzione di posti di lavoro, per docenti, insegnanti di sostegno e personale amministrativo, tecnico e ausiliario“, continua.

“Se da una parte siamo tutti consapevoli del ruolo importante che possono svolgere i piccoli Comuni nel rafforzamento di uno sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale, economico ed ambientale, e si sta concentrando ogni sforzo nel promuovere iniziative a contrasto del disagio socio-economico del momento, dall’altra non possiamo lasciare che stringenti limiti normativi contribuiscano al loro degrado e conseguente abbandono.
È evidente che, con questi orientamenti sul dimensionamento e con il badare solo ai numeri, le nostre scuole sono destinate a chiudere – conclude D’Alfonso – ed è urgente riconsiderare nuovi criteri di formazione delle classi, prestando attenzione in particolare alle aree interne, che non possono essere trattate alla stessa stregua delle comunità metropolitane“.
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