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Superbonus nei crateri, PD: Risorse insufficienti

Conferenza stampa del PD sul superbonus nei crateri 2009 e 2016: "Risorse insufficienti, ricostruzione a rischio".

Conferenza stampa del PD sul superbonus nei crateri 2009 e 2016: “Risorse insufficienti, ricostruzione a rischio”.

“Un pasticcio del Governo, l’ennesimo, rischia di bloccare la ricostruzione nei crateri sismici, ed in particolare in quello 2009”. A lanciare l’allarme è il Partito democratico, nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato il senatore Michele Fina, il coordinatore dei sindaci del cratere Gianni Anastasio, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, il segretario provinciale Francesco Piacente, il segretario cittadino Nello Avellani, i consiglieri comunali Stefano Albano, Stefania Pezzopane e Stefano Palumbo, oltre Rita Innocenzi del coordinamento politico.
“I dem – si legge in una nota – hanno ricostruito cosa è accaduto nelle ultime settimane: il governo Meloni è stato costretto, di nuovo, ad un confuso passo indietro dopo aver tentato di chiudere i rubinetti al superbonus 110% anche nei crateri sismici 2009 e 2016. Si ricorderà che la misura era stata introdotta dai governi di centrosinistra a valere fino al 2026, a copertura della quota in accollo ai proprietari di unità immobiliari inagibili generata dalla inadeguatezza dei parametri del buono ricostruzione a garantire la copertura dei costi reali dei lavori. Il governo Meloni aveva già tentato una ‘sveltina’, cancellando la misura per poi reinserirla frettolosamente, in avvio di campagna elettorale per le regionali in Abruzzo, tagliando però un anno, garantendo cioè le coperture fino al 2025.  Nottetempo, e senza alcuna concertazione, qualche settimana fa si è tentato un ennesimo blitz in Consiglio dei Ministri, con la misura che è stata di nuovo cancellata dentro il più ampio decreto 39/24 che modifica, ancora una volta, le norme sui bonus edilizi. Se non fosse che qualche ora dopo, sull’onda della protesta, l’esecutivo è stato costretto all’ennesima giravolta: superbonus salvo nei crateri sismici, è stato annunciato con enfasi dai parlamentari abruzzesi, col governo che ha comunque deciso di fissare un tetto alla spesa di 400 milioni fino al 2025: 330 milioni sono destinati al cratere 2016, 70 milioni al cratere 2009. Risorse assolutamente insufficienti; era stato calcolato fossero necessari, per il solo cratere 2009, minimo 120 milioni di euro per l’annualità 2024 per non fermare i processi avviati. Con i progetti approvati fino ad oggi, i 70 milioni sono di fatto già completamente impegnati. E non si capisce, tra l’altro, quali sarebbero i criteri di attingimento: chi avrebbe accesso alle risorse? Con quali priorità?  Di fatto, il governo ha creato il problema e poi ha tantato di mettere una pezza che, tuttavia, il problema non lo ha risolto affatto. Un capolavoro dell’assurdo. Eppure, è chiaro come il superbonus 110 sia diventato un tassello fondamentale nei processi di ricostruzione, senza il quale si rischia la paralisi. E d’altra parte cittadine e cittadini, imprese e associazioni di categoria, credendo nel patto sottoscritto con lo Stato non più tardi di qualche mese fa, si sono mossi per far approvare progetti finanziati col contributo sisma e con la copertura degli accolli a valere sul superbonus. Ora, quei progetti sono bloccati e si rischia di doverli rifare daccapo. E l’incertezza normativa ha generato, intanto, un senso di sfiducia che ha portato le imprese e i tecnici a fermarsi. Una situazione gravissima, incomprensibile considerato che, stando ai calcoli degli uffici speciali, sarebbero necessari 300 milioni nel cratere 2009, per il 2024 e 2025, così da consentire di non fermare la ricostruzione. Una inerzia per le casse dello Stato. Il Pd è mobilitato a tutti i livelli, dal Parlamento – con la battaglia già iniziata per emendare il decreto 39/24 – fino al Consiglio comunale dell’Aquila, per arrivare ad una soluzione per il cratere 2009. In questo senso, proprio dall’Aquila è arrivata – su proposta del Pd, accolta dalle forze di maggioranza e di opposizione – la richiesta di un confronto con gli Uffici speciali, che sia propedeutico ad un incontro con il Governo. La verità è che stiamo assistendo alla peggiore uscita da una legge dello stato nella storia repubblicana; è diritto dei governi entranti cambiare linea politica, è doveroso, però, garantire una transizione che non tradisca gli impegni assunti dallo Stato con cittadine e cittadini. La destra sta tentando di far passare il superbonus come l’origine di ogni male, sebbene la misura – e lo dimostrano studi autorevoli – abbia garantito un rimbalzo positivo dell’economia a seguito della pandemia; in realtà, non sta eliminando i bonus edilizi ma intende definitivamente cancellare, invece, l’opzione dello sconto in fattura e della cessione del credito. Questo significa che chi ha un reddito alto potrà continuare ad usufruire dei bonus; chi al contrario non ha capacità reddituale e fiscale rimarrà fuori dal sistema degli incentivi. Si penalizzano i redditi più bassi, si fa un regalo ai più ricchi, con la conseguenza, per noi inaccettabile, del blocco della ricostruzione nei crateri sismici”.

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