For Kenya, la solidarietà parla abruzzese “Acqua, luce e una fattoria: così aiutiamo 150 bambini”

For Kenya, “Tutti possono aiutare qualcuno”. Nella scuola-villaggio di Green Hill, in Kenya, l’ultima conquista è stata l’acqua: la prossima sarà la fattoria. Gli aiuti dalla no-profit abruzzese
Qualcuno lo chiama mal d’Africa. Non si sa se è questo il sentimento che ha portato alla nascita dell’associazione no-profit abruzzeseFor Kenya. Quel che è certo è che nel distretto di Malindi – in una zona molto distante dalla splendida costa keniana – c’è un villaggio in cui le persone, fino a qualche giorno fa, non avevano neanche l’acqua. E che tuttora non hanno la corrente. Una scuola-villaggio che conta ben 150 bambini, di cui 40 orfani. Accanto a loro, un gruppo di abruzzesi impegnato da anni per aiutarli.
KENYA – L’ultima conquista è stata l’acqua, portata nella scuola-villaggio di Green Hill a Raukani, con molta fatica e con non poche peripezie. La prossima conquista sarà la fattoria. Poi i pannelli solari, per far sì che il villaggio abbia la luce. Obiettivi chiari sulla lista di For Kenya, l’associazione no-profit Ets nata a Pescara ufficialmente nel novembre 2022, ma la cui opera è attiva da ben prima, precisamente dal 2017.
Tutto nasce da un viaggio, quello che la pescarese Luna Lamona fece in Africa nel 2015: un regalo di compleanno per i suoi 30 anni.
Un’esperienza che non è stata come le altre, anzi. Le ha lasciato un senso di incompiuto, una voglia di rimettersi in cammino e fare qualcosa per aiutare le persone incontrate nel suo viaggio. “Nel 2017 sono tornata in Kenya: all’inizio era difficile anche solo capire come poter aiutare – ci racconta Luna – Ero sola, c’era soltanto la mia famiglia ad appoggiarmi. Quindi, in principio, tornavo per portare qualche piccola cosa nel villaggio, contando quasi esclusivamente sulle mie forze e sulle risorse mie e dei miei familiari. Facevo qualche piccola lotteria, ma naturalmente non avendo una struttura di riferimento era impossibile raccogliere somme importanti di denaro. Poi c’è stato il Covid19 e ho avuto tempo per riflettere. Passata la fase più buia, nel 2022 sono tornata ancora una volta in Kenya ed ho svolto, per un periodo, volontariato all’interno di un ospedale. È stata quest’esperienza a farmi capire, in maniera definitiva, che volevo davvero aiutare e che era importante farlo in maniera strutturale. Perché se la situazione nel villaggio è drammatica, entrata in ospedale mi sono resa conto che tutto ciò che avevo visto fino ad ora non era neanche lontanamente paragonabile alle emergenze che si vivono lì, tra i pazienti“.
Così, a novembre 2022 nasce ufficialmente l’associazione For Kenya. A Luna, intanto, si uniscono altre persone, compagni di viaggio e di avventure solidali, mosse dal desiderio di aiutare chi è in difficoltà. E l’associazione, pian piano, inizia a raccogliere fondi anche grazie al contributo di partner aziendali.
Ai microfoni del Capoluogo Luna affida anche i ricordi degli inizi. “In un primo momento si vorrebbero spostare le montagne. Avevamo desideri e progetti che, ben presto, si sono scontrati con la difficilissima realtà della zona. Un’area in cui non c’è praticamente nulla. Mancano acqua e luce, manca cibo, gli abitanti si nutrono con polenta, fagioli, riso…non vedono mai carne. L’acqua viene acquistata e arriva su alcuni bidoni, per poi essere razionata: ognuno ne riceve tanta quanto basta al suo sostentamento. Per quanto mi riguarda, ho sempre fatto attività di volontariato a Pescara, ma arrivata in Africa cambi completamente prospettiva: si entra in un mondo diverso, ci si ritrova di fronte ad una situazione a cui non si è preparati. Per questo ci è voluto tempo anche soltanto per capire come aiutare“.
“Noi di For Kenya abbiamo deciso di concentrarci in quella zona per far sì che, piano piano, possa essere dotata di tutte le infrastrutture primarie. Per questo a breve installeremo dei pannelli solari per dotare l’area di corrente. Stiamo inoltre lavorando all’allestimento di una fattoria, per permettere agli abitanti di arricchire la loro alimentazione. Il problema principale, tuttavia, è che pur avviando un progetto, loro non sono preparati e non riescono a rendersi autonomi. Fondamentalmente, si tratta di un Paese in cui tutti aspettano un aiuto. Ogni novità viene interpretata come una soluzione duratura a cui provvederà chi li sostiene: ciò li spinge ad essere recettori passivi degli aiuti, senza tuttavia capire come essere indipendenti. La nostra missione è complessa – sottolinea – desideriamo aiutarli e lo facciamo, ma cerchiamo ogni giorno di fargli capire come andare avanti in modo autonomo“.
A tal proposito, Luna racconta.
“Siamo riusciti da poco a portare l’acqua nella scuola-villaggio. In principio avevamo pensato di attivare un pozzo, ma sarebbe costato oltre 10mila euro per via della profondità da raggiungere e per l’acquisto dello strumento che avrebbe dovuto filtrare l’acqua. Per questo, dopo molte difficoltà e lungaggini, siamo riusciti ad effettuare l’allaccio alla rete idrica del distretto. Loro fino ad ora acquistavano l’acqua in un punto di rifornimento, pagandola e poi razionandola. Ora potranno risparmiare quei soldi utilizzandoli per pagare la bolletta dell’acqua. Invece, cosa hanno fatto? Mi hanno spedito la prima bolletta. Ciò a dimostrazione di come facciano fatica a comprendere una normalità che, purtroppo, non hanno mai conosciuto. Tuttavia, noi crediamo fermamente che il vero aiuto sia renderli pronti, consapevoli e autonomi, solo in questo modo potranno andare avanti anche quando, magari, non potranno contare sull’aiuto di nessuno“.
Per fare tutto questo l’associazione può contare, quindi, sul sostegno e sulle donazioni di alcuni partner e, inoltre, raccoglie denaro proponendo, nei periodi delle festività, la vendita di prodotti quali panettoni, torroni, uova di Pasqua. O ancora realizzando bomboniere per le cerimonie. Attività che permettono di destinare denaro ai progetti portati avanti da For Kenya, i cui sostenitori hanno anche una piattaforma comune di iscritti che raccoglie un euro ogni mese a sostegno della no-profit.“Si tratta di un piccolo contributo, ad oggi, donato da circa 100 persone. Non è molto, ma speriamo che la nostra realtà possa crescere e raccogliere il sostegno di chiunque vorrà contribuire”, aggiunge Luna.
Arriveranno a cascata, quindi, i progetti che For Kenya sta portando avanti per i bambini della scuola Green Hill. Tra questi anche un’aula cinema.“Installeremo dei proiettori in modo che, una o due volte a settimana, i bambini possano vedere i film o un cartone animato. Per loro sarebbe importantissimo: pensate – conclude – che parliamo di bambini che non si sono mai neanche visti allo specchio. Tanto che quando arriva un’automobile loro si avvicinano incuriositi per osservare il loro riflesso“.