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L’Aquila Rugby, riuniti i vincitori dei cinque scudetti: parata di campioni fra commozione e ironia

L'Aquila rugby, i campioni dei cinque scudetti riuniti nel segno dei colori neroverdi: caps, abbracci e commozione. Le interviste

L’Aquila Rugby, a trent’anni di distanza dall’ultimo scudetto – correva l’anno 1994 – si riuniscono i campioni dei cinque scudetti neroverdi.

Abbracci, sorrisi, soprannomi mai dimenticati, bonarie prese in giro e anche qualche lacrima di commozione, ricordando chi ha passato la palla. Sul prato verde della Magione Papale è andato in scena un incontro pensato e desiderato a lungo tanto da Gino Troiani, general manager della Polisportiva L’Aquila Rugby nonchè campione d’Italia nel 1994, quanto dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Biondi, presente sul palco per le premiazioni, e che ha sostenuto fin da subito ( con un ordine del giorno il cui primo firmatario era il consigliere Livio Vittorini)l’idea di una settimana interamente dedicata al trentennale dello storico scudetto vinto contro il Milan di Berlusconi.

Quando si tratta di palla ovale, L’Aquila risponde presente: e i tanti campioni del passato si sono ritrovati dopo anni. Per alcuni, di anni ne sono passati davvero trenta.
“Gli occhi sono gli stessi, ma ti accorgi che stai cambiando, stai invecchiando. Tanti abbracci, tanta emozione, tanta gente: è stato bellissimo riunire tutti. E’ qualcosa che ti porti dentro per tutta la vita” dice ai nostri microfoni Wim Visser, campione internazionale di rugby che ha siglato lo scudetto 1994. “Sono stato all’Aquila fino al 1996:  per me è stata una esperienza fantastica, mai dimenticata. Cosa ricordo? Che avevo meno acciacchi, sicuramente”, scherza.
“Fu una finale incredibile, contro il Milan di Berlusconi che era di fatto la nazionale italiana, con due stranieri australiani. Una partita fantastica, abbiamo giocato per i colori neroverdi e per la città dell’Aquila. In quell’anno abbiamo giocato ognuno per l’altro, eravamo uniti, c’era una fratellanza nella squadra  incredibile. E poi la preparazione con Mascioletti e il prof Isaia (ndr Di Cesare) hanno cambiato la nostra mentalità.”

Rob Louw, altro mito del rugby internazionale, ha il cuore neroverde. Tanto da specificare: “Io non parlo italiano, io parlo aquilano. Sci, sci!  Che vuoi fa’, compa’! Sua la firma sul terzo scudetto per L’Aquila Rugby, quello dell’81. Un sudafricano in mezzo a una squadra tutta aquilana: e lui a L’Aquila si sente a casa: “È la mia seconda casa, siamo tornati anche l’anno scorso con la mia famiglia, per sciare. Peccato che quest’anno non ci sia stata neve! ” Per Louw il tempo non si è mai fermato. “L’Aquila è dentro il mio cuore e il rugby fa parte di questa città. Oggi ci sono oltre 200 giocatori nelle giovanili, e anche la nazionale italiana sta giocando molto bene: speriamo continui così!”

Nel 1994 c’era anche Giulio Morelli, anche detto Morelli IV: sì, perché la sua è una famiglia di rugbisti che, peraltro, hanno tutti la G nel nome. Da lì, il numero IV per indicare lui, il più piccolo della famiglia. “Giorgio, l’attuale vicepresidente, poi i fratelli Giancarlo, Gianluca e infine me: il quarto, appunto, dei Morelli.
Questo incontro è stato molto bello. Quello che pensavo ieri è che in questa settimana sto rivivendo quello che ho vissuto 30 anni fa: oggi sono andato a lavorare ma con difficoltà, perchè stavo rientrando nel clima partita. La settimana precedente e quella successiva allo scudetto sono state per  me indimenticabili. Di solito, quando giocavamo noi (alle 14 di domenica), non c’era nessuno per strada. Quel giorno le strade erano piene… ed erano tutti aquilani venuti per noi a Padova.  Questa è stata una cosa indimenticabile”.
Lo sport però ha continuato a far parte della sua vita: nel marzo scorso è diventato campione europeo ai master nei 60 metri, in Polonia .”Sono sempre stato abbastanza veloce, la mia dote era quella. Lì mi sono divertito: io faccio sport per stare bene. Che poi vinca, è meglio… Che poi” prosegue con la sua consueta ironia. “I master che cosa sono? Un gruppo di anziani che corrono: io sto invecchiando abbastanza bene!”
Ma la chiusura è tutta dedicata al presente e al futuro dell’Aquila del rugby. “L’auspicio è che ci siano tanti giovani nel rugby aquilano, ma anche qualche buon giocatore anziano che consenta ai giovani di migliorare. Io ero un giocatore normale, ma ho avuto la possibilità di giocare con dei fuoriclasse e questo mi ha migliorato: Danie Gerber, Massimo Mascioletti, Serafino Ghizzoni. Spero che L’Aquila abbia buoni giovani e qualche fuoriclasse che li trascini

Oltre 90 i giocatori invitati a questo appuntamento: chiamati sul palco da un emozionato Paolo Mastri -storica voce e penna del rugby aquilano, figlio dell’indimenticato dirigente Luigi Mastri – ognuno ha ricevuto un cap verde e giallo, con il nome e il numero di scudetti conquistati. Record per “Campanella“, al secolo Pierluigi Pacifici, che di tricolori ne ha avuti quattro. Ma questo è solo un estratto delle interviste registrate: le premiazioni e le altre interviste andranno in onda nello speciale #nonsolocalcio in onda oggi alle 18

L’Aquila Rugby, i premiati: Pino Fugaro, Angelo Autore, Angelo Ninni Vittorini, Pasquale Lamanna, Beniamino Manetta, Sergio Tiboni, Ezio Orzieri, Carlo Prosperini, Giancarlo Delli Ficorilli, Loreto Cucchiarella, Francesco Scimia, Giuseppe Zia, Riccardo Fugaro, Francesco Tione, Luigi Scipioni, Evelino Aio, Giancarlo Vicini, Daniele Colagrande, Massimo Petrocco, Sergio Parisse, Oscar Tortiello, Gaetano Del Grande, Carlo Del Grande, Francesco Aloisio, Giuseppe Pino Lusi, Giampiero Ricci, Carlo Lamanna, Giovanni Di Cola, Mauro Zingarelli, Antonio Falancia, Ennio Ponzi, Fulvio Di Carlo, Giorgio Morelli, Serafino Ghizzoni, Paolo Mariani, Massimo Mascioletti, Piero Camiscioni, Lucio Pelliccione, Pietro Farinosi, Maurizio Colangeli, Massimo Aloisio, Domenico Panone, Pasquale Museo, Marco D’Onofrio, Luca Pelliccione, Gigi Salvatore, Riccardo Zingarelli, Giancarlo Morelli, Pasquale Grottini, Benito Climastone, Rob Louw, Mauro Aloisi, Gino Troiani, Bruno D’Onofrio, Antonio Colella, Francesco Pietrosanti, Daniele Marrama, Giampiero Passacantando, Alessandro Bottichiari, Giulio Morelli, Lanfranco Massimi, Walter Di Carlo, Giovanni Alfonsetti, Valentino Venta, Gabriele Sorrentino, Andrea Castellani, Carlo Caione, Massimo Alfonsetti, Francesco Scipioni, Gianni Cicino, Pasquale De Ciantis, Lorenzo Cavallo, Wim Visser, Giuseppe Lamanna, Danie Gerber, Stefano Aio, Pietro Mari.

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