L'anniversario

25 aprile, le donne della Resistenza

25 aprile: il 79' anniversario della Liberazione ed il contributo delle donne nella Resistenza. Eroine che hanno portato avanti una battaglia per la libertà.

Ricorre oggi, 25 aprile 2024, il 79 anniversario della liberazione dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista. Un’importantissima ricorrenza affinché nessuno dimentichi mai i Partigiani che affrontarono una miriade di sofferenze e sacrifici per sconfiggere le belve nazifasciste che stavano riducendo il Paese a una galera e si resero responsabili dei piu’ gravi misfatti e delitti che la storia ricordi.

Compreso l’infame reato di violenza carnale di gruppo. Parliamo di una data simbolica con cui si vuole ricordare, ancora oggi e per l’eternità,la liberazione dell’Italia alla fine della seconda guerra mondiale. Essa iniziò dopo l’armistizio di Cassibile, nel settembre del 43 e si concluse alla fine della guerra. Fu, il 22 aprile del 1946, il governo provvisorio a guida De Gasperi a stabilire per decreto che il 25 aprile di ogni anno sarebbe stata festa nazionale. Per Resistenza s’ intende una guerra civile e patriottica di liberazione nazionale dallo straniero, che unì indistintamente comunisti, socialisti, democratici cristiani, repubblicani, liberali e perfino monarchici. Per questa ragione ebbe una più marcata caratteristica di sollevazione popolare, perché coinvolse direttamente i cittadini riuniti sotto le bandiere dei propri partiti di riferimento. Ciò determinò una più convinta e partecipe adesione di ampi strati popolari, nelle fabbriche e nelle campagne, che ne hanno fatto l’unico movimento armato nazional-popolare della storia dell’Italia unita.  Fonti storiche riportano che le forze in campo durante la Resistenza fossero circa dalle 20 alle 25mila persone di cui 12.600 uomini e donne combattenti in montagna, 9.000 al nord e 3.600 al centro-sud.

Ai Partigiani italiani si unirono anche combattenti provenienti da altri paesi. Si stima che dalla Wehrmachd ne siano arrivati 1.000 e altri 5.000 furono i partigiani sovietici. Ad onor del vero bisogna ricordare che tantissimi furono i ruoli delle donne nella Resistenza: Molte combatterono in montagna dimostrando abnegazione e coraggio, altre cospirarono, fiancheggiarono, fornirono supporto di ogni tipo ai ribelli nella più totale clandestinità, altre ancora tennero tenacemente in piedi famiglie divise, fondarono squadre di primo soccorso per aiutare i feriti e gli ammalati, contribuirono nella raccolta di medicinali, indumenti e cibo oltre ad occuparsi della pietosa opera dell’identificazione dei cadaveri e dell’assistenza ai familiari dei caduti. Delicato e di primaria importanza il ruolo svolto dalle staffette Partigiane. Loro “scortavano” brigate e comandi indirizzandole su strade sicure, esploravano, reperivano informazioni sul nemico, ricongiungevano le formazioni disperse dopo i rastrellamenti, trasportavano armi e munizioni e soprattutto macinavano un infinità di chilometri. Una per tutte, senza contemplare grandi nomi cui va tutta la riconoscenza del popolo italiano, Anna Cherchi una giovane staffetta, diciottenne che guidava i partigiani tra i boschi piemontesi, in mezzo alla neve che nascondeva strade e sentieri. Il 19 marzo 1944 venne individuata da una colonna di militari tedeschi. Il comandante Partigiano le ordinò di procedere verso i nemici che la fecero prigioniera. I tedeschi la portarono prima ad Alba, poi a Torino. Alle carceri “Nuove” fu torturata ogni giorno per circa un mese, ma nemmeno le scariche elettriche riuscirono a farla parlare. Poi su di un carro bestiame fu deportata a Ravensbruck, campo di concentramento per sole donne: Un carnefice le strappò, in due diverse occasioni, 15 denti. Una malvagità unica che fa ribrezzo anche al più incallito dei torturatori. Spiace apprendere che, a fronte di un simile impegno, solo una trentina di donne militanti nella Resistenza siano state decorate con medaglie d’oro o d’argento al valor militare. Ho sempre considerato da uomo, ancor prima che da giornalista, il 25 Aprile, la Festa più importante della Repubblica. Sono perfettamente convinto che continuare a dividersi strumentalmente su questa data significa minare le ragioni di una serena e pacifica convivenza. Che la ricorrenza odierna possa unire non solo le Istituzioni ma tutti i cittadini, nella creazione di una memoria comune e di un futuro di pace e democrazia, così come scritto nella nostra Costituzione che trae le sue origini dalla Resistenza. Un grazie alla memoria dei Partigiani a tutti quei ragazzi e ragazze che donarono la loro giovane esistenza per la salvezza della Patria e ci hanno permesso, oggi, di vivere in pace.

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