Le nuove stanze della poesia

Le nuove stanze della poesia, Carl Orff e Carmina Burana

Per la rubrica curata da Valter Marcone, "Le nuove stanze della poesia", Carmina Burana di Carl Orff.

Per la rubrica curata da Valter Marcone, “Le nuove stanze della poesia”, Carmina Burana di Carl Orff.

Il  compositore tedesco Carl Orff (1895-1982) poco meno di un secolo fa rimetteva  in musica dei componimenti scritti tra il dodicesimo e il tredicesimo secolo in lingua latina ma anche in parte tedesca e in qualche frammento italianizzata dal titolo “Carmina Burana”. Un’opera che ebbe un successo su scala mondiale e che si possono ascoltare nelle edizioni Deutche Grammophon. Sono forse gli unici testi per musica scritti nel Medioevo. L’opera tecnicamente può definirsi  una Cantata scenica, per soli coro e orchestra, con il sottotitolo “Canzoni profane da cantarsi da cantori e dal coro, accompagnati da strumenti e immagini magiche”. Orff utilizzò testi medievali tratti dalla raccolta di Benediktbeuren e suddivise il lavoro in un Prologo (aperto dal celebre coro “O Fortuna”) e tre parti principali: I Primo Vere (Primavera); II In taberna (In taverna); III Cour d’amours (Corti d’amore) per concludersi nuovamente con l’invocazione “O Fortuna”.

«O fortuna
velut luna
statu variabilis
semper crescis
aut decrescis
vita detestabilis
nunc obdurat
et tunc curat
ludo mentis aciem
egestatem
potestatem
dissolvit ut glaciem.

Sors inmanis
et inanis
rota tu volubilis
status malus
vana salus
semper dissolubilis
obumbrata[m]
et velata[m]
mihi quoque niteris
nunc per ludum
dorsum nudum
fero tui sceleris.

Sors salutis
et virtutis
mihi nunc contraria
est affectus
et defectus
semper in angaria
hac in hora
sine mora
cordis pulsum tangite
quod per sortem
sternit fortem
mecum omnes plangite.»

«O Fortuna,
come la luna
(sei) variabile nel (tuo) stato,
sempre cresci
o decresci,
vita detestabile!
(La Fortuna) ora indurisce
ed ora cura,
per giuoco, l’acutezza della mente;
miseria,
potenza,
dissolve come ghiaccio.

Sorte immane
ed inane,
tu ruota volubile
stato incerto,
vano benessere
sempre dissolubile,
obumbrata
e velata
pure me sovrasti.
Ora per giuoco
il dorso nudo
reco del tuo scempio.
Sorte di salute
e di virtú
ora a me contraria,
(ogni uomo) è (da te) colpito
e prostrato,
sempre in schiavitú
In questo momento,
senza indugio,
alle corde il polso percotete!
Poiché per sorte
(la Fortuna) prostra un forte,
con me tutti piangete!»

Carl Orff  inizia a scrivere la musica nel 1934, quasi di getto almeno per le prime due canzoni venuto a conoscenza del testo latino medievale il Codex Buranus che comprende canti religiosi, profani, scherzosi, amatori, blasfemi e mistici, ovvero i Canti di Beuern  una collezione di poesie medievali rinvenute nel Monastero di Benedikt Beuern in Baviera a metà del XIX secolo. Quella del Monastero di  Benedikt Beuern fu l’ultima sede del Codex Buranus oggi manoscritto latino 4660 della Biblioteca di Stato di Monaco. Un codex sicuramente rivoluzionario per i tempi in cui è stato messo assieme e sicuramente un esperimento fuori dai canoni  della musica sacra del tempo e fuori da quella linea del tempo che fu quella dei trovadori. Lo afferma Davide Daolini insieme ad altri temi contenuti in un saggio dal titolo “Carmina Burana una doppia rivoluzione. L’invenzione medievale e  la riscoperta novecentesca” edito da Carocci .

Orff è conosciuto principalmente per i Carmina Burana.  Prima parte di una trilogia, intitolata Trionfi con Catulli Carmina e il Trionfo di Afrodite. È anche autore di una opera didattica, nota come Orff-Schulwerk, adatta anche a bambini piccolissimi  nata come rielaborazione personale dei principi di E. Jacques-Dalcroze sull’educazione musicale. Tra le sue composizioni si ricordano  per il  teatro, Comoedia de Christi resurrectione (su libretto proprio, in tedesco e latino 1975); De temporum fine comoedia (1978); per coro, Stücke für Sprechchor (1969) e Rota, con strumenti, sul canone Summer is icumen in (per le Olimpiadi di Monaco, 1972).

leggi anche
Le nuove stanze della poesia
Le nuove stanze della poesia, Camillo Sbarbaro e Leonardo Sinisgalli
Le nuove stanze della poesia
Le nuove stanze della poesia, Marechiare di Francesco Paolo Tosti
Le nuove stanze della peosia
Le nuove stanze della poesia, È notte di Eduardo De Filippo
Le nuove stanze della poesia
Le nuove stanze della poesia, Alda Merini
Le nuove stanze della poesia
Le nuove stanze della poesia, Il 5 maggio di Alessandro Manzoni