Molestie a una studentessa, chiesto un anno per un professore residente all’Aquila

7 maggio 2024 | 09:42
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Molestie a una studentessa, chiesto un anno per un professore residente all’Aquila

La Procura della Repubblica di Rimini ha chiesto la condanna ad un anno di reclusione per un professore delle medie residente all’Aquila, accusato di adescare ragazzine sui social

Chiesta la condanna ad un anno di reclusione per un professore delle scuole medie, residente all’Aquila, accusato di aver intrattenuto una relazione platonica con una studentessa di Rimini.

RIMINI – La Procura della Repubblica di Rimini ha chiesto la condanna a un anno di reclusione per un professore delle medie residente all’Aquila accusato di adescare ragazzine sui social. L’uomo, 45 anni, difeso dall’avvocato Francesco Valentini, nel 2019, come riportano i quotidiani locali, avrebbe intrattenuto una relazione, platonica, con una 15enne riminese. La ragazzina di 15 anni era stata sorpresa dalla mamma a scattarsi foto nuda col cellulare e ad inviarle ad alcuni contatti. La denuncia della madre era stata quindi trasmessa per competenza alla Procura distrettuale di Bologna, che era riuscita a risalire all’identità di tre persone. Tre contatti con i quali la ragazzina chattava abitualmente e in maniera esplicita parlando di sesso. Tra questi contatti maschili dell’adolescente riminese, c’era anche quello del 45enneprofessore di lettere alle medie. Nel corso della perquisizione dell’abitazione del professore, effettuata dalla polizia postale, erano stati sequestrati un telefono cellulare, un computer portatile, unhard disk e altri supporti informatici. Dalle analisi dei file, però, secondo l’avvocato difensore non erano state rinvenute foto della ragazzina riminese, tanto che le accuse sarebbero basate solo su chat.

La polizia però nel 2019 aveva anche scoperto foto e screenshot di frasi a luci rosse copiate in una chat di Instagram e filmati con minorenni. In particolare, è spuntato un video di pochi secondi in cui veniva ripreso un alunno di una scuola – dove l’insegnante aveva lavorato – seduto con le mani
legate dietro. Procedimento quest’ultimo che – come riferisce la difesa – sarebbe poi stato definitivamente archiviato dal Tribunale di Rieti, perché generato da un equivoco poi chiarito dallo stesso ragazzo ritratto in video. A Rimini, il giudice ha aggiornato l’udienza al 21 ottobre per repliche e sentenza.