Politica

La manovra sulla sanità in Abruzzo arriva in Consiglio

La manovra sulla sanità in Abruzzo impegna la Commissione Bilancio, vi sarà dedicata la prossima seduta del Consiglio regionale. Lo scontro sul disavanzo, ma è in crisi un modello

È la manovra sulla sanità in Abruzzo la prima grande sfida dell’era Marsilio – bis. Oggi, in una lunga seduta della Commissione Bilancio, viene compiuto il secondo passo dopo l’approvazione in Giunta del progetto di legge per la copertura del disavanzo del servizio sanitario.

Ultimo passaggio in Consiglio regionale: la seduta si svolgerà giovedì prossimo, 23 maggio. Verrà così chiuso il percorso scattato nell’ambito dell’interlocuzione con il Tavolo nazionale di monitoraggio. In Commissione sono stati ascoltati l’assessore alla sanità, Nicoletta Verì e il direttore del Dipartimento Sanità, Claudio D’Amario. Sullo stesso punto è stato sentito l’assessore al bilancio, Mario Quaglieri, insieme ai dirigenti dell’assessorato Ebron D’Aristotile e Fabrizio Giannangeli.

Il confronto è stato preceduto dall’intervento dei consiglieri di opposizione che hanno chiesto di rimandare ad altro giorno la discussione. L’esecutivo e la maggioranza minimizzano la portata dell’operazione, sottolineando la distanza delle cifre debitorie in campo da quella oltre le quali scatterebbe il commissariamento, ovvero 140 milioni di euro. L’operazione sui conti intrapresa per ripianare i conti della sanità non avrà, sostengono, impatti su programmazione e servizi. La questione ruota sulla portata e sulla rilevanza del “buco”. Alla fine, dai 128 milioni di partenza, si arriva a 18 milioni grazie a trasferimenti aggiuntivi, residui passivi, anticipazione degli incassi fiscali regionali, economie generate dall’avanzo di amministrazione del rendiconto 2022. Ciò che rimane, i 18 milioni circa appunto, “non inciderà e non bloccherà l’attività amministrativa”, ha detto Quaglieri. Verranno coperti, così viene comunicato dalla Regione, “da quote ricavate da trasferimenti da vari capitoli del bilancio dedicati alla sanità”.

Per l’opposizione c’è poco da stare allegri: il capogruppo del Partito Democratico Silvio Paolucci evidenzia la novità della necessità di un atto del Consiglio per coprire il disavanzo nell’ambito della sanità, e come questo “non possa che derivare da una cattiva gestione” negli anni precedenti. La conferma dei manager a capo delle quattro Asl è quindi molto contestata.
La seduta della Commissione ha quindi anticipato gli argomenti e le posizioni che saranno in campo nella prossima seduta del Consiglio regionale. Molto insiste la minoranza sui dati della mobilità passiva, il conto complessivo derivante dalle “trasferte” degli abruzzesi per curarsi altrove, che solo l’anno scorso è costata 108 milioni, dato più alto negli ultimi dieci anni, persino dell’era Covid, quando si era attestata a 100 milioni. In questa particolare classifica, con riferimento appunto al 2023, peggio dell’Abruzzo ci sono il Lazio (meno 139 milioni), la Campania (meno 220 milioni), la Puglia (meno 131 milioni) e la Sicilia (meno 177 milioni), in un quadro nazionale in cui tutte le Regioni che vanno in sofferenza, a eccezione della Liguria e della Valle d’Aosta, stanno al centrosud. Ecco perché al di là delle pure importanti questioni sull’entità e sulle conseguenze dei tagli e dei debiti sanitari, è sulla crisi del modello universalistico di assistenza sanitaria che bisognerebbe concentrarsi, visto che da tempo il territorio nazionale, dal punto di vista del livello qualitativo del servizio, è spaccato in due, e quote consistenti di mobilità attiva si registrano ormai solo su tre regioni, ovvero la Lombardia, il Veneto e l’Emilia-Romagna: nel 2023 hanno totalizzato circa un miliardo di guadagno.
Prima della discussione sulla manovra per la sanità c’è stata in Commissione l’approvazione a maggioranza dei provvedimenti amministrativi sui rendiconti finanziari 2023 del Consiglio regionale dell’Abruzzo e dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile.

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