Operaio sbranato dai cani, confermata in Appello la condanna per il padrone

La Corte d’Appello dell’Aquila conferma la condanna per il proprietario dei 3 cani corso che attaccarono Edmond Preka, l’operaio di Paganica morto per sfuggire agli animali.
La Corte d’Appello dell’Aquila ha confermato la condanna a 6 mesi di reclusione per un uomo già condannato in primo grado per l’omessa custodia dei suoi cani Corso che avevano attaccato il 18 marzo 2018 Edmond Preka, l’operaio di origini albanesi, residente a Paganica. Sopraffatto dagli animali, l’uomo tentando di scappare era caduto in un ruscello battendo la testa ed è morto annegato.
Per la terribile morte di “Un uomo e un padre esemplare strappato ai suoi cari”, come viene ancora oggi ricordato Edmond Preka, era stato aperto un procedimento a carico di due persone, proprietari dei cani. L’operaio, benvoluto e stimato in tutta la comunità di Paganica aveva lasciato una moglie e due figli piccoli.
“La regola cautelare che impone di adottare delle recinzioni idonee ad evitare la fuoriuscita dei cani ancor più se di razza medio grande e di indole aggressiva è stata sicuramente violata, viceversa avrebbe evitato il verificarsi dell’evento. Risulta irrilevante la circostanza che l’imputato si trovasse in altra città per motivi di lavoro. Le strutture idonee a prevenire il rischio che i cani escano dalla relativa proprietà soprattutto se in numero elevato e aggressivi, devono essere predisposte in via preventiva e devono essere appunto funzionali a evitare il pericolo della fuoriuscita anche e soprattutto in assenza del proprietario”. Così si era espresso il Tribunale dell’Aquila, in primo grado. Il padrone dei cani è difeso dagli avvocati Antonio Valentini e Alessandro De Paulis, mentre i familiari della vittima sono assistiti dagli avvocati Sonia Giallonardo, Antonio Pascale e Giuseppe Martina.
Edmond Preka la sera del 18 marzo stava rientrando a casa a piedi dopo una lunga giornata di lavoro, attaccato dai cani lungo il tragitto, tentando di scappare, scavalcò un muretto, battendo la testa. Fu ritrovato diverse ore dopo nel canale irriguo di derivazione del fiume Vera, dietro al supermercato Ciuffetelli. L’imputato, come ricorda Il Messaggero, dovrà anche a risarcire le parti civili con una provvisionale di 280 mila euro circa, essendo l’operaio l’unico portatore di reddito in famiglia. Motivi della sentenza entro 90 giorni.