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Cantine aperte Abruzzo, un successo per un settore in sofferenza

I numeri di Cantine aperte in Abruzzo confermano l'efficacia del format. Ma il settore vitivincolo è preoccupato sul fronte danni della peronospora

Cantine aperte in Abruzzo è stato un successo. Hanno aderito 52 aziende, sono arrivati in trentamila a partecipare agli eventi del 25 e del 26 maggio, a confermare il radicamento della manifestazione enoturistica che si basa su un format consolidato e vincente.

L’iniziativa Cantine Aperte è organizzata a livello nazionale dal Movimento Turismo del Vino. Nicola D’Auria, presidente regionale, parla al Capoluogo di “record di adesioni, un riscontro molto positivo. Gli amici vignaioli hanno oramai ben compreso che l’enoturismo è un formidabile veicolo di immagine e un’opportunità di contatto diretto col pubblico. Siamo partiti sulla dimensione nazionale ben 31 anni fa: le cantine erano chiuse e l’idea strabiliante di invitare le persone a vedere come si fa il vino è stata una svolta. Ha stimolato un processo di abbellimento delle strutture anche dal punto di vista architettonico”.

Un grande incoraggiamento a un settore che a livello regionale vive, dall’anno scorso, una fase molto difficile sul fronte sostegni per danni da peronospora: “Dal punto di vista soprattutto dei piccoli produttori la situazione è molto difficile” continua D’Auria. “Devono affrontare un’annata che sarà complicata, sebbene non dovrebbe – stando alla situazione meteorologica – riservare i danni della scorsa. Non ci sono certezze sulla disponibilità di risorse. Il mondo produttivo è preoccupato”.

Gli strumenti disposti dai livelli nazionale e regionale (sospensione mutui, sgravi contributivi, aiuti a fondo perduto, prestiti agevolati), di fatto, denuncia il comparto, esistono ancora solo sulla carta. D’Auria invita a “dare un segnale, anche per i giovani che hanno investito, e di fronte a questo stato delle cose potrebbero abbandonare”.

Sulla questione si è svolta stamattina una conferenza stampa presso la Sala della Provincia di Chieti, promossa da un gruppo di 45 sindaci (in prevalenza dell’area chietina) coordinati da quello di Tollo, Angelo Radica. Messo a punto un documento, in cui i primi cittadini “chiedono l’attivazione immediata e concreta degli strumenti programmati a sostegno delle aziende vitivinicole abruzzesi danneggiate dalla peronospora in quanto fortemente preoccupati dalla tenuta sociale e civile delle nostre comunità cittadine, colpite dai danni della peronospora che rischia di gettare nel lastrico migliaia di aziende vitivinicole che rappresentano nei nostri territori fonte prevalente ed in alcuni casi esclusiva di reddito per imprenditori e dipendenti”.

Il documento è stato inviato al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, al sottosegretario all’Agricoltura Luigi D’Eramo e all’assessore regionale all’Agricoltura, Emanuele Imprudente. Radica ha detto: “Sappiamo che non si possono fare miracoli perché il Governo ha un fondo di 17 milioni, il danno stimato in Abruzzo si avvicina ai 200. Oltre a noi ci sono altre sette regioni in questa situazione, il danno stimato totale è di un miliardo”.

Si chiede anche lo stanziamento di ulteriori risorse. Analoghi tono e richieste si sono riscontrati nei giorni scorsi nella nota diffusa dall’intero comparto vitivinicolo abruzzese: Consorzio di tutela vini d’Abruzzo, Assoenologi, Cia Abruzzo, Città del Vino, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative, Copagri, Daq Vino d’Abruzzo, Fivi Abruzzo, Gva, Legacoop Abruzzo, Liberi Agricoltori Abruzzo e Movimento turismo del vino.

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