Cronaca

Omicidio Bucchianico, richiesta perizia per l’imputato

La Corte d'Assise di Chieti ha incaricato una perizia sulla capacità di intendere e volere di Cristiano De Vincentiis, accusato di aver ucciso sua madre con 34 coltellate a Bucchianico. L'uomo è difeso dall'avvocato Gian Luca Totani, del foro dell'Aquila.

Omicidio Bucchianico: la Corte d’Assise di Chieti ha incaricato una perizia sulla capacità di intendere e volere di Cristiano De Vincentiis, accusato di aver ucciso a ottobre 2022 sua madre, Paola De Vincentiis, con 34 coltellate.

Cristiano De Vincentiis, unico imputato per l’omicidio, è assistito dall’avvocato Gian Luca Totani, del foro dell’Aquila. L’accusa è di omicidio volontario aggravato; l’uomo rischia l’ergastolo. La Corte d’assise ha nominato come perito lo psichiatra Giovanni Battista Camerini, che dovrà accertare la capacità dell’imputato di partecipare coscientemente al processo e la capacità di intendere e di volere dell’assassino al momento del fatto. La sentenza arriverà nella prossima udienza, in programma il 30 settembre.

Il processo, giunto alle battute finali, vede l’imputato negare le liti per i soldi, attribuendo l’omicidio a un’aggressione subita dalla madre. Secondo l’accusa, la mattina dell’omicidio l’imputato – che in base a una consulenza di parte dello psichiatra aquilano Vittorio Sconci, aveva una capacità di intendere e voler grandemente scemata – mentre dormiva era stato aggredito dalla madre con la punta di un utensile da cucina, uno schiaccianoci, e al petto con un coltello da cucina con una lama di 20 centimetri, procurandogli una lesione. Secondo la ricostruzione effettuata dagli inquirenti, seppur ferito è riuscito ad alzarsi dal letto e lì è nata una colluttazione, l’uomo si è ferito per disarmare la madre e a quel punto ha colpito la madre 34 volte in diversi punti del corpo. Le sorelle della vittima si sono costituite parte civile: chiedono ciascuna un risarcimento di 100.000 euro, con una provvisionale di 50.000. Sono state loro ad aiutare economicamente la sorella, vessata dalle continue richieste di soldi del figlio, pagando anche il funerale.

Durante l’udienza del 29 maggio, De Vincentiis ha rivelato alcuni dettagli dell’aggressione. Ha raccontato di essere stato colpito al petto e alla testa mentre dormiva, svegliandosi con il coltello piantato nel petto e sua madre seduta di fronte a lui con uno sguardo spaventoso. Ha aggiunto di aver cercato disperatamente di difendersi. “Ho avuto paura, pensavo mi avrebbe ucciso”, ha detto in udienza. Per l’accusa, invece, quel giorno l’uomo era apparso molto lucido, al punto di ricostruire ogni fase dell’omicidio. “I nostri rapporti erano buoni, c’era amore e affetto. Abbiamo avuto qualche normale discussione, una volta forse ho buttato in aria un piatto, ma non ho mai toccato con un dito né mia madre né mia zia Angela che viveva con noi”.  Come riporta Il Centro, rispondendo alle domande dell’avvocato Gian Luca Totani, l’imputato ha aggiunto: “Ho chiamato i carabinieri e l’ambulanza. Siccome non sapevo il nome della via in cui abitavamo, sono uscito fuori per chiedere a una signora: mi sono portato dietro il coltello perché temevo che mia madre potesse aggredirmi ancora”.

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