Dentro il restauro

Palazzo Ardinghelli, il gioiello ritrovato

Dentro il Restauro, ultimo appuntamento a Palazzo Ardinghelli, oggi sede del MAXXI. La storia dell’antico palazzo nobiliare e le attività di restauro dopo il sisma 2009.

Dentro il Restauro, ultimo appuntamento a Palazzo Ardinghelli, oggi sede del MAXXI. La storia dell’antico palazzo nobiliare e le attività di restauro dopo il sisma 2009.

Si è concluso ieri, con l’ultimo degli appuntamenti, il progetto “Dentro il Restauro”, promosso dal Segretariato Regionale Ministero della Cultura per l’Abruzzo, che ha preso in esame tre luoghi identitari per la città dell’Aquila: la Chiesa di San Silvestro con la storia della Cappella Branconio, l’intreccio di spiritualità ed arte racchiuso nel Convento e nel Conventino di San Giuliano, e l’innesto sempre in divenire dell’arte contemporanea negli spazi settecenteschi di Palazzo Ardinghelli, oggi MAXXI L’Aquila. Una conversazione tra Silvia La Pergola e Claudia Reale, Architetti Senior – Ufficio Mostre della Fondazione MAXXI e Paola Mastracci, Architetto responsabile Illuminotecnica – Ufficio Tecnico della Fondazione MAXXI, Franco De Vitis direttore dei lavori del restauro di Palazzo Ardinghelli e progettista MAXXI L’Aquila e Carlo Lufrano coordinatore della sicurezza del restauro di Palazzo Ardinghelli e progettista MAXXI L’Aquila. I relatori hanno illustrato le vicende conservative e il percorso che ha portato alla nascita di questo nuovo Museo, nelle cui sale cui si realizza magistralmente il connubio tra l’antico e il contemporaneo.

palazzo ardinghelli dentro il restauro maxxi l'aquila

L’edificio – tra i più interessanti esempi di architettura palaziale gentilizia del XVIII secolo dell’Aquila – sorge su preesistenze trecentesche e rinascimentali, come testimoniato dall’arco gotico rinvenuto a pian terreno, dalla finestra guelfa e da preziosi lacerti di affreschi cinquecenteschi riemersi nei cunicoli all’ingresso, dopo i lavori successivi al sisma del 2009. Appartenuto prima alle famiglie Cappa e Camponeschi, la sua veste attuale è dovuta alla ricostruzione seguita al terremoto del 1703 quando era in possesso dei fratelli Filippo e Francesco ultimi discendenti degli Ardinghelli, famiglia di origine toscana giunta all’Aquila intorno al 1540 con Andrea, regio tesoriere della Corona di Spagna. La realizzazione dell’edificio, su progetto dell’architetto romano Francesco Fontana, si ebbe tra il 1732 e il 1743; alla morte di Filippo, la dinastia si estinse prima dell’ultimazione dei lavori e il palazzo passò alla famiglia Cappelli. Negli ultimi decenni del XIX secolo il palazzo fu dimora e atelier del pittore Teofilo Patini; subì notevoli rimaneggiamenti nel corso dei secoli, tanto che l’attuale facciata in stile tardo barocco venne completata solo nel 1955. L’edificio si sviluppa su due livelli; l’ingresso è evidenziato da una triplice balconata a quota variata (già presente nell’idea originaria del palazzo) progettata dall’architetto Riccardo Biolchi nel 1928; introduce a un androne lastricato che conduce ad un piccolo cortile porticato a esedra. Dalla corte si apre uno scalone monumentale di sapore borrominiano, con pareti laterali rese lucide dal marmorino; la volta soprastante accoglie cinque dipinti attribuiti all’artista veneto Vincenzo Damini e datati al 1744. Nel 2008 divenne proprietà demaniale del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, che vi avrebbe dovuto trasferire i propri uffici.
A seguito del sisma del 2009, il palazzo ha riportato lesioni di grave entità alle strutture portanti, con crolli parziali degli aggetti e dell’apparato decorativo sia delle sale che della facciata. Il restauro, iniziato nel 2014 e reso possibile grazie a una copertura provvisoria, è stato finanziato dalla Federazione Russa per un costo complessivo di 7.200.000 euro. Durante gli importanti lavori di ricostruzione, proprio nella sala che ha ospitato l’incontro – in cui si era avuto il crollo della volta a incannucciato – è stato deciso di non riproporre la copertura ma di lasciare a vista i costoloni lignei su cui si agganciava il camorcanna. Il restauro ha visto l’impiego delle tecniche costruttive tradizionali, ma con materiali innovativi: sono stati effettuati cuci scuci delle murature e le volte sono state ricostruite, ma con l’inserimento nell’estradosso di fibre di carbonio; nelle sale dei camini monumentali si è rispettata la presenza delle opere d’arte e, cosa rara in città, è stato possibile conservare ampie porzioni dell’intonaco esterno, con la riscoperta della cromia originaria.

Nel prossimo approfondimento, il percorso da palazzo nobiliare a sede del MAXXI L’Aquila.

palazzo ardinghelli dentro il restauro maxxi l'aquila
leggi anche
cappella branconio chiesa di san silvestro
L'aquila
La Cappella Branconio, da cappella familiare a gloria cittadina: dentro il restauro
convento di san giuliano dentro il restauro
Cultura
I segreti di San Giuliano, il conventino incastonato nella roccia
convento san giuliano sagrestia dentro il restauro
Cultura
I segreti di San Giuliano, la Sagrestia e l’affresco nascosto
beato vincenzo
Cultura
I segreti di San Giuliano, il ritratto del Beato Vincenzo
treno
Attualita'
La Ferrovia del Centro Italia tra i Luoghi del Cuore FAI: le bellezze tra Terni, Rieti, L’Aquila e Sulmona