Dentro il restauro

Palazzo Ardinghelli, dalla nobile decadenza all’arte contemporanea del MAXXI L’Aquila

A Palazzo Ardinghelli si chiude il ciclo di incontri "Dentro il restauro": la trasformazione da palazzo nobiliare a sede del MAXXI L'Aquila.

A Palazzo Ardinghelli si chiude il ciclo di incontri “Dentro il restauro”: la trasformazione da palazzo nobiliare a sede del MAXXI L’Aquila.

Nell’ultimo degli appuntamenti del progetto “Dentro il Restauro”, promosso dal Segretariato Regionale Ministero della Cultura per l’Abruzzo, dedicato a Palazzo Ardinghelli, oltre alla storia e alle fasi di restauro, si è anche affrontata la trasformazione che ha portato l’antico palazzo nobiliare ad essere centro nevralgico dell’arte contemporanea, con il MAXXI L’Aquila, attraverso una conversazione tra Silvia La Pergola e Claudia Reale, Architetti Senior – Ufficio Mostre della Fondazione MAXXI e Paola Mastracci, Architetto responsabile Illuminotecnica – Ufficio Tecnico della Fondazione MAXXI, Franco De Vitis direttore dei lavori del restauro di Palazzo Ardinghelli e progettista MAXXI L’Aquila e Carlo Lufrano coordinatore della sicurezza del restauro di Palazzo Ardinghelli e progettista MAXXI L’Aquila.
A cantiere di restauro post sisma appena iniziato, nel 2015, il ministro Dario Franceschini – a seguito di una visita in situ – decise un cambio di destinazione d’uso del Palazzo, dal 2008 proprietà demaniale del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, proponendo di ospitarvi una sezione distaccata del Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo – il MAXXI. Si venne così a creare una nuova necessità: riconvertire i lavori in un nuovo progetto, in cui il valore della conservazione del bene culturale interagisse con un nascente museo di arte contemporanea. Di certo una sfida non da poco riproporre all’Aquila e per di più in un edificio Settecentesco una sede staccata del MAXXI, il primo Museo Nazionale d’Arte contemporanea, progettato nel 1998 dall’architetto anglo-irachena Zaha Hadid. La proposta dell’archistar convinse la giuria per la sua capacità di integrarsi nel tessuto urbano e per la soluzione architettonica innovativa, capace di interpretare le potenzialità della nuova istituzione e di dotarla di una straordinaria sequenza di spazi pubblici. Ed è proprio questo concetto che viene riportato nel MAXXI L’Aquila: si è tenuto conto della particolarità di Palazzo Ardinghelli, la cui architettura partecipa al sistema urbano. L’edificio fu pensato, infatti, per essere attraversato, come una sorta di passante che collega via Garibaldi e piazza Santa Maria Paganica. Il concetto è stato mantenuto nell’ottica della conservazione della memoria storica cittadina, poiché restituisce il collegamento anche quando il Museo è chiuso; questo spazio è inoltre utilizzato nel percorso espositivo, con la presenza dell’opera site-specific di Nunzio, tra i cinque artisti italiani esposti nell’inaugurazione del MAXXI L’Aquila il 28 maggio 2021.
Per allestire il Museo, si è seguito un percorso già leggibile nel Palazzo, con la sua teoria di stanze collegate e l’infilata a cannocchiale delle porte, che conduce verso il cuore del piano superiore, il salone su cui si apre l’affaccio sulla piazza. Un ruolo fondamentale nelle sale espositive viene giocato dalla luce, sia quella naturale che entra dagli imponenti finestroni, sia quella artificiale, utilizzata in forma diretta con faretti posizionati su un sistema di binari (i Blindo) e indiretta, con le strip led che illuminano in maniera diffusa gli ambienti. L’uso di piantane mobili e di binari sospesi a soffitto ha consentito ancora una volta il massimo rispetto dell’edificio storico, in un’ottica di dialogo tra antico e contemporaneo che si legge in ogni sala del Museo e che culmina nell’opera di Ettore Spalletti, Colonna nel vuoto, realizzata per la cappella di palazzo.
A pochi anni dall’inaugurazione il MAXXI è diventato cuore culturale della città, radicato nel territorio, ma con un taglio internazionale e multidisciplinare, che ha finalmente dato a Palazzo Ardinghelli quell’identità a lungo ingiustamente dimenticata.

A chiusura del ciclo di incontri “Dentro il Restauro” si tirano le somme dell’esperienza. “Una partecipazione sentita, per la quale ringraziamo tutti coloro che hanno assistito agli incontri – dichiara il Segretario Regionale, dottor Matteo Pisi –. Sono da poco in città, ed ho avuto modo di conoscere alcuni dei suoi monumenti più importanti e di apprezzare il lavoro svolto in questi anni, con grande competenza, dai tecnici del Ministero, per il recupero del patrimonio monumentale”. Si ringraziano per il fondamentale contributo tecnico-scientifico e per il supporto all’organizzazione il Professor Michele Maccherini, Don Martino Gajda, il dottor Saverio Ricci, Sofia Leocata, Padre Francesco e la Comunità dei Frati Minori di San Giuliano, Silvia La Pergola, Paola Mastracci, Claudia Reale, Franco De Vitis, Carlo Lufrano, Paolo Le Grazie. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi dell’Aquila, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di L’Aquila e Teramo, i Frati Minori di San Giuliano e AquilArtes, e il MAXXI L’Aquila. Staff di progetto: Silvia Taranta, Assunta Serchia, Giovanna Spinelli (ALES SpA), Giulia Sulli, con la collaborazione di Maria Rita Copersino e Massimiliano Tesone.

Oltre a Palazzo Ardinghelli, il progetto ha preso in esame altri due luoghi identitari per L’Aquila: la Chiesa di San Silvestro con la storia della Cappella Branconio e l’intreccio di spiritualità ed arte racchiuso nel Convento e nel Conventino di San Giuliano.

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