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Truffe romantiche, una nuova macchina “mangia soldi”

Truffe romantiche: oltre al raggiro anche un pericoloso business per diverse bande di truffatori che si muovono nella rete. Aumentano i casi e le denunce.

Le truffe romantiche sui siti di incontri e sui social sono uno dei grandi problemi della cybersecurity di oggi e possono colpire chiunque. Non solo un danno emotivo, ma anche economico, visto che sempre più di frequente si presentano come un “carrozzone mangia soldi”. Aumentano i casi di denunce di malcapitati che hanno più o meno consapevolmente elargito grosse somme di denaro ad estranei.

Insomma, lucrare sui sentimenti, sul bisogno di compagnia e sulle fragilità non è solo ignobile, ma sta diventando anche un pericoloso business per diverse bande di truffatori. Nell’epoca in cui le relazioni si intessono prevalentemente sui social (specie dopo il Covid), le truffe romantiche sono diventate una macchina per fare soldi, che addirittura vengono riciclati all’estero.

Grazie a tecnologie più evolute, a cominciare dall’intelligenza artificiale, capire di essere raggirati e individuare i finti corteggiatori è sempre più complicato. Nell’estate del 2022 i carabinieri del Comando Provinciale di Savona hanno individuato un’organizzazione criminale internazionale in grado di “ripulire” ingenti somme di denaro ricavate dalle truffe online, a cominciare da quelle “amorose”, con due ordinanze di applicazione di misure cautelari nei confronti di 30 nigeriani, tra i 22 e i 42 anni di età, indagati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio, accesso abusivo a sistema informatico e falsificazione di comunicazioni informatiche. Alcuni di loro hanno patteggiato la pena, fino a 5 anni di reclusione; gli altri sono ancora sub iudice. Per quanto riguarda poi le 47 persone che erano indagate a piede libero, sono state rinviate a giudizio per riciclaggio.

truffe romantiche

Le vittime – scrive il Messaggero – sono solitamente donne psicologicamente vulnerabili perché affette da depressione o da malattie croniche, nonché vedove, separate o divorziate. Fingendosi professionisti (medici, imprenditori, alti ufficiali, cantanti o attori famosi), i truffatori intrecciano sui diversi social network relazioni virtuali facendo leva su sentimenti di pietà e compassione. Così facendo le vittime, pur non conoscendo la vera identità della persona con cui stanno chattando, sono indotte a effettuare nel tempo ripetute dazioni di denaro, anche molto cospicue. Sui conti in uso agli indagati è stata movimentata la somma di circa 6 milioni di euro, di cui 2 milioni ricevuti direttamente dalle 433 vittime delle truffe affettive di 24 province italiane e 57 diversi Paesi nel mondo, dal 2019 al 2021. Sui cellulari sequestrati sono stati individuati messaggi scambiati con connazionali in Nigeria in cui si stabilivano le percentuali di guadagno dei riciclatori.

Le tecniche di adescamento sono ben collaudate e tarate sul target da colpire, come avviene nel marketing. Il love scammer (ossia il truffatore amoroso, ndr), attraverso una sorta di “social engineering”, studia e analizza il comportamento della vittima (esperienze, luoghi visitati, passioni, animali domestici, hobby) utilizzando i post e le foto presenti in rete. A quel punto viene costruito un copione su misura e l’attore si palesa iniziando a chattare. Lo scambio di messaggi non dura meno di sei mesi, proprio per conquistare la fiducia della vittima; solo allora partono le richieste di denaro. I profili falsi vengono costruiti in modo oculato, anche un anno prima di cominciare ad “attaccare”: sono corredati di foto di persone che vivono dall’altra parte del mondo, rubate dai social, e di finti follower o amici.

Alcuni truffatori scelgono la strada delle crypto: menzionano spesso l’argomento, fin dalle prime conversazioni con la vittima. Poi, un giorno, quando hanno già guadagnato la sua fiducia, le propongono un investimento di una somma ingente di denaro. Una volta ottenuta, ovviamente, spariscono nel nulla.

Sui numerosi casi è intervenuta anche la trasmissione “Chi l’ha Visto. La Polizia postale ha pubblicato un vademecum sul sito ufficiale per sensibilizzare la popolazione. 

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