L'iniziativa

Suicidio assistito in Abruzzo, la proposta di legge in Commissione

La proposta di legge popolare sul suicidio assistito in Abruzzo approda in Commissione sanità, i promotori: "Serve dare seguito alla sentenza della Corte costituzionale"

Oggi la legge sul suicidio medicalmente assistito in Abruzzo sarà discussa dalla Commissione Sanità del Consiglio regionale, presieduta da Paolo Gatti.

Sono previste le audizioni di Nicoletta Verì, assessora regionale alla Sanità, di Fiammetta Trisi, rappresentante del comitato promotore, e di Riccardo Varveri, Gianluca Di Marzio e Paride Paci, promotori dell’iniziativa legislativa popolare, la n.364/2023. La campagna, analoga a quella intrapresa in altre regioni come Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Toscana, tramite raccolte firme o iniziative di consiglieri regionali, prende il nome di “Liberi Subito”. La legge è stata predisposta dall’associazione Luca Coscioni.

L’iter e le motivazioni della campagna

Il 19 giugno sarebbero scaduti i sei mesi di tempo per la discussione in Commissione, scattati a partire dal via libera del Collegio per le garanzie statutarie, che ne ha decretato l’ammissibilità.  Le 8119 firme (ne erano necessarie 5000) sono state depositate nel giugno dello scorso anno. Ora La Commissione Sanità ha tempo fino al 19 giugno per trasmettere al Consiglio la relazione e le eventuali modifiche all’articolato, poi ci sarebbe un ulteriore anno di tempo a disposizione dell’Assise legislativa per discuterla. Ma è più probabile, visti i tempi molti stretti, che la scadenza del 19 giugno venga oltrepassata senza atti, e che quindi il provvedimento venga iscritto all’ordine del giorno della prima seduta utile del Consiglio.

Varveri, membro dell’associazione Luca Coscioni, uno dei promotori che sarà audito in Commissione Sanità, sottolinea al Capoluogo che “è importante che le Regioni prendano iniziativa in materia, visto che non esiste una legge nazionale che stabilisca tempi e procedure del fine vita benché la Corte Costituzionale abbia sollecitato nel 2019 il Parlamento a farsene carico”.

La proposta di legge popolare stabilisce che chi voglia fare richiesta di suicidio medicalmente assistito ha diritto a una risposta in merito dalla Asl entro venti giorni, e se è positiva questa vada adempiuta in sette giorni. Per Varveri “è una legge che tutela la vita: l’iter intrapreso può essere rifiutato dal paziente fino all’ultimo momento”.

La situazione 

In assenza di una legge nazionale e di leggi regionali, la morte volontaria assistita, cosiddetto “suicidio assistito”, in Italia è regolamentato dalla sentenza 242\2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato\Dj Fabo, che ha legalizzato l’accesso alla procedura ma solo a determinate condizioni, da verificare tramite il Servizio Sanitario Nazionale che riceverà la richiesta della persona malata e procederà con l’esame delle condizioni della persona seguendo le modalità previste dalla legge sulle Dat art. 1 e 2(219/17) e delle modalità per procedere, seguito poi dal parere del comitato etico territorialmente competente. Si può accedere a condizione di essere: pienamente capaci di prendere decisioni libere e consapevoli, affetti da una patologia irreversibile fonte di intollerabili sofferenze e tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale. Federico Carboni, marchigiano, e “Gloria”, veneta, sono i due italiani che al momento sono riusciti a ottenere la morte volontaria assistita in Italia.

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