Kim Cherubini Fabiani è Alfredino, il figlio di Alessia nel film sulla tragedia di Vermicino

Kim Cherubini Fabiani, figlio dell’attrice aquilana Alessia, protagonista su Rai1 della miniserie dedicata ad Alfredino Rampi e alla tragedia di Vermicino. Questa sera l’ultima puntata.
Kim Cherubini Fabiani, figlio dell’ex show girl e attrice di teatro aquilana Alessia Fabiani, è il protagonista del film “Alfredino – Una storia italiana”, in onda su Rai1 ieri, martedì 11 e questa sera, la miniserie che ripercorre la tragica storia del piccolo Alfredo Rampi, caduto in un pozzo a Vermicino e delle 48 ore prima della sua morte tra interventi di soccorso, attenzione mediatica e fiato sospeso in tutta Italia.
Il film era andato in onda su Sky Cinema nel 2021, prodotto e realizzato in occasione dei 40 anni dalla scomparsa, ricordata ancora oggi come la “tragedia di Vermicino”, il primo caso mediatico di “real Tv”. In quelle ore concitate, in cui si cercò di fare il possibile per salvare il piccolo Alfredo Rampi, la Rai fece una diretta di 18 ore dal luogo della tragedia. Sul posto arrivò anche il presidente della Repubblica, Sandro Pertini. All’epoca la questione della copertura mediatica delle tragedie private non sembrava affatto scontata come in seguito sarebbe diventata. Per la diretta sulla tragedia fu coniato il termine “tv del dolore”. Kim Cherubini Fabiani, figlio di Alessia Fabiani e del suo ex compagno Fabrizio Cherubini, giovanissimo attore di talento, oltre a questo film ha interpretato Dante bambino nel film di Pupi Avati dedicato al Sommo Poeta. Il piccolo Kim ha una sorella gemella di nome Keira.

La regia del film è di Marco Pontecorvo, figlio del famoso regista Gillo. la sceneggiatura è di Barbara Petronio e di Francesco Balletta. Franca Bizzarri, madre di Alfredino è interpretata da Anna Foglietta. Il padre di Alfredo, Ferdinando Rampi, è stato interpretato da Luca Angeletti. Francesco Acquaroli interpreta Elveno Pastorelli, comandante dei vigili del fuoco, responsabile delle operazioni di salvataggio di Alfredino. Vinicio Marchioni è Nando Broglio, il vigile del fuoco che ha parlato per più di 24 ore con Alfredino, durante il tentativo di salvataggio. Valentina Romani ha interpretato Laura Bortolani, geologa dal Club Alpino Italiano accorsa a Vermicino. L’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, anche lui arrivato a Vermicino durante il tentativo di soccorso, è stato interpretato da Massimo Dapporto.

Il caso del piccolo Alfredino Rampi scosse l’opinione pubblica tenendola appesa a un filo sottilissimo e diede un impulso decisivo alla costituzione della Protezione Civile come si conosce oggi, e proprio grazie alla determinazione di Franca Rampi, la mamma del bambino ha portato alla realizzazione del Centro Alfredo Rampi, con l’obiettivo di evitare che altri potessero soffrire il suo stesso calvario.
Alfredino Rampi: il ricordo della tragedia
Alfredino era caduto in un pozzo artesiano in via Sant’Ireneo, in località Selvotta, una piccola frazione di campagna vicino a Frascati, situata lungo la via di Vermicino, che collega Roma sud a Frascati nord. Il bambino era andato con i genitori, Nando Rampi e Franca Bizzarri, nella casa di campagna nei pressi di Frascati. Rincasando il padre non lo trovò. Immediatamente scattarono le ricerche. I lamenti provenienti da un pozzo artesiano portarono un sottufficiale della polizia alla tragica scoperta. Le prime ore delle operazioni di soccorso trascorsero nell’ incertezza della via migliore da seguire. Fu calata al bimbo una tavoletta legata a una corda che restò incastrata e che causò in seguito difficoltà insormontabili per far giungere ad Alfredino soccorsi di ogni genere. Intanto, un microfono sensibilissimo fu calato ad alcuni metri di distanza dal bimbo.
E così a tutti gli italiani fu possibile ascoltare per quasi due giorni le invocazioni di aiuto di Alfredino, mentre da quel momento ebbe inizio il drammatico dialogo tra il piccolo e il vigile del fuoco Nando Broglio. Non si lasciò niente di intentato: un ”uomo ragno” cercò di rimuovere la tavoletta e si cominciò a scavare con una trivella. E intorno, tantissima gente, venuta non soltanto da Roma ma anche da città vicine nella speranza di vederlo uscire salvo. Dopo quasi tre giorni di inutili tentativi di salvataggio, e uno spiegamento di forze assolutamente eccezionale per l’epoca, il bambino morì dentro il pozzo a una profondità di circa 60 metri.