Necrologio

Addio al giudice Stefano Venturini, morto dopo il grave incidente in moto

Non ce l'ha fatta Stefano Venturini, rimasto coinvolto in un grave incidente in moto. Il Magistrato si è spento al Sant'Andrea

Non ce l’ha fatta il giudice Stefano Venturini, 63enne originario di Tagliacozzo. L’uomo era rimasto coinvolto in in grave incidente a Roma, mentre in moto raggiungeva la Corte d’Appello.

Ieri sera c’era stato un lieve miglioramento, ma le fratture riportate e il trauma alla testa sono stati fatali: non c’è stato nulla da fare per Stefano Venturini, il giudice 63enne è morto all’ospedale Sant’Andrea, dove era stato trasferito in seguito al gravissimo incidente in cui è rimasto coinvolto mentre si stava recando in Corte d’Appello. Lutto nella Marsica, non solo a Tagliacozzo: Venturini era molto conosciuto per via della sua attività.
Per molti anni, 
prima di iniziare il lavoro in Corte d’Appello, nella capitale, nel 2016, aveva lavorato in Tribunale ad Avezzano. Poi per lui era iniziato il nuovo impiego romano. 
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Molti i messaggi di cordoglio dopo la notizia della morte arrivata in serata. Lo ricorda così il sindaco di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio

“Una terribile notizia ha colpito poco fa la nostra Comunità, l’improvvisa morte di Stefano Venturini. Molti di noi erano in apprensione per il grave incidente, occorso ieri sulle strade della Capitale, ma per il quale tutti confidavamo in un esito positivo. […] Stefano, per gli amici della sua generazione e per tanti di noi affettuosamente ‘Patata’, al di là della fulgida e considerevole carriera di magistrato, ha dovuto far fronte ad eventi che solitamente segnano gravemente il prosieguo dell’esistenza e che solo grazie al suo equilibrio, alla sua pacatezza, alla serenità d’animo, alla sua non comune intelligenza e alla preparazione culturale è riuscito a metabolizzare e ad accettare, facendone tesoro per una comprensione realistica e profonda dell’esistenza umana.
L’aver assistito, in gioventù, all’incidente stradale e alla morte dell’amico Andrea Blasetti; l’aver trovato il papà senza vita; l’aver sofferto l’improvvisa morte del fratello minore Paolo qualche anno fa, a causa di un incidente sulla Cristoforo Colombo mentre faceva footing, sono certamente situazioni che marcano in maniera indelebile gli animi più forti in un’elezione di assennatezza e saggezza.
Quando un uomo è chiamato a giudicare altri uomini secondo la legge, di certo deve possedere doti eccezionali di commisurazione del rispetto normativo, di umanità e del senso di giustizia. Stefano aveva questi carismi! E li aveva arricchiti dall’essere stato educato a valori ispirati al rispetto della persona e della dignità umana in ogni caso. Stefano ‘Patata’ fa parte di quella generazione di persone che restano sempre giovani e così lo vogliamo ricordare tutti noi: un ragazzo che, nonostante tanti dolori nella vita, ha saputo realizzarsi appieno con la famiglia, con una professione prestigiosa e delicata, nello sport, nella socialità e nella cultura. Giungano alla consorte Teresa, al figlio Federico e a tutti i congiunti le espressioni di vicinanza e di cordoglio dell’amministrazione comunale di Tagliacozzo e mie personali”.
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