L’AQUILA – Convalidato anche l’arresto del minore fermato nell’ambito della rissa alla Villa comunale. Il giovane tunisino respinge le accuse e parla in sede di interrogatorio di garanzia.
Convalida dell’arresto per il minore tunisino fermato a seguito della rissa in pieno giorno avvenuta il 13 giugno scorso alla villa comunale dell’Aquila, dove sono venuti alle mani due gruppi di giovani, rispettivamente tunisini ed egiziani. Uno di loro è stato anche colpito con un coltello, anche se alla fine sono stati due i coltelli rinvenuti sulla scena dalla polizia, tempestivamente intervenuta sul posto. Sei le persone arrestate, per cinque delle quali erano già arrivate le convalide, mentre per il sesto – un tunisino minorenne – il procedimento ha seguito l’iter del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila, dove questa mattina si è tenuto l’interrogatorio di garanzia, al termine del quale è stato convalidato anche il sesto arresto. Per il giovane, difeso dall’avvocato Francesco Valentini, è stato disposto il collocamento nella comunità in cui era ospite, come applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari.
Il minore ha respinto le accuse, sostenendo di essere la vittima di ripetute aggressioni da parte dei giovani egiziani, per cui aveva già sporto due denunce.
Con la convalida degli arresti, inizia l’iter procedimentale presso il tribunale per i minorenni, mentre per gli altri giovani (tutti maggiorenni), il percorso è stato già avviato in sede ordinaria, con la fissazione dell’udienza al 10 luglio. Per i maggiorenni lo scorso 14 giugno era stato disposto il rito per direttissima, ma i legali hanno chiesto i termini a difesa per valutare eventuali patteggiamenti o richieste di rito abbreviato, così l’udienza è stata rinviata a luglio, davanti al giudice Tommaso Pistone. Per i tre giovani egiziani, difesi dall’avvocato Sonia Giallonardo, sono stati disposti i domiciliari, in quanto hanno potuto indicare un domicilio, appunto, e anche un contratto di lavoro in essere che a portato il giudice a concedere la misura cautelare alternativa al carcere. I due tunisini difesi dall’avvocato D’Eramo, risultando senza fissa dimora sono rimasti in carcere. L’avvocato Mauro Ceci, invece, sta seguendo la situazione di altri minori che potrebbero essere stati coinvolti marginalmente nella rissa e non colpiti da misure cautelari.
Da chiarire i motivi della rissa; i ragazzi hanno indicato generici attriti legati a insulti e futili motivi, ma gli inquirenti vogliono vederci chiaro, visto che non è la prima volta che gruppi di egiziani e tunisini si fronteggiano all’Aquila, come tra l’altro confermato anche dal minore durante l’interrogatorio di garanzia, che ha riferito di aver sporto precedentemente due denunce. Il sospetto degli inquirenti è però che si tratti di scontri legati al controllo dello spaccio, ma questo lo stabilirà il processo.
