Il caso

Bocconi avvelenati, intervento a Gagliano Aterno

Prosegue l'impegno dei carabinieri forestali nel territorio della provincia dell'Aquila contro i bocconi avvelenati

Bocconi avvelenati, perlustrazione a seguito della segnalazione della morte di un cane pastore, a cui è seguita una bonifica.

Il ritrovamento di una carcassa di un cane pastore, morto per presunto avvelenamento in località Stazione di Gagliano Aterno (AQ) ha spinto il proprietario a richiedere l’intervento dei Carabinieri Forestali del Nucleo di Secinaro (AQ) che hanno perlustrato la zona, unitamente ad una pattuglia dell’Unità Cinofila Antiveleno del Reparto Carabinieri Parco di Assergi (AQ).

Durante il sopralluogo alla ricerca di bocconi avvelenati, i cani antiveleno hanno individuato anche le carcasse di un gatto e di una volpe (anch’essi morti presumibilmente a causa del veleno) e alcuni piccoli frammenti non identificabili, che emanavano un forte odore. Tutti i reperti sono stati trasmessi all’Istituto Zooprofilattico di Avezzano (AQ) per le analisi di rito.

La pattuglia dell’Unità Cinofila Antiveleno ha bonificato l’area da bocconi avvelenati, letali per l’intera catena trofica dei selvatici, che possono colpire anche l’orso bruno marsicano, da tempo avvistato nella Valle Subequana.

Da mesi, i militari dei Nuclei Carabinieri Forestali ricadenti nella provincia di L’Aquila collaborano intensamente con le Unità Cinofile Antiveleno del Reparto Carabinieri Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga di Assergi e del Reparto Carabinieri Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, mettendo in atto ispezioni preventive per controllare il fenomeno dei bocconi avvelenati: i diversi sopralluoghi hanno interessato i Comuni di Scanno e Celano; il Comune di Tornimparte e Montereale; i Comuni di Avezzano, Balsorano, Collelongo, Canistro e Tagliacozzo.

Dalle ispezioni preventive fin qui condotte non sono emerse criticità e non sono stati trovati animali morti per avvelenamenti.

Un allarme simile era scattato nel novembre scorso, a pochi passi dal territorio del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, vicino Pescina, nelle posti e nei luoghi percorsi dai cuccioli dell’orsa Amarena. Morirono 2 cani padronali sono morti e il timore fu che anche gli orsetti, oltre agli altri animali selvatici presenti nella zona, potessero ingerire sostanze tossiche.

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