Alluvione Senigallia 2024, responsabilità civile per 5 enti

Per l’alluvione che mise in ginocchio Senigallia nel maggio del 2014, il gup dell’Aquila chiama in causa Ministero Interni e Presidenza del Consiglio
Si è svolta nelle scorse settimane l’udienza preliminare al Tribunale dell’Aquila nella quale il gup ha nuovamente chiamato in causa il Ministero dell’Interno e la presidenza del Consiglio dei Ministri, come responsabili civili, per l’alluvione che il 3 maggio 2014 inondò la città di Senigallia, provocando 4 morti e circa 180 milioni di euro di danni, costringendo intere famiglie in ginocchio.
Il Tribunale dell’Aquila ha riconosciuto inoltre come legittima la costituzione di parte civile dei tanti alluvionati, del Comune di Senigallia e della Provincia di Ancona, ammettendo come responsabili civili cinque Enti, compresi Comune e Provincia, che, in caso di condanna, dovranno pagare in solido i risarcimenti dei danni causati. Il processo era ripartito dopo che c’era stato un errore nel precedente capo d’imputazione, in cui erano stati contestati anche i reati già prescritti. Tra il 2 e il 4 maggio 2014 il territorio marchigiano è stato interessato da precipitazioni diffuse, che hanno determinato un significativo innalzamento dei livelli idrometrici, soprattutto dei bacini minori della regione, con conseguenti fenomeni di esondazione. L’alluvione colpì in particolare gran parte del centro urbano di Senigallia e le frazioni a monte, Ostra e Ostra Vetere, tutti in provincia di Ancona. Le precipitazioni hanno inoltre determinato l’innesco di numerose e diffuse frane, principalmente lungo le strade, con conseguenti disagi alla viabilità, ma anche in prossimità di abitazioni e di centri abitati. I dissesti sono avvenuti anche e soprattutto nei giorni successivi all’evento. Si sono registrati tre morti, due nel territorio di Senigallia e uno in quello di Ostra Vetere, e sono state evacuate centinaia di persone.
L’unico reato oggi sopravvissuto alla prescrizione è quello di inondazione colposa a carico degli ex sindaci Maurizio Mangialardi e Luana Angeloni, Flavio Brunaccioni, ex dirigente della protezione civile, Gianni Roccato, ex dirigente dell’area tecnica territorio e ambiente poi Massimo Sbriscia per la Provincia di Ancona, Mario Smargiasso per l’Autorità di Bacino, Alessandro Mancinelli, consulente del Comune e Libero Principi per la Regione Marche.
Importante è la possibilità di chiamare in causa a rispondere dei danni, come responsabili civili, il Comune di Senigallia, la Provincia di Ancona, la Regione Marche, il Ministero dell’Interno e la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Se confermata la responsabilità degli indagati, tali enti e le loro assicurazioni saranno chiamate in solido a risarcire gli alluvionati. “È un importante opportunità per chi da 10 anni attende un ristoro ai danni subiti. È un processo che ha subito vicissitudini complesse, ma non abbiamo mollato mai superando ogni questione ed oggi siamo ad una svolta importante” – commenta l’avvocato Corrado Canafoglia che sta patrocinando in questo giudizio 384 parti civili e l’Unione Nazionale Consumatori.
L’udienza è stata aggiornata al 23 luglio.