La rubrica “Tutti i Santi giorni” del 25 giugno: San Guglielmo da Vercelli.
Il 25 giugno si ricorda San Guglielmo da Vercelli. San Guglielmo da Vercelli, conosciuto anche con il toponimo di Montevergine, nacque a Vercelli nel 1085 in una nobile famiglia. La fonte più attendibile riguardo alla sua agiografia è probabilmente la Legenda de vita et obitu sancti Guilielmi confessoris et heremitae, risalente alla prima metà del Duecento, quindi di poco posteriore alla sua morte. Qui si legge che ancora giovane, Guglielmo si recò in pellegrinaggio a Santiago di Compostela e durante il viaggio fu ospitato da un fabbro; per compiere con maggior devozione il cammino, chiese all’uomo di fabbricargli un arnese in ferro per il “maceramento della carne”, di tale peso che riusciva a malapena a trascinare; la penitenza fu completata dal totale digiuno per tutta la durata del pellegrinaggio. Tornato in Italia, San Guglielmo decise di partire alla volta di Gerusalemme, ma giunto in Italia meridionale, fu malmenato da alcuni ladri. Il Santo considerò la disavventura un segno della volontà di Dio di trattenerlo in quei luoghi per diffondere il messaggio di Cristo; decise quindi fermarsi sulla catena montuosa che sovrasta Avellino e si stabilì in un luogo disabitato chiamato Partenio o Monte Virgiliano. Lì trascorse una vita da eremita per alcuni anni, finché fu raggiunto da alcuni discepoli e sacerdoti, che costruirono delle celle e cominciarono, nel 1124, a edificare una chiesa dedicata alla Vergine. In seguito, fondarono un monastero che fu chiamato da San Guglielmo proprio di Montevergine, da cui ebbe origine la Congregazione verginiana dell’Ordine di San Benedetto che rimase autonoma fino al 1879 quando fu accorpata a quella cassinese della primitiva osservanza. Turbato dall’afflusso dei fedeli che minavano la tranquillità ascetica tanto anelata, Guglielmo lasciò Partenio nel 1128 e si stabilì nella pianura di Goleto, nel territorio di Sant’Angelo dei Lombardi, dove iniziò una nuova esperienza monastica, in cui la presenza dell’Ordine femminile era predominante. Si spense il 25 giugno del 1142 e le sue spoglie rimasero a Goleto fino al 2 settembre 1807, quando furono traslate a Montevergine per ordine del re di Napoli Gioacchino Murat. Curiosità: è lo stesso monastero in cui, per tutta la durata della Seconda Guerra Mondiale, fu custodita segretamente la Sacra Sindone di Torino.
Secondo la tradizione cattolica, San Guglielmo ha compiuto una serie di miracoli, dei quali il più noto è il cosiddetto “Miracolo del Lupo”: un giorno un lupo sbranò l’asinello del quale il Santo si serviva per il traino e altri servizi; si rivolse quindi all’animale feroce, chiedendogli di sostituirsi da allora in poi al somaro e di aiutarlo in sua vece. Il lupo divenne mansueto fra lo stupore della gente del posto. E proprio in ricordo di questo evento miracoloso che San Guglielmo viene spesso rappresentato in iconografia in compagnia di un lupo “addomesticato”, persino nel monastero di Montevergine.
Nel 1942 Pio XII lo proclama Patrono Primario dell’Irpinia.
