Omicidio Pescara, il padre di un testimone: “Non mi assolvo come genitore”

Omicidio di Pescara: parla il padre del testimone che ha incastrato i due minorenni. “Nessun adulto può essere assolto”. Fermo convalidato per entrambi gli accusati.
“Non mi assolvo come genitore e nessun adulto può farlo. Mio figlio vivrà una vita da consegnato sperando abbia sempre vivo il ricordo di quanto accaduto e di quanto ha visto. È una storia peggiore di come la raccontate”. Così, il padre di uno testimoni che ha assistito al terribile omicidio di Pescara costato la vita a Thomas Luciani, il 17enne ucciso domenica 23 giugno con 25 coltellate da due ragazzi minorenni e abbandonato poi tra le sterpaglie in un parco del capoluogo adriatico. Convalidato il fermo, il Gip: “A scatenare l’azione omicida l’impulso lesivo. L’unico intento era provocare sofferenza e morte”.
L’omicidio di Pescara, feroce e brutale, è reso ancora più terribile dalla giovanissima età dei ragazzi coinvolti. Il padre di uno testimoni, quello che avrebbe aiutato a ritrovare il corpo, è un colonnello dei Carabinieri in servizio nel capoluogo adriatico. Il figlio, poche ore dopo i fatti, compresa la gravità dell’accaduto ha raccontato i dettagli del delitto prima ai familiari e poi agli investigatori, come emerge dal decreto di fermo.
“Ero allibito, volevo fermarli ma non sapevo come fare – ha messo a verbale il giovane che ha fatto scattare l’allarme – Sembrava che non ci stessero più con la testa». E ha aggiunto: «Nonostante l’accaduto, siamo andati al mare a fare il bagno“.

Il Gip del Tribunale dei Minori dell’Aquila in queste ore, dopo l’udienza, ha convalidato il fermo per i due ragazzini indagati per l’omicidio, disponendo anche la custodia per entrambi in un Istituto per i Minori. I due, sedicenni, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Entrambi provengono da un contesto sociale normale, uno figlio di un avvocato, l’altro di un Carabiniere. Avrebbero agito attirando la vittima in un tranello per punirlo a causa di un piccolo debito che Thomas aveva contratto, si parla di circa 250 euro. Lo hanno ricoperto di pugni e calci, prima di finirlo a coltellate: sulla schiena, a un fianco e alle gambe. Prima di abbandonarlo gli hanno spento una sigaretta sul viso. Il patologo legale Cristian D’Ovidio – che oggi verrà incaricato dell’autopsia – ha contato circa 25 ferite da arma da taglio. Nel contempo la famiglia del 16enne ucciso domenica ha nominato come perito di parte il dottor Ildo Polidoro.
“Il quadro indiziario fa risaltare come causa determinante dell’azione sia l’impulso lesivo, quello di provocare sofferenza e uccidere un essereumano, sino quasi a integrare il motivo futile, ossia il motivo meramente apparente e in realtà inesistente, che cela l’unico vero intento, che è quello di cagionare sofferenza e morte”. È quanto scrive il gip del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila, Roberto Ferrari, nel provvedimento di convalida del fermo dei due 16enni ritenuti responsabili dell’omicidio di Thomas Christopher Luciani.
Un delitto incomprensibile e inspiegabile, che ha sorpreso per l’inaudita ferocia con cui è stato compiuto da due coetanei della vittima. Dopo il fermo uno dei due giovani ha negato ogni coinvolgimento e ha detto di non riconoscersi nell’immagine recuperata dalla videosorveglianza che lo ritraeva al fianco della vittima, l’altro ha dichiarato di non conoscere la vittima e di non aver nessun conto in sospeso per debiti o altro. Successivamente all’omicidio, insieme ad altri ragazzi che erano nel parco, sarebbero andati a fare un bagno al mare, come se nulla fosse accaduto.

Intanto non si ferma il cordoglio sui social per la terribile scomparsa di Thomas: tantissimi i messaggi in ricordo di un ragazzo la cui vita non è stata facile, fin dall’infanzia. Inoltre, è stata pubblicata su Facebook da un utente la foto di uno degli indagati, immagine che in poche ore ha fatto – come di consueto – il giro del web, scatenando un’ondata di odio. Qualcuno – come riporta Il Centro – è arriva a meditare ritorsioni nei confronti della famiglia. Non solo, un omonimo della vittima ha pubblicato poche ore fa un post, dicendo di essere stato subissato di richieste di amicizia. Questa mattina in memoria della giovane vittima il Consiglio regionale abruzzese ha aperto la seduta con un minuto di silenzio. La mamma di uno dei due accusati è avvocato e insegna; una tragedia che ha colpito non solo i familiari della vittima, ma che ha distrutto altre due famiglie.