Grandangolo

Autismo e importanza di fare rete, Insight Aut porta a L’Aquila il Villaggio dell’Inclusione

Autismo, se ne parla tanto spesso senza conoscerlo. L'approfondimento a "Grandangolo" verso "Insight Aut", il Festival dell'Inclusione

Si parla tanto di Autismo, spesso senza conoscere quasi nulla di una condizione diffusa più di quanto possiamo pensare. Cos’è l’autismo e quali sono le strutture riabilitative sul territorio? Domande e risposte nella nuova puntata di “Grandangolo” che lancia l’appuntamento “Insight Aut”: il Festival dell’Inclusione che, per tre giorni, porterà riflessioni, incontri e approfondimenti a L’Aquila.

Un Grandangolo speciale, registrato nei pressi della Casa di Michele, con ospiti il dottor Marco Valenti, psichiatra e Direttore del Centro di Riferimento regionale per l’Autismo, e con il dottor Rosario Sabelli, psicologo, Coordinatore della Casa di Michele.
Quando si parla di Autismo si fa riferimento a una condizione che si differenzia da persona a persona, per questo si tende ad usare la definizione di Disturbo dello spettro dell’Autismo. Ma si parla anche di isolamento, di difficoltà relazionali, di diagnosi arrivate tardi.
L’Aquila si prepara ad accogliere il Villaggio dell’Inclusione nella tre giorni “Insight Aut”: un progetto che ha l’obiettivo di far conoscere le strutture e le associazioni che ogni giorno si occupano di autismo e per aiutare chi affronta questa realtà a costruire una rete.

Così Marco Valenti ai microfoni del Capoluogo: L’Autismo al singolare probabilmente non esiste, nel senso che esiste una declinazione di varie forme di organizzazione mentale che possono essere più correttamente definite come gli autismi o ‘spettro dell’autismo’. Perché si parla di spettro? Perché la modalità con cui si presenta questa condizione è particolarmente ampia. Si possono avere persone vicine alle neurotipia, in questo caso si parla di persone con neurodivergenza, passando per i moltissimi gradi intermedi, fino a quelle forme di autismo che si manifestano con gravi disabilità, spesso accompagnate da deficit intellettivi e da comportamenti problematici. In comune tra le varie forme c’è la compromissione di alcune capacità fondamentali che attengono in particolare all’interazione sociale. Si parla di una difficoltà nella comprensione delle regole sociali, nella capacità di individuare dei modelli organizzativi nei rapporti personali ed interpersonali”.

Come si arriva alla diagnosi? “Oggi abbiamo fatto degli enormi passi in avanti e si può riuscire a individuare una condizione di spettro dell’autismo in età relativamente precoce. Non si va oltre i 2 o al massimo 3 anni per avere una diagnosi definitiva. Ci sono inoltre dei progetti, come il NIDA, Network italiano per la diagnosi precoce dell’autismo, in cui si arriva ad identificare situazioni di criticità comportamentale nei neonati, attraverso delle possibilità di valutazioni delle loro interazioni e dei loro comportamenti. Un lavoro fondamentale devono svolgerlo i pediatri, i medici di prima linea nell’identificazione di problematiche comportamentali nei piccoli. Oggi, la grande questione riguarda invece gli adulti che non hanno ricevuto attenzioni specifiche e, quindi, neanche una diagnosi precisa: capita, infatti, di fare diagnosi in età adulta in persone che hanno vissuto una vita di difficoltà, soprattutto nel campo dello studio e delle relazioni“.

Parlando dell’attività del Centro di riferimento regionale per l’Autismo, Valenti evidenzia: “La parola chiave è ‘coordinamento’. Per le misure sociali riferite a questa condizione si parla spesso di poche risorse, ma i problemi sono diversi. Il punto critico è la capacità di coordinare gli interventi per costruire un progetto intorno alle persone che hanno queste particolari esigenze. Gli interventi e le iniziative spot lasciano il tempo che trovano e la persona continua a restare nel suo isolamento. Noi raccomandiamo, dal momento stesso in cui arriva la diagnosi di autismo, di costruire intorno alla persona una rete di interventi che metta insieme competenze sanitarie, sociali, familiari. Ricordiamo, infatti, che per una persona con autismo la famiglia resta sempre un punto di riferimento imprescindibile. Quindi, un Centro di Riferimento regionale serve intanto a promuovere politiche specifiche sulle necessità legate a questa realtà; inoltre serve a coordinare il lavoro delle strutture riabilitative, a promuovere la formazione e attività di ricerca specifica. Crediamo che il Centro sia un modello utile ed importante che, naturalmente, non può prescindere dall’attività svolta dalle strutture riabilitative“.

Tra le strutture riabilitative regionali c’è La Casa di Michele, cornice dell’intervista.
Evidenzia Rosario Sabelli: “La Casa di Michele è un Centro di riabilitazione per l’Autismo che ha in carico circa 60 utenti, dai 2 anni e mezzo fino ad adulti di 50 anni. Si tratta di una struttura Asl gestita dalla cooperativa sociale ‘Lavoriamo insieme’ – sottolinea – Noi mettiamo l’utente al centro e creiamo intorno all’utenza la famosa rete citata dal dottor Valenti. Una rete fatta dalla scuola, dalla famiglia, dalle strutture sportive che accolgono i nostri ragazzi. Una rete che possa supportare e accompagnare le persone e chi gli sta accanto. Per ogni persona cerchiamo di costruire un percorso riabilitativo individualizzato. Tra i nostri progetti, ne uno extramurario: cioè cerchiamo di fare attività all’esterno. Crediamo che uscir fuori e creare relazioni dia la possibilità di una vera inclusione. Poiché c’è inclusione quando c’è conoscenza, quando ci si rapporta con le realtà del territorio”.

Proprio a questo scopo arriva all’Aquila il Festival dell’Inclusione, “più che un evento, si tratta di un progetto che vuole mettere insieme le realtà locali per costruire questa famosa rete e per dare la possibilità anche alla comunità ospitante, in questo caso la città dell’Aquila, di capire quali sono le realtà che vivono sul territorio e che lavorano quotidianamente in questo ambito. Si parlerà, quindi, di autismo ma non solo: si parlerà, in generale, di fragilità. Domani (oggi ndr) l’apertura del Festival, mentre da sabato aprirà le sue porte il Villaggio dell’Inclusione, con realtà associative del territorio che si occupano di sport, di disabilità e non solo”.

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