Il festival

Insight aut, l’impegno di tutti per ripensare l’inclusione: la ricchezza della diversità

Tre giorni di confronti, idee e proposte al Parco del Castello con Insight Aut: unirsi e fare rete obiettivo inclusione

Unirsi e fare rete con obiettivo inclusione e per abbattere i pregiudizi. Tre giorni di confronti, idee e proposte al Parco del Castello con il Festival Insigh Aut all’Aquila.

Insight Aut è stato sensibilizzazione, conoscenza, condivisione e progettualità. Si è concluso il Festival dell’Inclusione all’Aquila, nato dalla volontà degli operatori della Cooperativa Sociale Lavoriamo Insieme: una cooperativa che ha nella sua storia una “visione” di integrazione e costante lotta allo stigma, con Il Capoluogo media partner dell’evento. L’appuntamento ha visto il patrocinio del Comune dell’Aquila, che ha messo a disposizione per la manifestazione il Parco del Castello con il suo Auditorium. È stato un fine settimana dedicato all’incontro, alla formazione, alla comunicazione e alla sensibilizzazione su temi importanti e per i quali la Cooperativa Sociale si impegna ogni giorno, senza dimenticare gli spazi di condivisione di momenti pieni di divertimento e arricchimento, di musica e della gioia di stare insieme che hanno impreziosito la due giorni.
Insight aut: un festival dedicato quindi all’inclusione, alle persone con fragilità e a chi si cura di loro, per raccontare storie, condividere strumenti, individuare bisogni e sfide emergenti, interrogarci insieme su come costruire una comunità più attenta ai bisogni di tutti.

Insight Aut
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Insight Aut intende, infatti, creare sul territorio provinciale e regionale una rete “virtuosa” per mettere a sistema una modalità operativa funzionale che vede la partecipazione di scuole, famiglie, associazioni di volontariato, università, realtà lavorative.
Insieme a personalità del mondo della musica, dello sport e della cultura, insieme a realtà che si occupano di disabilità, nel corso della due giorni ci si è interrogati sull’impatto che essa ha sul sistema familiare, sulle sfide che genitori, fratelli, sorelle e caregiver affrontano quotidianamente, con una riflessione sulla necessità di costruire insieme una società più inclusiva e attenta ai bisogni di tutti.
Il tema della diversità è stato affrontato con un approccio multi-disciplinare, includendo convegni di taglio medico-scientifico (come “impatto sociale dell’autismo: valutazione, interventi, progetti di vita” e dibattiti socio-culturali (“Autismo e scuola/famiglia”, “Sport & inclusione”). Oltre a questi aspetti, l’evento ha ospitato testimonianze, laboratori, spettacoli, performance musicali e film tematici.

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La partecipazione di così tante realtà, di esperti, di caregiver, di operatori professionali, di associazioni del territorio ha confermato quanto ci sia bisogno di un tempo e di uno spazio per pensare l’inclusione: per mettere in atto il confronto, per contaminare e farsi contaminare dalle diversità, allo scopo di favorire una cultura di vera integrazione. Ha chiuso i battenti una prima edizione, con la consapevolezza che quanto vissuto sarà terreno fertile per altre edizioni del Festival: Insight Aut è stato molto più che un evento, ma un vero e proprio progetto di connessione.

Insight Aut: Inclusione, Nessuno indietro, Scuola inclusiva e molto altro. Tanti significati dietro al Festival dell’Inclusività.

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I di INCLUSIONE: un passaggio che si realizza nella valorizzazione della diversità che non può essere solo un obbligo morale lasciato alla buona volontà delle singole persone, ma che possa cominciare ad essere un impegno sistemico e multisettoriale.

N di NESSUNO INDIETRO perché vogliamo una società ed una città che si prendano cura delle persone, più attente al benessere, agli stili di vita, allo sport, all’educazione e alla salute per tutti, fondata su servizi accessibili a tutti.

S di SCUOLA INCLUSIVA: è per tutte e tutti, per gli studenti con disabilità, per quello con disturbo dello sviluppo specifici o dell’apprendimento, per coloro che sono demotivati, per i plusdotati, per gli studenti stranieri, per coloro che semplicemente vivono la scuola senza entusiasmo, senza passione, senza aspettarsi nulla di buono e si annoiano. La scuola veramente inclusiva rigetta con forza l’approccio didattico esclusivamente trasmissivo dei contenuti. Al contrario, accoglie con passione la modalità costruttivista e cooperativa della didattica e dei processi di insegnamento-apprendimento. Approccio nel quale ognuno porta qualcosa di sé e in cui il successo e la felicità di ciascuno sono legati al successo e alla felicità di tutti gli altri, nessuno escluso. La scuola inclusiva è aperta alla bellezza della differenza, ne riconosce il valore, la considera ricchezza e la trasforma in risorsa per l’intera comunità scolastica.

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I di INSIEME perché solo insieme possiamo raggiungere ciò che ciascuno di noi cerca di raggiungere. “Insieme” è anche una delle parole che danno il nome alla cooperativa sociale “Lavoriamo insieme”, capofila del progetto, che si propone di svolgere compiti in forma interdisciplinare, inerenti ad attività assistenziali di prevenzione, cura, sostegno e trattamento psicopedagogico di soggetti emarginati o in difficoltà psico-fisica e relazionale.

G di Giornate, come queste tre appena trascorse. Giornate per stare insieme, per dare spazio a incontri, conoscenze delle diverse peculiarità di ognuno e per riconoscersi nelle stesse. Giornate per condividere, conoscere e contaminarsi.

H di Handicap, deriva dal nome di un gioco d’azzardo (hand in cap, “la mano nel cappello”) con monete che si estraevano a sorte da un cappello. Il termine è passato poi nel linguaggio sportivo ad indicare competizioni in cui vengono prese disposizioni di gara (per es. abbuoni di distanza) o di punteggio per ridurre lo svantaggio dei concorrenti inferiori, e di qui, in senso traslato, è passato ad indicare lo svantaggio, la situazione che mette in condizione di inferiorità e la condizione stessa di inferiorità. Attualmente, handicap è il termine, notevolmente aspecifico, con cui si indica ogni difetto fisico o mentale o sensoriale che determina una minorazione nel soggetto che ne è portatore, nonché lo stato di bisogno che esso genera e alla cui correzione o compenso devono mirare gli interventi di carattere soprattutto sociale e psicologico.

T di Territorio: il festival ha fornito l’occasione di ristabilire, nel dibattito sulle politiche educative, la centralità della comunità educante. L’idea che occorra garantire a tutti la possibilità di sperimentare l’emancipazione e il pluralismo che derivano dalla partecipazione democratica sul territorio. La Cooperativa Lavoriamo insieme sostiene l’idea di un’educazione non soltanto relegata all’ambiente scolastico, ma come responsabilità della comunità nel suo complesso: per cui risulta necessario coinvolgere nell’educazione associazioni, enti locali, corpi intermedi e l’intero territorio di riferimento.

A di ACCETTAZIONE: accettazione come “l’assunzione di consapevolezza che un certo scopo sia definitivamente compromesso”. L’ accettazione serve a far sì che non si sperperino risorse in uno scopo irraggiungibile ed è direttamente collegata al servizio dello pseudo scopo “dell’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse e del tempo per il perseguimento dei propri scopi”.

U di UMILTÀ: umiltà di affidarsi e fidarsi dei professionisti. Questo è quello che posso fare tutti i genitori.

T di tutti. Perché l’umanità ha bisogno di tutto e di tutti, ha bisogno di ciascuno di noi, tutti diversi, tutti unici e per questo insostituibili.

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