I dati

Centri estivi, in Abruzzo spicca L’Aquila

Sulla disponibilità di posti nei centri estivi e alle attività di doposcuola l'Abruzzo fa meglio del resto del Mezzogiorno

Sulla disponibilità e l’accesso a posti nei centri estivi e alle attività di doposcuola l’Abruzzo fa meglio del resto del Mezzogiorno, ma è ancora lontano dai livelli che caratterizzano altri territori del nostro Paese. Bene L’Aquila rispetto agli altri capoluoghi di provincia della nostra regione.

Si tratta di della sintesi sintesi dei dati raccolti dalla fondazione openpolis, aggiornati alla fase immediatamente precedente la pandemia, il 2019. Nella nostra regione, disaggregando le cifre per capoluogo di provincia, emerge quindi la situazione nettamente migliore all’Aquila (che si aggira su valori “settentrionali”) rispetto a Teramo e soprattutto a Pescara e a Chieti.

È un servizio la cui utilità emerge in modo importante in questo periodo dell’anno, alla chiusura delle scuole. Si legge nella presentazione di openpolis: “Con la chiusura delle scuole, comprese quelle dell’infanzia, una questione aperta per le famiglie è la possibilità di iscrivere i propri figli ai centri estivi. Non si tratta di una necessità solo per i genitori, rispetto alla conciliazione tra vita familiare e lavorativa. L’accesso a questo tipo di attività sociali ed educative riguarda direttamente le opportunità a disposizione del bambino. Parliamo dell’accesso a quell’insieme di opportunità formative, sociali, sportive e culturali – dentro e fuori la scuola – che rappresentano un aspetto essenziale del contrasto della povertà educativa. Prima della pandemia, a livello nazionale erano 9,8 gli utenti dei centri estivi e gli alunni frequentanti attività pre e post scuola ogni 100 bambini e ragazzi residenti tra 3 e 14 anni. Una quota fortemente variabile nel paese. Spicca il dato dell’Emilia-Romagna: nei comuni di questa regione gli utenti di centri estivi e attività connesse sono 17,6 ogni 100 minori. Un livello cui si avvicinano solo Lombardia (15,9%), Piemonte (15,2%) e Marche (14,5%). Con l’eccezione dell’Abruzzo (8,7 utenti ogni 100 minori), per tutte le altre regioni centro-meridionali la quota scende sotto il 5%. In 9 casi su 10, i capoluoghi con minore capillarità di questo tipo di servizi si trovano nel sud”.

Proprio riguardo alle performance dei capoluoghi, si è accennato del migliore rendimento in Abruzzo dell’Aquila (16,36%) rispetto a Teramo (6,12%), Pescara (2,13%) e Chieti (1,69%).

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