Aborto farmacologico all’ospedale dell’Aquila, il servizio verrà riattivato

8 luglio 2024 | 18:33
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Aborto farmacologico all’ospedale dell’Aquila, il servizio verrà riattivato

Ospedale L’Aquila, il servizio di aborto farmacologico verrà riattivato ai primi di settembre. Lo comunicazione.

Ospedale L’Aquila, il servizio di aborto farmacologico verrà riattivato ai primi di settembre. Lo comunicano direzione sanitaria di presidio e reparto di ostetricia e ginecologia.

“Il servizio per praticare l’interruzione volontaria farmacologica della gravidanza sarà riattivato tra la fine di agosto e i primi di settembre prossimi” Lo assicurano la dott.ssa Anna Lepore, della direzione sanitaria, e il dott. Gabriele Iagnemma, sostituto del direttore facente funzioni del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di L’Aquila. I due dirigenti medici lo hanno comunicato, questa mattina, nell’incontro con gli esponenti dell’associazione Fuori Genere. La riapertura del servizio per l’interruzione volontaria della gravidanza, tramite assunzione di farmaci (il cosiddetto aborto farmacologico), avverrà in seguito a una riorganizzazione del personale che fa capo all’unità operativa di ostetricia e ginecologia.

“Oggi siamo statə in sit-in presso l’ambulatorio di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale dell’Aquila – scrivono da Fuori Genere – per chiedere il ripristino del servizio di aborto farmacologico (RU486). Una delegazione di noi è stata ricevuta dal personale medico che, dopo un confronto, ci ha comunicato che dalla seconda metà di agosto il servizio verrà ripristinato! Nonostante siamo soddisfatte del risultato ottenuto, ancora ci chiediamo come sia stato possibile interrompere una pratica medica, che tutela un diritto, senza darne comunicazione alcuna. Inoltre, ci chiediamo perché le motivazioni addotte dal primario a distanza di qualche giorno non siano più sufficienti a interrompere il servizio. Pensiamo sia assurdo constatare quanto sia necessario ancora attivarsi, alzare la voce e protestare per vedere tutelato un nostro diritto. Questo dimostra che in un contesto in cui la sanità pubblica è al collasso, i diritti delle donne siano i primi ad essere sotto attacco. Vorremmo occuparci anche della maternità, ma purtroppo ogni volta ci ritroviamo a dover difendere un diritto che dovrebbe essere garantito, che sia dai movimenti politici, che finanziano gli antiabortisti nei consultori o che promuovono pratiche per colpevolizzare le donne o che sia dai ginecologi obiettori di coscienza. Quest’ultimi infatti, a L’Aquila sono ancora il 75%. Siamo consapevoli che si tratta di una piccola conquista ed è per questo che continueremo a monitorare il nostro Territorio, assicurandoci anche che questa promessa venga mantenuta.

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